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Algeria: Report ONU su uno Stato che elude gli obblighi internazionali e confisca i diritti e le libertà

In occasione della 41a sessione del meccanismo di Esame Periodico Universale del novembre 2022 sull’Algeria, presso il Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite a Ginevra, l’Osservatorio Internazionale dei Diritti dell’Uomo (IOPDHR- Ginevra), in partenariato con l’organizzazione internazionale consultivo ONU (PDES-ONG) (Promotion of economic and social development), ha organizzato il 9 novembre un simposio intitolato: “Algeria, modello di Stato che elude gli obblighi internazionali. Continua la confisca dei diritti e la stretta sulle libertà”.
Le due ONG hanno presentato i risultati del rapporto congiunto sull’Algeria che non rispetta i propri obblighi internazionali nell’ambito della revisione periodica universale alla luce delle raccomandazioni formulate nel maggio 2017.
Al seminario ha partecipato Bjorn Holtin, consigliere politico svedese ed esperto di affari africani, il quale ha sottolineato che sul tema della situazione dei diritti umani in Nordafrica, “l’Algeria rappresenta un modello che ha evaso i suoi doveri e obblighi, a causa di numerosi casi in sospeso e casi senza risposte alle comunicazioni delle procedure Onu, nonché per le visite internazionali sospese o impedite”, degli esperti dei diritti umani.
Da parte sua, il miltante politico algerino, Walid Kabir, nonché attivista per i diritti umani e Presidente dell'”Associazione Maghreb per la Pace, la Cooperazione e lo Sviluppo”, ha illustrato le oppressioni al diritto alla libertà di opinione e di espressione in Algeria aprendo il triste fascicolo di manifestanti e attivisti del movimento Hirak oppressi e imprigionati perché chiedono solo “uno Stato civile non militare”, nonché la preoccupante recrudescenza delle violazioni nello spazio pubblico e civile; “una situazione che può solo essere definita pericolosa, soprattutto dopo che il regime militare algerino ha aggiunto diversi emendamenti ai testi di leggi al fine di legittimare abusi contro difensori dei diritti umani, attivisti e giornalisti”. “Il regime algerino è andato oltre”, dice Walid Kabir, “allargando la definizione di reato di terrorismo, senza tenere conto degli obblighi dello Stato ai sensi del diritto internazionale. Questo permette loro di molestare gli attivisti per i diritti umani e i blogger perseguirli per varie accuse come istigazione alle assemblee, intelligence con l’estero o disprezzo delle istituzioni statali”.
Su un altro argomento, Hans Noot, esperto olandese e membro del consiglio di amministrazione di Diritti umani Senza Frontiere a Bruxelles, ha evidenziato “la situazione anomala nei campi di Tindouf e l’assenza di norme della Convenzione di Ginevra del 1951 sui rifugiati, una situazione fissa e lontana dalle regole del diritto internazionale. I campi di Tindouf rappresentano un’eccezione in cui la popolazione viene privata di censimenti, di protezione internazionale umanitaria e carta di rifugiato HCR. Una popolazione vittima di gravi violazioni dei diritti umani, alcune delle quali costituiscono crimini di guerra, lontano dalla sorveglianza internazionale, mentre Algeria concede il pieno mandato sul suo territorio ad un gruppo armato per gestire i campi e garantire l’immunità”.
È stata anche un’occasione per Hans Noot di affrontare il fascicolo della deviazione degli aiuti umanitari a larga scala, che è stata smascherata dall’Ufficio Europeo per la Lotta Anti-Frode “OLAF” e da numerosi rapporti delle Nazioni Unite, e la misura in cui questo saccheggio ha influito sulle condizioni di vita dei residenti dei campi di Tindouf fortemente colpiti dal vuoto lasciato dal mancato rispetto degli impegni del paese ospitante di collegare i campi ai servizi di base, il che ha posto un’altra sfida all’accesso ai diritti economici e sociali all’interno dei campi.
Per la presidente dell’Osservatorio Internazionale dei Diritti Umani di Ginevra, Aicha Duihi, ha presentato il rapporto congiunto delle due ONG sull’esame periodico universale dell’Algeria; le osservazioni e le raccomandazioni sui progressi compiuti dallo Stato parte nell’attuazione delle raccomandazioni del rapporto del gruppo di lavoro sulla revisione periodica universale, in merito all’accettazione delle norme internazionali e la cooperazione con i titolari di mandato delle procedure speciali e le organizzazioni internazionali per i diritti umani: libertà di riunione, libertà di espressione e d’associazione, esecuzione extragiudiziale e l’attuazione dei diritti economici, protezione dei bambini contro lo sfruttamento, condizioni di asilo e lo Stato di diritto per il paese dell’accoglienza, Algeria.

Yassine Belkassem

Yassine Belkassem, marocchino italiano, già pubblicista con www.stranieriinitalia.it, e Almaghrebiya, attualmente collabora con NotizieGeoplotiche.nete Ajialpress.com testata marocchina. Per Mediterranews cura aggiornamenti dal Marocco e non solo

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