Editoriali

Sulla questione dell’espulsione dei marocchini dall’Algeria nel 1975 l’Italia potrebbe essere protagonista.

Si è riunito Ieri , il Comitato sui Lavoratori Migranti, organismo incaricato di esaminare l’attuazione da parte degli Stati della Convenzione sui diritti dei lavoratori migranti e delle loro famiglie, si è riunito ieri con la delegazione del Regno del Marocco a Ginevra, dopo la presentazione del suo rapporto, l’esperto del predetto Comitato, la Sig.ra Fatima Diallo, ha affrontato la questione dell’espulsione di migliaia di marocchini, regolarmente e da molti anni residenti in Algeria.

Questo evento, scarsamente conosciuto in Europa,  detta anche “marcia nera” ricorda l’ espulsione dei marocchini  lanciata il 18 dicembre 1975 dal presidente algerino Houari Boumediene .  Entro 48 ore decine di migliaia di marocchini residenti in Algeria , senza tenere conto che  talvolta questi marocchini erano in terra algeina da più generazioni.  Fu una catastrofe di proporzioni enormi, che costrinse circa 45 mila famiglia ad abbandonare tutto quello che avevano costruito in generazioni di lavoro in terrra algerina. La vicenda si trascina da molto tempo Nel novembre 2012 , durante una seduta plenaria della Camera bassa marocchina , il numero due della diplomazia marocchina, Youssef Amrani , dichiarò davanti ai deputati che “il regno non abbandonerà mai i beni , nel 2010 dallo Stato algerino, delle 45.000 famiglie espulsi nel 1975 dal territorio del vicino orientale” , in reazione all’applicazione in Algeria di un articolo della legge finanziaria del 2010, che autorizzava l’ incameramento al demanio dello stato algerino dei marocchini espulsi da quel paese. Un problema che sopravvive ancora oggi, visto che nell’incontro di Ginevra di questi giorni, il Marocco ha chiesto al Comitato dell Nazioni Unite di esaminare la questione dei beni confiscati ai marocchini nel 1975 dall’Algeria.

Questa situazione tesa, complicata dal fatto che l’Algeria ha interrotto in modo unilaterale le relazioni diplomatiche con il Marocco , potrebbe essere il banco di prova per il ritorno dell’Italia sulla scena nel Nord Africa .

L’Italia potrebbe essere un’aottima mediatrice, o faciliatatrice del dialogo su questa vicenda essenzialmente per due ragioni: la prima, perchè la vicenda dell’espulsione dei marocchini dall’Algeria è molto simile alla situazione dell’espulsione degli italiani dalla Libia nel 1970. Anche in quel caso, cittadini italiani, spesso residenti in Libia dal 1911, furono costretti a lasciare il territorio libico e subirono la confisca dei beni e, per coloro che erano nati in quella regione venne imposto il divieto assoluto di recarsi anche per scopi turistici. 

La seconda è di ragioni storico economiche. L’Italia vanta lunghe e consolidate relazioni con l’Algeria. Si potrebbe dire che la stessa indipendenza algerina deve molto all’Italia quindi in virtù di queste buone relazioni, ulteriormente consolidate dall’interscambio economico la nostra Nazione potrebbe essere una mediatrice sulla questione dei cittadini marocchini espulsi dall’Algeria, anche attraverso l’organizzazione di uno spazio neutro a Roma, dove le parti potrebbero parlarsi ed affrontare in libertà le diverse questione. Anche solo cosi facendo l’Italia sarebbe protagonista del dialogo in Nord Africa.

Marco Baratto

Marco Baratto

Nato a Milano , Laureato in Legge. Si interessa di storia dei rapporti tra l'Europa e il Mediterraneo.

Related Articles

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close
Privacy Policy Cookie Policy