Editoriali

Riflessione sulla storica impresa della nazionale del Marocco in Qatar

Il Marocco, ha compiuto un’impresa storica con la vittoria sulla Spagna ed il passaggio ai quarti di finale in una coppa del mondo, che per la prima volta si è svolta in una Nazione araba ed a maggioranza mussulmana. Oltre alla mia personale gioia per questo successo vorrei fare alcune considerazioni che sono legate al calcio, alla culutura ed all’atteggiamento generale. 
La storica impresa del Marocco è una vittoria per l’Africa. E’la vittoria per una Nazione che sotto la guida della Monarchia ha sempre preservato la propria indipendenza. Vedere Sua Maestà tra la folla di Tangeri dimostra come la Monarchia sia vicina al popolo, è parte integrante della Nazione. Re e popolo sono una cosa sola. L’istituto monarchico è una garanzia per il popolo, anche nel caso di una Monarchia costituzionale.

Nel Marocco, a differenza di alcune nazioni vicine, il popolo si esprime liberamente attraverso elezioni democratiche e pluripartitiche. In Marocco vi è un Governo espressione della maggiornaza parlamentare che attua un programma. Ma, allo stesso tempo, il popolo del Marocco sa, che vi è un Sovrano, un buon padre di famiglia pronto a gioire con il suo popolo quando vi è da essere felici, pronto ad essere accanto nei momenti di difficoltà.
I Mondiali del Qatar hanno messo in evidenza, la peggiore retorica eurocentrica, tutti pronti a giudicare le nazioni arabe sul metro della cultura europea, come se essa fosse necessariamente la migliore. Ma chi siamo noi per giudicare? Come ci permettiamo di criticare la legislazione, gli usi, le tradizioni, la religione di un popolo nella fattispecie quello catariota? la visione occidentalocentrica , che colpisce indifferente sia a destra sia a sinistra ci fa credere che l’Occidente sia superiore, nella legge, nella cultura e volte o nolenti guardiamo ancora con la cultura coloniale e con un certo disprezzo le altre culture, le altre religioni.
Io non mi sento ne inferiore ne superiore a nessuno, sono abituato ad imparare da tutti, perchè tutti mi possono insegnare qualcosa.

Troppo spesso ci dimentichiamo che  Nel 859 dell’ Era Volgare , una donna  Fatima Al-Fihriya fondò una moschea dalla quale nacque una madrasa che divenne uno dei principali centri spirituali ed educativi del mondo musulmano ed è considerata la “più antica istituzione di istruzione superiore in continua esistenza al mondo. Che in questa Università vi venivano insegnati, mentre il “mondo occidentale” era ancora nel buoi dovuto alla caduta di Roma , vi venivano insegnati, oltre al Corano e alla Fiqh (giurisprudenza islamica), vi erano grammatica, retorica, logica, medicina, matematica, astronomia, chimica, storia, geografia e musica. Che in questo centro di sapere, studiò il cristiano e futuro Papa Silvestro II , Gerberto di Aurillac.
La storica qualificazione del Marocco, non è una vittoria calcistica, è un insegnamento. E’ un insegnamento a non giudicare, a non considere il mondo solo dalla prospettiva occidentalocentrica, ma che esiste un mondo da sempre interdipendente, sta a noi aprire le nostre menti ed i nostri cuori.
Qualche giorno, fa per la prima volta, sono stato ospite di un centro di preghiera islamico per una discussione, il sentimento che ho avuto, siceramente non è stato quello dell’ospite, ma del fratello che stava assieme ad altri fratelli e sorelle. Anche nel momento della preghiera, per rispetto, mi sono messo in un posto lontano, ma nel mio cuore sentivo che mentre i miei fratelli pregavano secondo la tradizione islamica, anche il mio cuore pregava con loro. 
Quindi un grazie al Marocco, per questa vittoria calcistica che dovrebbe aprire i cuori .

Marco Baratto

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Marco Baratto

Nato a Milano , Laureato in Legge. Si interessa di storia dei rapporti tra l'Europa e il Mediterraneo.

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