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Diritti in Europa. I magistrati belgi hanno suggerito ad Eva Kaili di dichiararsi colpevole per riabbracciare sua figlia?

I magistrati belgi che indagano sullo scandalo Qatargate avrebbero fatto pressioni indebite su Eva Kaili, l’ex vicepresidente del Parlamento europeo in carcere dallo scorso 9 dicembre con l’accusa di corruzione. Ecco cosa hanno fatto a bocca del suo avvocato: “Dal primo momento hanno proposto a Eva Kaili di dichiararsi colpevole per essere scarcerata e poter così finalmente riabbracciare sua figlia”, dice il suo avvocato Dimitrakopoulos, aggiungendo che “nonostante il fatto che stare lontana dalla sua bambina sia la più grande tortura psicologica, (anche Francesco Giorgi il padre della piccola di 23 mesi è in carcere ndr), lei non ha accettato di confessare qualcosa che non ha fatto”. Kaili l’ha vista solo due volte in sei settimane, l’ultima delle quali a inizio gennaio.
Nei due lunghi interrogatori avuti prima con la polizia giudiziaria belga, poi con il giudice che coordina le indagini, Michel Claise, Kaili ha sempre ribadito la sua innocenza, sostenendo di non aver mai favorito Qatar o Marocco nelle sua attività di deputata europea e vicepresidente del Parlamento, ma di essersi semplicemente allineata alle posizioni del suo gruppo politico.
Dimitrakopoulos raccolta inoltre quello di una donna profondamente colpita da un mese e mezzo trascorso ormai dietro le sbarre della prigione di Haren in Belgio: “Tremava mentre riferiva al giudice le torture che ha subito, non in carcere, ma nella cella della polizia. Ciò che ha vissuto ricorda il film Fuga di mezzanotte, ma sfortunatamente questo sta accadendo nel centro dell’Europa”.
Il legale Mihailis Dimitrakopoulos aveva spiegato che “da mercoledì 11 gennaio a venerdì 13 gennaio Eva Kaili è stata in isolamento su ordine del giudice istruttore Michel Claise. Per sedici ore è stata in una cella di polizia, non in prigione, e al freddo (siamo al pieno inverno ndr). Le è stata negata una seconda coperta e le hanno tolto il cappotto, la luce della stanza era sempre accesa impedendole di dormire, era nel suo periodo di ciclo mestruale con abbondanti perdite di sangue e non le era consentito lavarsi. Questa è tortura”.
“Eva Kaili è accusata ma c’è sempre la presunzione di innocenza. Siamo in Europa, questi atti violano la Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Questo è il Medioevo”.
Nonostante il trattamento disumano, degradante e ingiustificato e la gravità delle denunce rivolte dai difensori di Kaili alla Procura federale belga, il parlamento europeo è in modalità Aereo e non vuole sentire i presunti maltrattamenti sulla ex vicepresidente del Parlamento europeo, Eva Kaili.

Yassine Belkassem

Yassine Belkassem, marocchino italiano, già pubblicista con www.stranieriinitalia.it, e Almaghrebiya, attualmente collabora con NotizieGeoplotiche.nete Ajialpress.com testata marocchina. Per Mediterranews cura aggiornamenti dal Marocco e non solo

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