Comunicati Stampa

Il MSP avverte che nelle prossime ore il Polisario potrebbe scatenare un’ondata di repressione nel campo di Dakhla in Algeria

Nel suo comunicato stampa del 3 aprile 2023, il Movimento Saharawi Saharawi per la Pace (MSP) ha denunciato l’aggressione subita dalla famiglia del suo Primo Segretario Haj Ahmed Barikallah la settimana scorsa, da gruppi armati del Polisario nel campo profughi saharawi di Dakhla situato a 160 chilometri a est della città algerina di Tindouf.
Nello stesso comunicato, il MSP ha evidenziato “il clima di insicurezza e intimidazione che regna nel campo di Dakhla” e ha lanciato allarme che “da venerdì un forte dispositivo delle milizie del Polisario ha preso posizione nel campo di Dakhla e non è escluso che nelle prossime ore si scateni un’ondata di arresti e repressione contro i profughi”.
Il Primo Segretario del MSP ha criticato “l’intolleranza e l’incitamento all’odio che il Polisario fa circolare tra i profughi e ha lanciato appello alle istituzioni europee, invitandole a condurre un’indagine e prendere atto dei fatti citati”. Diverse lettere con le prove sono state inviate ai membri del Parlamento Europeo e al Servizio Esteri dell’Unione Europea, nonché a vari partiti politici spagnoli e organizzazioni internazionali per denunciare la suddetta aggressione.
Illustrando i dettagli del “vile attacco” la Commissione per i Diritti Umani del MSP ha precisato che “i campi profughi saharawi di Tindouf sono stati scossi dall’ignobile attacco a una famiglia saharawi nel campo di Dakhla giovedì 30 marzo 2023”, da parte della milizia del Polisario, “in un abominevole azione di vendetta contro i parenti del primo Segretario del MSP per le sue attività politica d’opposizione alle politiche repressive del Polisario”.
La commissione ha osservato “le aggressioni verbali e fisiche da parte di elementi armati appartenenti al Polisario con l’intenzione di causare gravi danni alle vittime”, precisando che “sì tratta di gravi ferite alla gamba e al piede della giovane saharawi Hasina Salem Ahmed e di suo zio Buh Habub”. Per la commissione, “queste atrocità sono state commesse nei confronti di Saharawi inermi nei campi profughi nella regione di Tindouf per far tacere le voci contrarie al Polisario e per reprimere ogni iniziativa tesa alla ricerca di una soluzione politica negoziata del conflitto nel Sahara”. E “chiede la fine degli atti di violenza e delle gravi violazioni ingiustificate contro i profughi saharawi a Tindouf” commesse dagli elementi armati del Polisario, e invita il governo algerino ad assumersi le proprie responsabilità nel proteggere i civili nei campi, in conformità con le norme delle convenzioni internazionali sui diritti umani di cui fa parte”.
La commissione Diritti Umani del MSP ha rivolto “un appello urgente” al Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres e al suo inviato personale nel Sahara, Staffan de Mistura, “sulla necessità di un intervento immediato per salvare i profughi saharawi dalla repressione e dagli abusi del Polisario e dagli attacchi e abusi mirati contro gli oppositori e le loro famiglie a causa delle loro opinioni e posizioni sul conflitto”, sottolineando “la necessità che gli autori di questi atti criminali vengano tradotti davanti al tribunale” algerino e di “creare un meccanismo di monitoraggio per mantenere la sicurezza dei campi e proteggere i loro residenti”.
Dalla sua parte, l’Associazione Saharawi per la Difesa dei Diritti Umani (ASADEDH) sostiene che si tratta di “una chiara vendetta della dirigenza del gruppo Polisario nei confronti del leader del MSP dopo i successi che ha avuto questo movimento sia all’interno dei campi di Tindouf in Algeria che all’estero, che confutano la rappresentanza del Polisario della popolazione saharawi nei campi”.
Il Forum di sostegno agli Autonomisti di Tindouf (Forsatin) riferisce che aveva già allertato lo scorso febbraio sulla situazione “allarmante” dei diritti umani nei campi, nonché sulla “natura dei crimini e delle flagranti violazioni commesse sul territorio algerino”. “I giovani vengono arrestati e torturati per il loro dissenso e rifiuto di imbracciare le armi contro il Marocco, prima di essere rinchiusi in prigioni segreti, dove subiscono vari tipi di ignobili torture”, denuncia FORSTIN.

Yassine Belkassem

Yassine Belkassem, marocchino italiano, già pubblicista con www.stranieriinitalia.it, e Almaghrebiya, attualmente collabora con NotizieGeoplotiche.nete Ajialpress.com testata marocchina. Per Mediterranews cura aggiornamenti dal Marocco e non solo

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