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A Cosio d’ Arroscia la Casa degli Artisti è OK

COSIO D’ARROSCIA- Nella nuova Casa degli Artisti “Derive” organizzata nel circuito del MAP, Museo nomade di Arti Primarie, le situAzioni sono tante. In modo permanente sono visitabili alcune sale dedicate a “SituAzioni”. Dal momento dell’apertura sono stati tanti i visitaori che hanno visitato le opere in permanenza e quelle temporanee.                                                                                “Si tratta- ci spiega lo stesso esperto d’arte e promoter Giuliano Arnaldi- di installazioni, esposizioni ed opere che consideriamo essenziali: al primo piano, nelle sala CoBrA,  opere di Alechinsky, Appel, Corneille,  Jorn e Vandercam dialogano in modo permanente con una collezione di opere tradizionali di arte Oceanica provenienti dalla Collezione Berger. Nella sala Henry Moore il dialogo è tra alcune opere su carta del grande scultore inglese e piccoli, monumentali oggetti di diverse culture Africane. Ma chi verrà a trovarci sarà accolto da una stupenda sala dedicata a Rainer Kriester, che fu precursore, ancora oggi in gran parte incompreso, del dialogo tra linguaggi dell’arte apparentemente diversi nel tempo e nello spazio”.                                                                                                                       Ma la Casa degli artisti è aperta anche alle residenze per giovani talenti ed ad ospitare già artisti affermati: “Al piano superiore- conclude Arnaldi- gli Artisti che verranno a trovarci saranno ospitati in ambienti caratterizzati anch’essi da proposte di dialogo permanenti: la Stanza Blu , con un grande dipinto del XVII secolo che raffigura Maria Maddalena e figure di Antenate Ancestrali di cultura Lobi ( Burkina Faso )  e la Stanza Verde , che ospita una importante deposizione della fine del XVI secolo posta di fronte ad un’ antica  testa reliquiale in legno e ottone proveniente dal Gabon, che rimanda al format Elogio della Sofferenza, da anni incubatore di eventi promossi da Tribaleglobale”. Per gli appassionati dell’Arte contemporanea è dunque d’obbligo una visita a questo luogo che vuole soprattutto cercare di conservare la memoria dei numerosi e grandi artisti che hanno scelto l’entroterra ingauno per isprirarsi o viverci partendo da Pinot Gallizio fino ad arrivare a Rainer Kriester.

                                                                              CLAUDIO ALMANZI

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