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Santa Caterina di Svezia, le leggende

Santa Caterina di Svezia, le leggende. Il 24 marzo si ricorda la figlia di santa Brigida.

Santa Caterina di Svezia, le leggende

Caterina nasce in una famiglia nobile: la madre è santa Brigida di Svezia. La giovane si sposa giovanissima, contraendo però un matrimonio bianco. In occasione dell’anno santo, la ragazza raggiunge la madre a Roma; poco apprende che il marito è morto. Caterina, che si oppone ad un nuovo matrimonio, segue la vita di preghiera e di carità della madre.

Quando Brigida muore, la figlia decide di riportare la salma nel loro Paese d’origine. Poco dopo, Caterina ritorna a Roma per occuparsi sia del processo di beatificazione che del riconoscimento dell’ordine brigidino. Dopo aver raggiunto nuovamente la Svezia, Caterina veste l’abito monacale.

Successivamente, diventa badessa del monastero di Vadstena. Muore nel 1381, il 24 marzo.

Il processo di santificazione si conclude nel 1484 grazie a papa Innocenzo VIII.

Caterina di Svezia, le leggende

Si racconta che un giorno, mentre la futura santa soggiorna a Roma, si diffonde l’allarme per la piena del Tevere. Caterina si mette in preghiera, per chiedere che la città sia risparmiata. Quando ormai tutto sembra essere perduto e le acque hanno già travolto gli argini, tutto cambia. Il Tevere si ritira senza che Roma abbia subito danni. In ricordo dell’episodio esiste un quadro collocato nella chiesa romana di piazza Farnese. L’edificio di culto , che  per anni la dimora di santa Brigida, ancora oggi appartiene all’ordine del santissimo Salvatore di santa Brigida.

Caterina di Svezia è spesso rappresentata in compagnia di un cervo. La leggenda vuole che l’animale, in più occasioni, le abbia salvato la vita. In particolare, si narra che la bellezza della ragazza fosse tale da suscitare in molti uomini il desiderio di conquistarla. La volontà di avere per sé Caterina, spinge un folle a tenderle un agguato, con l’obiettivo di sequestrarla. La donna riesce però a sfuggire proprio grazie ad un cervo che, dal nulla, si materializza sulla strada che la giovane avrebbe dovuto percorrere. L’aggressore stordito dall’animale perde tempo, lasciando a Caterina l’occasione di scappare.

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