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COP28, STUDIO GREENPEACE ITALIA-OSSERVATORIO DI PAVIA: INTERVENTO DI MELONI SU CLIMA A DUBAI UNA RARITÀ, NEGLI ULTIMI MESI POCHISSIME LE SUE DICHIARAZIONI SULLA CRISI CLIMATICA

 I leader politici italiani continuano a parlare pochissimo di crisi climatica, anche in quei mesi in cui gli eventi climatici estremi hanno trovato maggiore spazio sui mezzi d’informazione. Sono in particolare gli esponenti di governo – prima fra tutti Giorgia Meloni, attesa nelle prossime ore a Dubai per intervenire durante la conferenza ONU sul clima – a ignorare la crisi più urgente della nostra epoca e a includere, nei loro pochi discorsi sul tema, posizioni ambigue o talvolta di opposizione alle azioni da intraprendere per la salvaguardia del clima.

È quanto emerge da una nuova analisi realizzatadall’Osservatorio di Pavia per conto di Greenpeace Italia, che ha preso in considerazione, nel periodo tra maggio e agosto 2023, tutte le dichiarazioni sulla crisi climatica e sulla decarbonizzazione di tredici leader politici ed esponenti di governo postate su Facebook, raccolte dai cinque quotidiani nazionali più diffusi (Corriere della Sera, la Repubblica, Il Sole 24 Ore, Avvenire e La Stampa) e dai telegiornali serali delle reti Rai, Mediaset e La7. L’elenco delle figure politiche comprende: Bonelli, Calenda, Conte, Fratoianni, Giorgetti, Lollobrigida, Magi, Meloni, Pichetto Fratin, Renzi, Salvini, Schlein e Tajani.

Nel quadrimestre oggetto del monitoraggio sono state registrate solamente due dichiarazioni da parte della Presidente del Consiglio in materia di clima, entrambe riportate dalla carta stampata, mentre l’analisi realizzata dall’Osservatorio di Pavia non ha rilevato il tema nei suoi post su Facebook o nelle sue dichiarazioni riportate dai telegiornali.

«Il discorso che Giorgia Meloni pronuncerà nelle prossime ore dal palcoscenico della COP28 di Dubai resterà purtroppo solo una mera formalità, dato che la lotta alla crisi climatica non è certo al centro delle sue attenzioni, come conferma l’assenza del tema nelle sue dichiarazioni pubbliche persino nei mesi in cui le alluvioni in Romagna e le temperature record di luglio lo hanno portato tristemente alla ribalta mediatica nazionale», dichiara Federico Spadini, campagna clima di Greenpeace Italia. «Continuare a ignorare la crisi climatica rischia innanzitutto di ritardare ulteriormente la transizione energetica di cui abbiamo urgente bisogno, e di perpetuare lo status quo profondamente condizionato dagli interessi delle aziende fossili, come ENI, che continuano a fare profitti bruciando gas e petrolio, a discapito del Pianeta».

La frequenza delle dichiarazioni sulla crisi climatica dei leader politici è in generale molto bassa: sono infatti appena lo 1,2% sul totale delle dichiarazioni rilasciate ai TG e salgono al 3,8% sul totale dei post pubblicati su Facebook. Si registrano comunque differenze tra i leader politici, con i leader della sinistra come Bonelli, Fratoianni e Schlein che ne parlano più degli altri. Unica eccezione nel fronte di governo, il ministro Pichetto Fratin, i cui discorsi però contengono spesso posizioni definibili come ambigue rispetto alle azioni da intraprendere per contrastare i cambiamenti climatici.

La scarsa rilevanza della crisi climatica nei discorsi politici appare persino più evidente se confrontato con i risultati di un altro report pubblicato pochi giorni fa da Greenpeace e dall’Osservatorio di Pavia, da cui emerge che nel secondo quadrimestre del 2023 i principali quotidiani italiani hanno pubblicato in media 3,3 articoli al giorno in cui si fa almeno un accenno alla crisi climatica, sebbene gli articoli realmente dedicati al problema siano meno della metà. Si tratta di un aumento sensibile rispetto alla prima parte dell’anno, riconducibile al dibattito che ha accompagnato l’alluvione dell’Emilia-Romagna e le ondate di calore estive, ma segnato anche dal tentativo di sminuire gli impatti già purtroppo ben riscontrabili del riscaldamento globale, con il 18% degli articoli che diffonde argomenti apertamente negazionisti o di opposizione agli interventi per contrastare la crisi climatica.

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