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Tortolì: la parola agli assessori dimissionari

La risposta degli assessori dimissionari di Tortolì: “Non siamo noi ad aver tradito, è il Sindaco che ha tradito il programma elettorale”

Ho letto con profonda attenzione il comunicato stampa del ex Sindaco e l’ho trovato piuttosto singolare in quanto ammantato di un paternalismo sconcertante, quasi a rassicurare la base dei suoi tifosi, che il Sindaco gentleman sia tutto intero e sul pezzo, anche se la lezioncina di educazione civica sul ruolo del commissario avrebbe potuto evitarla.

Introduce  le  sue  riflessioni,  assolvendo  le  lungaggini  istituzionali  della  giunta regionale “che non si sa mai!”, in viale Trento potrebbero irritarsi se mostrasse insofferenza e reale interesse per il bene della cittadina, sollecitando la nomina del commissario.

Quello però che salta maggiormente all’occhio, è il testo successivo, in perfetto stile Cannas, autoassolutorio e profondamente autoreferenziale tanto da dettare, con una certa supponenza, l’agenda al funzionario regionale che reggerà le sorti del Comune fino alle prossime elezioni.

La colpa è dei quattro cattivi che sono andati via per non rispettare gli accordi preelettorali” evidentemente, secondo la sua versione, senza prima tentare un leale dibattito politico, da lui proposto infruttuosamente.

Diciamo che, a ben vedere, le cose sono andate diversamente.

Già nel 2020 ad un anno e qualche mese dalla vittoria alle urne, fu lo scrivente (ex assessore Carlo Marcia), uno dei quattro “traditori”, ad inviare un’accorata lettera al Sindaco in cui chiedeva un confronto di maggioranza per dare un impulso nuovo ad un sistema di gestione che risultava particolarmente farraginoso e centrato solo sulla figura di Cannas. Riflessione scaturita dal fatto che le deleghe assessoriali erano a  mezzo  servizio.  Infatti,  nessuna  proposta  poteva  scaturire  dal  pensiero  degli Assessori, si doveva fare solo ciò che desiderava il Primo Cittadino, nei suoi modi e con i suoi tempi, con la conseguente riduzione delle attività possibili e con le lungaggini che hanno caratterizzato i quasi quattro anni trascorsi.

Il risultato di questo tentativo di “leale e costruttivo dibattito politico” è stato l’isolamento dell’assessore e la chiusura di qualsiasi interlocuzione verso di lui, oltre ad una celata minaccia di vendetta (alla prima occasione gli sarebbe stata tolta la delega) per la lesa maestà. Nonostante ciò, con fatica e dedizione ho proceduto nel mio mandato, come dimostrano gli atti a mia firma, che sono pubblici e al sicuro nel palazzo comunale.

Ma i tentativi di trovare uno sbocco ad una situazione che stava diventando insostenibile, negli anni sono stati molteplici, le “chiacchierate animate” ad alta intensità vocale tra Sindaco e Vicesindaca, sono ormai agli annali e sono la dimostrazione che il dibattito era più che vivo e costante.

Poi, al termine del 2022, a poco più di un anno dalla fine del mandato, emerge

l’impellente esigenza di un rimpasto utile al rilancio dell’attività amministrativa. Difronte a tanta impellenza, sorgono alcune domande:

Perché, se esisteva, come dice il Sindaco, un accordo preelettorale, si è aspettato tanto per procedere al rimpasto? Non sarebbe stato più logico e pratico attivarsi a metà mandato?

L’impellenza è forse figlia del suo motto politico “Per i cittadini conta solo quello che

fai l’ultimo anno”?

O nasceva dal fatto che le ambizioni politiche di Cannas lo hanno portato a guardare ad un posto in via Roma a Cagliari, perché qualche rappresentate di qualche partito politico in un momento di sensazionalismo personale gli ha fatto credere che poteva essere cosa fatta, con qualche aggiustamento nell’assetto della Giunta Comunale?

Chi lo sa, e ahimè, mai lo scopriremo.

Certo è che Cannas inizia il giro di consultazioni, quasi sempre in forma privata per motivi facilmente comprensibili, promettendo prestigiosi incarichi alternativi (liberandosi delle deleghe e degli incarichi trattenutisi fino ad allora) e, in diversi casi, anche compensazioni economiche effettuate di tasca propria, fatto che rende piuttosto improbabile l’accusa non troppo velata, da lui mossa nelle scorse settimane, che i quattro assessori avessero fatto cadere la Giunta per motivi economici, che è una contraddizione in termini dal momento che, eravamo perfettamente consci che le dimissioni ci avrebbero lasciati senza emolumenti, mentre accettare le offerte del Primo cittadino ci avrebbe garantito lo stipendio!

Ma ancora più stupefacente è il fatto che, nel corso ultima riunione ristretta, convocata per comunicare le proprie decisioni sulla questione deleghe, agli assessori Laconca, Cattari e Murreli, Cannas abbia dato il ben servito colleghi Cattari e Murreli e confermato l’Assessora ai servizi sociali, mentre poi, avendo avuto sentore che la situazione gli stava sfuggendo di mano e che sarebbero potute insorgere possibili azioni ostili degli assessori uscenti, ha cambiato idea e ha reinserito in giunta la Murreli e il Cattari sperando di spezzare il fronte avverso che invece aveva oramai deciso che, al netto di regali e compromessi dell’ultimo secondo, era ora di finirla con i giochetti di palazzo e la politica del “divide et impera”.

Cannas poi parla di emergenze e di interruzione delle meraviglie in atto per il rilancio del Comune, ma a me sembra che giochi con l’equivoco per gettare fumo negli occhi a chi inizia ad intravvedere le sue responsabilità sulle mancanze della consiliatura uscente.

Perché, infatti, l’inserimento dei nuovi assessori per i successivi 18 mesi di mandato, avrebbe generato un nuovo slancio della macchina politico-amministrativa?

Forse perché riteneva quelli in carica incompetenti e nulla facenti?

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Hamlet

"Amo ricercare, leggere, studiare ogni profilo dell'umanità, ogni avvenimento, perciò mi interesso di notizie e soprattutto come renderle ad un pubblico facilmente raggiungibile come quello della net. Mi piace interagire con gli altri e dare la possibilità ad ognuno di esprimere le proprie potenzialità e fare perchè no, nuove esperienze." Eleonora C.

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