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Capo maggiore dell’esercito algerino a Parigi con menù Armi e ritorno di Francia in Sahel

Il Capo di Stato Maggiore dell’esercito algerino, Said Chengriha s’è recato a Parigi due giorni fa e ha incontrato il presidente francese Manuel Macron. Oltre al gas e al petrolio sicuri, gli occhi della Francia erano fissi sui 18 miliardi di dollari del recente budget della difesa algerino e sul Sahel. Parigi lo ha quindi ricevuto per stipulare contratti di rischiosa vendita di armi le quali ci sono i dubbi sulla loro destinazione finale, di cui beneficerebbero anche i gruppi armati della regione, come le milizie del gruppo separatista Polisario. Questa ipotesi, molto prevedibile, avrà l’effetto di contribuire all’inasprimento dell’instabilità regionale e ad un attacco all’integrità del territorio marocchino.
La questione dello schieramento dell’Algeria nel Sahel a favore di Parigi sarebbe presente tra le questioni affrontate dalle due parti, in particolare, in questa situazione in cui in Africa regna un vero e proprio sentimento antifrancese rispecchiato dalla cacciata di tutti i militari francesi in Mali, Niger e Burkina Faso perché ritenuti responsabili della destabilizzazione della intera regione.
Francia si attiva quindi con tutti i costi per frenare il malcontento popolare e officiale; recuperare terreno e influenza sugli Stati africani, raccomandando
all’Algeria il compito di emissario pur pienamente consapevole del potenziale danno dell’Algeria nel nord del Mali e nei paesi limitrofi, attraverso la sua acquiescenza all’insediamento russo nella regione, le sue sospette relazioni con i regimi golpisti in Mali e Burkina Faso, nonché i suoi rapporti sospetti con i gruppi armati.
Gli accordi con il Capo maggiore dell’esercito algerino filo Russia solleva seri interrogativi sulle contraddizioni di Parigi, stessa vittima del radicamento russo in Africa ma porta, allo stesso tempo, il suo appoggio a uno dei principali sostenitori di Mosca in Africa.
Questa visita dimostra perfettamente l’inganno e la duplicità di Algeri e forse anche quella parigina, che, nonostante i segnali di riavvicinamento con l’Occidente, Algeri resta l’immancabile alleato della Russia, una alleanza è addirittura una costante dei clan influenti dell’establishment algerino.
Un inganno da inscrivere anche sulla scia della crescente sensibilità dell’establishment algerino nei confronti dei rapporti con gli Stati Uniti e la NATO. Per evitare di suscitare ulteriormente le ire dell’Occidente, Algeri si mostra ora disponibile a diversificare i propri fornitori di armi, tanto più che l’alleato russo ha attualmente difficoltà a provvedere ai suoi bisogni e a permettere all’Occidente di beneficiare di contratti di armi con l’esercito algerino. Un’inversione di tendenza che potrebbe essere attribuita agli sviluppi sulla scena internazionale e alle pressioni occidentali, sempre più vincolanti per Algeri.

Yassine Belkassem

Yassine Belkassem, marocchino italiano, già pubblicista con www.stranieriinitalia.it, e Almaghrebiya, attualmente collabora con NotizieGeoplotiche.nete Ajialpress.com testata marocchina. Per Mediterranews cura aggiornamenti dal Marocco e non solo

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