Editoriali

Il successo calcistico del Marocco frutto della politca lungimirante del Re

In questi giorni, il mondo intero, si è accordo del Marocco. Chi da anni ha sempre cercato di parlare delle grandi conquiste di questa Nazione non è sorpreso. Infatti, anche lo sport.

Un articolo apparso sulla stampa marocchina qualche giorno fa ricordava che: ”  Nel luglio 2022, di un workshop dedicato al Talent Development Program lanciato nel 2020 dal direttore dello sviluppo calcistico mondiale della FIFA, Arsène Wenger, l’articolo sottolinea che “il Regno ha dato prova di una forte determinazione a continuare la sua marciare avanti, mettendo a disposizione delle squadre giovanili risorse”.

A questo proposito, l’autore dell’articolo cita il presidente della Federcalcio marocchina, Fouzi Lekjaa, che durante il workshop ha dichiarato che “lo sviluppo del calcio in Marocco deve basarsi su un approccio triangolare incentrato su infrastrutture, talenti e management qualificato ”, aggiungendo: “i miei colleghi della federazione ed io siamo convinti che il vero progresso dipenda dall’attuazione di questi tre elementi”.
Il successo del Marocco si basa essenzialmente su diversi fattori. Il primo, è la partecipazione dei giocatori nell’ottenere un risultato. Una motivazione psicologica presente in tutta la Nazione e da ascrivere all’impulso costantemente presente assicurato da Sua Maestà.

Questo atteggiamento positivo, mai aggressivo ma allo stesso tempo indomito, possiamo dire che è la caratteristica di questo Sovrano. Un Re, attento alle prerogative costituzionali ma sempre presente, sempre pronto a leggere il sentimento del popolo.

Nel caso del Marocco, il Sovrano ed il popolo sono un tutt’uno. I marocchini, sanno che hanno un “buon padre di famiglia” che conosce le loro reali esigenze ed il Sovrano, nel rispetto della democrazia e della libertà può farsi interprete del sentimento popolare. Questa coscienza di appartenza che sprona anche i giocatori di calcio impegnati nel Mondiale è, per me, ben sitetizzata dalle ultime parole dell’Inno nazionale, parole che valgono nel calcio, come nella politica, come nel vivere quotidiano.

I Marocchini sanno che il loro dovere è verso l’Onnipontente, verso la loro terra, verso il Re. Questi tre elementi non sono scindibili, sono anzi un’tuttuno e rappresentano l’essenza dell’essere marocchini. La religione, è la guida che si esercita come impegno nei confronti della propria Patria, nel vivere quotidiano e nel serviere le istituzioni politiche. La vittoria del Marocco è la vittoria del modello marocchino o meglio della marocchinità in quanto tale. 
Un popolo fiero, coraggioso, mai aggressivo verso altri, ma che conosce i propri doveri sia verso le istituzioni, sia verso la comunità. 

Il secondo elemento è che questa affermazione è importante ma è legata alla dinamicità del Marocco. Mi riferisco all’importanza assunta da un gioiello dell’educazione marocchina. Ovvero l’Accademia Mohammed VI.

La scuola nasce dal fatto che ” Sua Maestà il Re Mohammed VI voleva capire perché il calcio fosse arrivato a tali difficoltà. Vale a dire la mancata qualificazione ai Mondiali per lungo tempo, il non poter superare il primo turno delle Coppe d’Africa e la mancata qualificazione dei giovani alle competizioni africane e soprattutto mondiali. E anche i risultati che sono mancati a livello di Champions League africane. Quindi la conclusione è stata che il Marocco aveva perso un po’ il filo della formazione dei giovani che erano la forza del calcio marocchino., spiega Nasser Larguet, nominato direttore del progetto nel 2007, quando il suo contratto con l’RC Strasbourg è scaduto. Per questo nel 2009 nasce questa accademia . Come è facile notare dalle parole di Larquet non si può capire la nascita di questa istituzione senza quello che ho esposto nel primo punto. 


Come è naturale nella cultura marocchina, i problemi vengono risolti, partento da una analisi del problema (in questo caso le difficolta del calcio marocchino in Africa e nelle competizioni mondiali), successivamente ed in modo pragmatico si analizza come risolvere il problema, anche grazie alla sintesi offerta dal Sovrano, il problema viene risolto.

Personalmente non sono sopreso del risultato del Marocco, sono quasi venti anni che seguo questa Nazione, ed è la logica conseguenza di un processo secolare, insito nella cultura marocchina. Oltre ad essere una vittoria del calcio marocchino è una vittoria del sistema marocchino , del Marocco come Nazione. 

Marco Baratto

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Marco Baratto

Nato a Milano , Laureato in Legge. Si interessa di storia dei rapporti tra l'Europa e il Mediterraneo.

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