TERREMOTO. La testimonianza di un soccorritore in Siria: “Camminavamo per le strade e sentivamo solo urla”.
Nel nord-ovest della Siria 4,2 milioni di sfollati interni vivono in rifugi temporanei, tra cui tende e case costruite in modo precario. ActionAid è al fianco delle comunità colpite, in particolare intervenendo per la tutela delle donne e ragazze che più subiscono le conseguenze del terremoto.
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Il terremoto che ha colpito Turchia e Siria ha esacerbato le sofferenze delle famiglie siriane, sopravvissute ad anni di conflitto solo per perdere nuovamente le loro case, i loro cari e i mezzi di sostentamento. Dodici anni di guerra hanno lasciato donne e bambini senza padri, fratelli o mariti, e il numero di vedove o di famiglie con un capofamiglia donna e di orfani è aumentato. Oggi il loro è un futuro sempre più incerto: migliaia di madri e i loro figli si sono ritrovati nuovamente sfollati e senza nulla, in mezzo alle temperature gelide.
La testimonianza di Sawser Talostan, soccorritore locale in Siria che lavora con l’organizzazione partner di ActionAid. “Il terremoto del 6 febbraio ha riportato alla memoria dei siriani ricordi terribili, sia per chi è rifugiato in Turchia sia per quanti si trovano sfollati nel nord-ovest della Siria. Dopo la prima scossa, quando le persone hanno provato ad avvicinarsi alle case per recuperare le loro cose si è verificata una forte scossa di assestamento che ha fatto crollare gli edifici rimasti in piedi bloccando altre persone sotto le macerie. La tragedia – se possibile – si è aggravata ulteriormente. Le persone sotto le macerie urlavano, i soccorsi erano difficili. Camminavamo per le strade e sentivamo solo urla. Il nord-ovest della Siria ospita 4,2 milioni di sfollati interni che vivono in rifugi temporanei, tra cui tende e case costruite in modo precario. I bambini non conoscono nemmeno il significato della parola casa perché sono nati o vivono in una tenda, e alcuni di loro non conoscono nemmeno il significato della parola scuola. Sono loro i più colpiti dal terremoto e migliaia di famiglie che si sono ritrovate nuovamente sfollate senza nulla, in mezzo a temperature che di notte scendono sotto lo zero. Eppure li abbiamo visti grati. Grati di essere sopravvissuti, mentre intorno a loro i corpi dei morti venivano rimossi da sotto le macerie. Le squadre di volontari hanno trovato anche il corpo di un bambino di appena due giorni. Abbiamo visto con i nostri occhi quanto questa tragedia sia grave perché la gente vagava per strada senza coperte, senza cibo e senza accesso ad alcun mezzo di comunicazione, né a denaro contante. Le persone hanno iniziato a spostarsi nei campi di sfollati, che presto sono diventati sovraffollati. Tutte le tende disponibili sono state prontamente utilizzate per fornire un riparo alle famiglie colpite e la sfida più grade ora è quella di aiutare le persone soccorse. Il terzo giorno il freddo si è fatto estremamente intenso e abbiamo rafforzato la distribuzione di coperte e cibo. La situazione è leggermente migliorata ma rimane la carenza di pasti pronti e se il clima dovesse peggiorare ancora la tragedia non potrà che aggravarsi ulteriormente e l’invio di aiuti diventerà ancor più complicato”.
Durante i conflitti, i disastri naturali e altre emergenze, le donne e le ragazze sono spesso le prime a reagire, svolgendo un ruolo fondamentale per la sopravvivenza delle famiglie e delle comunità. Ma sono anche potenzialmente esposte allo sfruttamento sessuale, alla violenza e all’abuso – spesso hanno perso la loro privacy, i loro beni, le loro case o persino le loro famiglie. Inoltre, i giorni e le notti che seguono un terremoto possono essere caotici, con una mancanza di rifugi sicuri e molte persone per strada. Anche in questo caso la situazione può esporre donne e le ragazze alla violenza sessuale e, in alcuni casi, alla tratta o allo sfruttamento.
“Siamo preoccupati per la sicurezza e il benessere delle donne e dei loro figli già sfollati a causa del conflitto siriano. Molte donne colpite dal terremoto di oggi sono capofamiglia, questa catastrofe si aggiunge alle loro sofferenze e hanno bisogno di un sostegno raddoppiato. C’è un urgente bisogno di cibo, acqua, coperte, ripari e vestiti invernali. In un disastro come questo, le donne e le ragazze sono molto vulnerabili, più esposte e a rischio di sfruttamento; la loro protezione e sicurezza è la nostra priorità assoluta. Stiamo fornendo servizi di protezione e spazi sicuri alle donne per ripararsi, allattare e lavare i loro bambini e accedere al sostegno emotivo di cui hanno bisogno per affrontare lo shock e il trauma’‘ dichiara Racha Nasreddine, direttore regionale di ActionAid per la regione araba.
La risposta di ActionAid. Il terremoto ha sconvolto la vita di migliaia di persone che dovranno affrontare difficoltà senza precedenti nelle prossime settimane e mesi. ActionAid, attraverso i suoi partner locali sul campo, resterà accanto alle famiglie per valutare il sostegno aggiuntivo necessario, tra cui protezione, supporto psicosociale e kit per la salute mestruale. ActionAid chiede inoltre alla comunità internazionale di garantire che la risposta umanitaria al terremoto sia adeguatamente finanziata e di sostenere l’accesso sicuro e senza ostacoli delle organizzazioni umanitarie alle comunità più colpite.