Sardegna: servono specialisti nel comparto energia
Le imprese sarde dell’energia a caccia di tecnici, elettricisti, consulenti ma sono introvabili 500 specialisti su 3mila. Giuseppe Tatti (Delegato Energia Confartigianato Sardegna): “Pochi addetti disponibili e inadeguati: urgente puntare sul percorso scolastico e formativo”.
Tecnici, elettricisti, consulenti ma anche saldatori, installatori e designer.
Il mondo dell’energie, rinnovabili e non, e delle sue utilities è in continua ascesa anche in Sardegna ma mancano le figure professionali adeguate. Nel 2023, infatti, la richiesta di addetti specializzati si aggira sulle 3mila unità anche se il 16,3%, circa 500 professionisti, di queste risulta introvabile. A livello nazionale, invece, le proposte di lavoro nel campo dell’energia arrivano a 55mila, di cui 18.240, il 33,2%, risultano introvabili.
E’ questo ciò che emerge dal rapporto dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna, su da UnionCamere e Anpal 2023, che ha analizzato la “Difficoltà di reperimento delle professioni qualificate per energie e utilities”.
Secondo il dossier, la mancanza di questi lavoratori ha 3 motivazioni: il 26,0% dal ridotto numero di candidati, l’11,5% per la loro inadeguatezza scolastico-formativa e il 2,3% per altri motivi. Per questo le imprese di energia, gas, acqua, ambiente impiegano mediamente 3,2 mesi prima di riuscire a ricoprire la posizione vacante, per il 10,2% delle entrate sono richiesti più di sei mesi di ricerca, e in particolare per ricoprire circa 3mila posizioni serve più di un anno di ricerca.
“Il difficile reperimento del personale qualificato – commenta Giuseppe Tatti, impiantista e delegato di Confartigianato Sardegna per energia e impianti – è un fenomeno in costante crescita e nel comparto energetico cresce rispetto al 2022. Diverse le concause che agiscono sul mismatch di domanda e offerta di lavoro; in primis la crisi demografica: nell’arco degli ultimi dieci anni i giovani sardi under 35 attivi sul mercato del lavoro si sono decimati, pari al 10,4% in meno”. “Tra gli altri fattori – prosegue – l’adeguatezza del candidato che consegue al percorso scolastico e formativo svolto, la precedente esperienza lavorativa, necessaria per posizioni con elevate competenze tecniche, il livello e le prospettive di evoluzione della retribuzione e della carriera in azienda, la tipologia contrattuale offerta e l’accesso a strumenti di welfare aziendale”.
In chiave regionale la difficoltà di reperimento pone la Sardegna, con il 16,3%, al penultimo posto in Italia. La richiesta è più elevata in Trentino Alto Adige con 52,2%; seguono, con valori superiori alla media, Friuli Venezia Giulia con 46,9%, Piemonte – Valle d’Aosta con 46,4%, Veneto con 44,6%, Umbria con 41,7%, Liguria con 40,4%, Emilia Romagna con 39,3% e Abruzzo con 34,7%.
Secondo l’analisi, sull’offerta di lavoro influisce la quantità e la qualità dei flussi migratori in ingresso e uscita, la propensione al lavoro manuale e la flessibilità degli orari. Anche l’efficacia delle politiche attive influisce sull’offerta di lavoro. Inoltre, gli effetti legati alle policy si intrecciano con i fenomeni della concorrenza sleale del sommerso e una elevata tassazione del lavoro, a cui è associato un ampio cuneo fiscale.
In relazione alle professioni richieste nel settore di energia e utilities, le entrate difficili da reperire sono più rilevanti in valore assoluto per conduttori di impianti e operai di macchinari fissi e mobili, cui seguono gli operai specializzati, le professioni tecniche e le professioni esecutive nel lavoro d’ufficio. Nel dettaglio risultano quasi introvabili gli installatori di impianti di isolamento e insonorizzazione, gli specialisti di saldatura elettrica e a norme ASME e i Tecnici della conduzione di impianti produttivi in continuo. Seguono saldatori e tagliatori a fiamma, tecnici meccanici, direttori e dirigenti, addetti alla gestione del personale, tecnici della produzione manifatturiera, tecnici della sicurezza sul lavoro e conduttori di mezzi pesanti e camion.
“Tra quelle difficilmente reperibili – sottolinea il Delegato per l’energia – non mancano poi anche tutte quelle figure professionali con competenze trasversali, si pensi per esempio ai manager per le energie rinnovabili o ai tecnici-geologici agli assicuratori ambientali e tante altre ancora”. “Insomma – conclude – opportunità sono tante e per tutti ma bisogna ovviamente prepararsi per tempo per farsi trovare pronti, preparati e qualificati nel momento in cui l’offerta per questi impieghi si presenterà”.