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 Confartigianato Sardegna, sanificazione, disinfezione e pulizia in Sardegna quasi 755 imprese

Sanificazione, disinfezione e pulizia: in Sardegna quasi 755 imprese e circa 7mila dipendenti che consentono al sistema produttivo sardo di lavorare in sicurezza. Lai e Serra (Confartigianato Sardegna): “Settore fondamentale per lavorare e vivere in sicurezza e salute: no agli improvvisatori”.

Pulizia e sanificazione sono le due attività che hanno consentito alle imprese di resistere durante il Covid e hanno permesso all’economia regionale e nazionale di ripartire in sicurezza.

La Sardegna conta 755 imprese delle attività di pulizia e disinfestazione con 6.737 addetti, che si occupano, oltre alla consueta pulizia, anche di decontaminazione, disinfezione, disinfestazione degli ambienti. Si tratta di un comparto ampiamente vocato all’artigianato: ben 460 imprese, ovvero il 60% del totale (2 su 3) infatti, hanno conduzione artigiana con 1.549 lavoratori. Il settore registra una buona performance di crescita spinta da una crescente attenzione all’igienizzazione, alla pulizia e alla
sanificazione si coglie anche dal trend positivo del fatturato complessivo del settore a livello nazionale che nel 2023, rispetto al 2019, cresce del +5,2%.

Sono questi i dati che emergono dal dossier “Pulizia e sanificazione, settore chiave post Covid-19”, realizzato dall’Ufficio Studi di Confartigianato Sardegna, che ha analizzato i dati ISTAT 2023

I dati territoriali dicono che a Cagliari operano 282 imprese, di cui 135 artigiane, con 3.319 addetti, di cui 468 artigiani. A Nuoro, 59 imprese e 271 addetti, di cui 45 imprese artigiane con 158 addetti; a
Oristano operano 46 imprese con 286 addetti, con 25 aziende artigiane e 79 addetti; su Sassari lavorano 276 realtà con 2.122 addetti, di cui 188 artigiane e 659 lavoratori; nel Sud Sardegna, 122 imprese con 735
addetti, di cui 67 artigiane e 186 addetti.

Ed è stato proprio nel momento di massima crisi sanitaria, che ci si è accorti del valore della pulizia e dell’igiene come strumento fondamentale per ridurre il rischio di contagio.

“Solo adesso ci rendiamo conto di quanto sia stato fondamentale e vasto questo settore, e di quanto dobbiamo dire grazie a tutte le persone che vi hanno operano e che ancora vi operano – commentano
Maria Amelia Lai e Daniele Serra, Presidente e Segretario di Confartigianato Imprese Sardegna – un’attività strategica che, soprattutto in quei 2 anni terribili, ha permesso agli ospedali di non
fermarsi, alle imprese di non chiudere e ai trasporti di continuare a marciare”.

E silenziosamente le imprese di pulizia e gli operatori continuano a impegnarsi quotidianamente per il bene di tutti. Una professione, quello dell’operatore di pulizia, spesso nascosto perché il servizio
viene erogato prima dell’inizio delle attività lavorative, proprio perché è un prerequisito necessario ad esse. Quella della pulizia è una attività professionale riconosciuta dalla Legge e per la quale sono previsti precisi requisiti di accesso.

“La pulizia e l’igiene fanno parte di quegli elementi imprescindibili per garantire il benessere delle persone e delle collettività – continuano Lai e Serra – un bene immateriale che permette di vivere
nella salute, un elemento talmente necessario che lo si dà per scontato e di cui si prende coscienza quando viene a mancare”.

Il settore è caratterizzato da una importante componente di innovazione tecnologica (dai panni ai macchinari più sofisticati) e da processi produttivi che possono essere controllati e monitorati anche
in termini di risultati.

Il timore dell’Associazione Artigiana è che adesso, purtroppo, passato il periodo della pandemia, possano tornare in voga politiche poco lungimiranti. La pulizia, la disinfezione, la sanificazione sono
processi produttivi specifici che necessitano di professionalità, competenza e anche tecnologie che possano rendere veramente efficaci i trattamenti. Sono attività che devono essere attentamente progettate, ad alta intensità di manodopera e i cui costi non possono/potranno essere contratti se si vogliono determinate prestazioni e un servizio di qualità che garantisca pulizia e igiene.

“Noi ci batteremo – concludono il Presidente e Segretario – affinché questa attenzione al comparto e la corsa di molti ad offrire i servizi propri non porti le imprese a rivolgersi a degli improvvisatori perché
si avrebbero dei seri danni per tutti”.

L’ANALISI NAZIONALE

Nel 2023 nelle attività di pulizia e disinfestazione operano 49.628 imprese e 466mila addetti, una struttura imprenditoriale che delinea una diffusa presenza dell’artigianato: le 31.363 imprese artigiane
rappresentano, infatti, poco meno di 2 imprese del settore su 3 (63%) e danno lavoro a 79mila addetti, di cui 49mila dipendenti e 30mila indipendenti.

Secondo l’analisi condotta dall’Osservatorio Nazionale di Confartigianato, la quota di imprese artigiane più elevata si riscontra in Trentino – Alto Adige con 80,2%, Piemonte con 78,8%, Liguria con 78,7%, Valle d’Aosta con 78,6 ed Emilia Romagna con 75,1%.
La dimensione media di una impresa artigiana del settore è di 3,1 addetti per impresa ed è superiore ai 2,6 addetti rilevato per il totale imprese artigiane.

A livello dimensionale, il 96,5% delle unità sono micro e piccole con meno di 50 addetti (MPI) e occupano il 41,5% degli addetti: si tratta di circa 44mila unità locali delle imprese e 193mila addetti, che
generano un fatturato di 5,9 miliardi di euro e un valore aggiunto di 3,4 miliardi di euro.

In chiave territoriale, più della metà degli addetti si concentra in unità di micro e piccola dimensione in Valle d’Aosta con 77,2%, Molise con 65,7%, Umbria con 63,0%, Piemonte con 53,0%, Marche con 51,0% e
Calabria con 50,1%.

La rilevanza del comparto si è ampliata a seguito dell’intensificazione delle attività di sanificazione, igienizzazione e pulizia per contrastare gli effetti della pandemia. Nel 2023 il numero di imprese attive risulta superiore del 5,3% rispetto al 2019, anno pre Covid-19. Un analogo trend di crescita si rileva per
l’artigianato che nel triennio vede il numero di imprese salire di 1.329 unità (+4,4%) contribuendo al 53% dell’incremento complessivo.

La performance positiva del settore si coglie anche dalla crescita del 3,3% del fatturato nel 2023, con un aumento cumulato del 5,9% rispetto al 2019.

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