Decimoputzu: 6 e 7 maggio monumenti aperti
Ci sarà anche Decimoputzu tra i comuni che sabato 6 e domenica 7 maggio inaugureranno la ventisettesima edizione di Monumenti Aperti. Fino al 4 giugno, lungo cinque fine settimana, sessanta amministrazioni comunali della Sardegna ospiteranno la manifestazione e apriranno le porte dei loro beni culturali più preziosi per offrirli al racconto di migliaia di giovani studenti. Numerosa la presenza di enti locali che entrano per la prima volta nella rete, a testimonianza della vivacità dell’iniziativa nata a Cagliari nel lontano 1997.
Dopo la pausa estiva, Monumenti Aperti oltrepasserà il mare per approdare nella Penisola dove ancora una volta sarà presente in Emilia Romagna e in Puglia.
Una edizione 2023 che fin dal titolo “Pratiche di meraviglia” vuole essere uno stimolo per giovani e adulti a riscoprire il piacere di meravigliarsi davanti alle bellezze del nostro straordinario patrimonio culturale.
Tra i comuni che hanno spesso preso parte alla manifestazione, la cittadina di Decimoputzu sarà presente alla ventisettesima edizione di Monumenti Aperti con 5 monumenti e un itinerario raccontati da alunni, docenti e genitori delle prime classi delle scuole medie dell’istituto Gramsci nel fine settimana di sabato 6 e domenica 7 maggio.
Così commenta il sindaco Antonino Munzittu: «Anche quest’anno si aprono le porte di Monumenti Aperti con la finalità di valorizzare e conoscere la cultura locale, acquisendo maggiore consapevolezza sulla ricchezza e sulle potenzialità dei beni storico-archeologici del paese».
I MONUMENTI
La Chiesa parrocchiale N. S. delle Grazie (con orari di apertura 8-12 e 16-18) risale agli inizi del XV secolo. Al primo impianto gotico-catalano, con la capilla mayor e due cappelle per lato, nel 1629 si aggiunse la cappella della Madonna del Rosario e nel ‘700 la costruzione di due archi. Ma i lavori che hanno caratterizzato una variazione morfologica all’edificio sono avvenuti nel corso del secolo scorso: in particolare, nel 1967 è stato ampliato l’edificio con lo sfondamento del muro terminale della cappella maggiore, dando alla chiesa una conformazione non più gotico-catalana.
La Chiesa di San Giorgio è riconducibile alla ecclesia Santi Giorgi de Decimu, che figura in un documento del 1089. Nella metà del ‘500 fu utilizzata sia come chiesa che come cimitero, ma è dal 1989, anno di lavori di scavo e restauro, che si conosce meglio questo edificio: sono stati trovati infatti un mosaico romano, i conci di un fonte battesimale, diverse monete databili 1100-1200, fino al 1500, e persino diverse sepolture. All’interno è presente un retablo di impostazione ‘400-500 con possibili ridipinture nella seconda metà del ‘500: sono rappresentati la crocifissione, l’adorazione dei Magi, alcuni santi non meglio identificati e, naturalmente, scene di San Giorgio. Di lui, anche una statua seicentesca. Orari di apertura: 8-12 e 16-18. L’ipogeo di Sant’Iroxi (San Giorgio) fu scoperto nel 1897 nel corso dei lavori per la costruzione della palestra comunale. Si ritiene che il sito sia nato in età tardo neolitica, e sia stato utilizzato per 1500 anni come il villaggio a cui è appartenuto, dai tempi della Cultura di Ozieri sino a quella di Bonnannaro. La tomba si componeva di tre vani privi di addobbi architettonici e di arredi decorativi simbolici, sono stati trovati 180 individui seppelliti in posizione rannicchiata fetale, con un vasto campionario di armi dell’epoca comprendente 19 tra pugnali in rame arsenicale e, per la prima volta, anche grandi spade (corredo custodito al Museo Archeologico Nazionale di Cagliari). Per questo, il sito datato nell’Età del Bronzo Antico e attribuita alla Cultura di Bonnanaro, è detto Tomba dei guerrieri.
A circa tre chilometri dal centro abitato si trova la Chiesa di San Basilio Magno, di cui si hanno informazioni dal 1365: l’impianto medievale andò però in rovina, e venne ricostruito nel 1652. Sappiamo dai documenti che dovesse essere identica alla chiesa di San Pietro (distrutta a fine ‘700), con le cumbessias nelle aree adiacenti, demolite anche queste intorno al 1960. Per la pianta potrebbe trattarsi di una chiesa monastica, e possiede un fonte battesimale particolarmente pregiato e un retablo, quasi certamente parte di un reticolato retablo ligneo.
La Dea Madre originale, insieme ad altri reperti di epoche diverse trovati nel territorio putzese fra la fine dell’800 e del ‘900 (monete, due coppie di stele bizantine ecc.), si trovano al Museo Archeologico di Cagliari. In occasione di Monumenti Aperti, in via Grande è possibile ammirare una riproduzione della statuetta originale in alabastro, la quale fu ritrovata nella località Su Cungiau de Marcu.
La camera e la tomba di don Antonio Loi, l’una in via Grande e l’altra nel cimitero comunale, raccontano la vita e le opere del sacerdote nato nel 1936 ultimo di sette figli. A 13 anni entrò nel Seminario diocesano di Iglesias, a 18 al Seminario Regionale Sardo a Cuglieri. Nel 1963, al quarto anno di Teologia, gli fu diagnosticato un linfoma di Hodgkin, ma riuscì comunque a diventare sacerdote. Esercitò per 20 mesi fino alla morte, a casa sua. Al 2017 è cominciata la causa di beatificazione e canonizzazione per il riconoscimento delle virtù eroiche.
L’edizione di Monumenti Aperti a Decimoputzu non propone solo visite guidate ai monumenti ma anche un interessante tour dedicato ai murales, per ammirare le numerose opere nel paese create da artisti locali: Tellas, al secolo Fabio Schirru, e Andrea Sabiucciu. Del primo è possibile ammirare l’opera Memorie, omaggio alla piazza Cabadroxia che è ritrovo per i putzesi, il murale sulle stagioni e sul loro cambiamento davanti ai giardini di via Nino Bixio “Il futuro del nostro paese”, all’interno delle scuole elementari, non a caso realizzato con gli oltre 200 bambini dell’istituto. L’opera nella facciata della scuola media è un tributo a Gramsci, anche questa realizzata insieme agli studenti. I murales di Sabiucciu sono un omaggio alla storia e alle tradizioni sarde: in via Centrale si trova il murale dipinto in collaborazione con altri artisti, mentre il primo realizzato in autonomia, che ritrae la tradizionale processione religiosa, si trova a fianco alla chiesa parrocchiale. Non lontano si trova quello dedicato all’alluvione che nel 1917 inondò il paese, nella piazza centrale l’omaggio all’ex sindaco Gianni Sabiucciu. L’artista commemora alcune figure tristemente legate al Covid, ma anche la storica postina del paese (via Villacidro), un compaesano morto di incidente (via Palestrina) e celebra l’accoglienza e l’integrazione col murale nel cortile della casa Bellu.
L’elenco completo degli eventi collaterali è consultabile sul sito monumentiaperti.com
INFORMAZIONI UTILI
I monumenti saranno visitabili gratuitamente sabato 6 maggio e domenica 7 maggio dalle 09.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 20.00, salvo dove diversamente specificato.
Per la visita ai siti si consigliano abbigliamento e scarpe comode. Le visite alle chiese saranno sospese durante le funzioni religiose. È facoltà dei responsabili della manifestazione limitare o sospendere in qualsiasi momento, per l’incolumità dei visitatori o dei beni, le visite ai monumenti. In alcuni siti la visita potrà essere parziale per ragioni organizzative o di afflusso.