Editoriali

L’ Algeria riscopra l’importanza della “Carta di Algeri” : anche nei confronti dei migranti

Fra meno di un mese, il 4 Luglio, sarà il 47° annivesario della “Carta di Algeri” . Un documento ufficioso , voluto dall’antifascista italiano , Lelio Basso, La  Conferenza di Algeri, promossa dalla Fondazione internazionale Lelio Basso per il diritto e la liberazione dei popoli insieme alla Lega Internazionale per i diritti e la liberazione dei popoli. Parteciparono alla conferenza numerosi giuristi, economisti e personalità politiche, sia dei paesi industrializzati che del Terzo Mondo, oltre a un gran numero di rappresentanti dei movimenti per la liberazione dei popoli, organizzazioni non governative ed esponenti del movimento internazionale per la promozione dei diritti dei popoli. La scelta di Algeri fu dovuta a precise ragioni: Algeri era un punto di riferimento strategico per i paesi non allineati; era la capitale di una nazione che aveva duramente lottato per affrancarsi dalla dominazione coloniale. .

La “Carta di Algeri” sancisce che “Nessuno, per ragioni di identità nazionale o culturale, può essere oggetto di massacro, di tortura, persecuzione, deportazione, espulsione, o essere sottoposto a condizioni di vita tali da compromettere l’identità o l’integrità del popolo a cui appartiene”.  Lelio Basso, scelse Algeri , come ho detto perchè rappresentava all’epoca quegli ideali . 

Putroppo,oggi, numerose organizzazioni non governative , come Alarme Phone Sahara (APS). Secondo questa ONG  Tra il 1 gennaio e il 1 aprile 2023, più di 11.300 persone sono state espulse dall’Algeria verso il Niger, Se alcuni di questi migranti riusciranno a essere rimpatriati, secondo le autorità nigerine, dall’inizio di questo mese di maggio, più di 5.000 di questi migranti rimarrebbero ancora bloccati nel deserto di Assamaka, una città nel nord-ovest del Niger , nella regione di Agadez.

Secondo il direttore di APS Moctar Dan Yaye.:” Dopo tutti i traumi che hanno subito, ovvero il racket e la repressione, ora devono ancora camminare per raggiungere un villaggio dove poter avere i primi soccorsi, o vedere volti umani”, (…) “criteri di età, sesso o condizione di queste persone che vengono arrestate. Quindi quando sei sub-sahariano, quando sei nero, puoi essere restituito in queste condizioni. Quindi generalmente troviamo giovani, da dai 20 ai 30 anni, donne, ragazze, spesso minorenni, donne incinte, spesso anche bambini e anziani, e non tutte queste persone hanno la stessa capacità di camminare dai 15 ai 18 chilometri, il che significa che ce ne sono alcuni che sono rimasti sulla strada..

Lelio Basso, scelse l’Algeria per il suo valore simbolico nella lotta di liberazione, una lotta molto simile alla “guerra partigiana” di cui aveva fatto parte in Italia. Per rispetto di questi valori, che sono valori fondanti della Repubblica italiana e di quella algerina , credo umanamente giusto fermare queste epulsioni o per lo meno dimostrare al mondo intero che queste notizie non sono vere.

Marco Baratto

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Marco Baratto

Nato a Milano , Laureato in Legge. Si interessa di storia dei rapporti tra l'Europa e il Mediterraneo.

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