AFP francese in conflitto con la deontologia, il parlamento europeo e con il Marocco
L’Agence France (AFP) continua ad attaccare il Marocco e ad incoraggiare le repressioni sistematiche in Algeria malgrado la condanna del PE di tali repressioni sistematiche in corso dal 2019 in Algeria. Questa disparità di trattamento è destinata a portare a una percezione errata della situazione reale nei due paesi.
L’AFP megafono del governo francese dovrebbe fare una rettifica, in seguito al suo articolo ostile a Rabat e incoraggiante ad Algeri soprattutto con l’adozione, giovedì 11 maggio a Strasburgo, di una risoluzione che condanna senza appello il regime algerino, a stragrande maggioranza 536 voti favorevoli, 4 contrari e 18 astenuti, per la repressione della libertà di stampa e di espressione, come dimostra il caso del giornalista Ihsane El Kadi condannato ad aprile a 5 anni di prigione.
Il contrasto tra detta risoluzione e la pubblicazione dell’AFP non ha mancato di suscitare lo stupore degli osservatori, che puntano il dito contro questa sistematica inesorabilità e questa flagrante parzialità dell’AFP nei confronti del Marocco e dei suoi interessi e si interrogano, ancora una volta, sulle ragioni della sua parzialità nel trattamento delle informazioni marocchine.
È chiaro che AFP diserta i suoi obblighi professionali, etici e deontologici nel suo trattamento tendenzioso contro il Marocco è quindi in linea con la pressione politica e mediatica francese dispiegata per abbassare il tenore della risoluzione del PE contro l’Algeria. Le consuete manovre compiute negli spazi del PE e in alcune capitali europee non hanno avuto il successo desiderato, con dispiacere di alcuni eurodeputati e di altri ambienti politici e mediatici francesi, che ovviamente non hanno risparmiato i loro sforzi, come aveva tentato la presidenza del gruppo Renew al PE, vicino al governo francese, di ritirare dall’agenda del PE la bozza di risoluzione contro l’Algeria.