Ottana: Boes, Merdules e sa Filonzana
![Ottana: Boes, Merdules e sa Filonzana foto FABIO LAI](/wp-content/uploads/2024/01/1000064579-780x470.jpg)
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Alla scoperta di una delle maschere barbaricine più antiche e caratteristiche della Sardegna tipiche del Carnevale di Ottana.
I “Boes e Merdules” animano il Carnevale di Ottana fin dai tempi lontani. Le figure principali sono: il “su Boe”, “su Merdule” e “sa Filonzana”, ognuna di esse ha la propria storia e il proprio significato.
Le usanze del passato non vengono mai dimenticate a Ottana, nè dai residenti che mandano avanti la tradizione, nè dagli artigiani che continuano a creare le maschere tipiche dei “Boes e Merdules”.
La creazione delle maschere:
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Le maschere vengono ricavate da tronchi di legno, generalmente di pero selvatico presente lungo tutto il territorio sardo. L’artigiano inizia la sua opera dando una prima forma grezza al tronco a seconda della figura che vuole rappresentare. Dopo varie lavorazioni con lo scalpello, con il taglierino e con la sgubbia, una volta che la maschera è pronta per essere indossata, si passa alla colorazione e alla decorazione di questa. Ci sono diversi artigiani a Ottana, uno tra questi è Paolo Lai (foto in alto) e ognuno ha uno stile differente dall’altro, così da poter far riconoscere le proprie creazioni.
“Su Boe”
“Su Boe” rappresenta l’animale, ovvero il bue. La maschera è caratterizzata da corna lunghe o corte e dalle decorazioni come le foglie e il fiore della vita, che viene scolpito in fronte ad essa e simboleggia la prosperità, la speranza e il buon auspicio. Indossa pelli di pecora bianca e una tracolla di grossi campanacci. Durante le sfilate il suo passo cadenzato dà ritmo ai campanacci, ma può sempre ribellarsi al padrone (“su Merdule”) rifiutandosi di camminare, cercando di incornarlo e gettandosi a terra, creando scompiglio tra la gente.
“Su Merdule”
“Su Merdule”, detto anche “su Gobbeddu” invece rappresenta il padrone, il pastore, ovvero colui che deve addomesticare “su Boe”, anch’esso indossa pelli di pecora bianca, a volte nera. La maschera raffigura l’uomo e può avere diverse espressioni, a differenza de “su Boe” non indossa campanacci e la maschera non ha corna. Possiede “su matzucu” ovvero il bastone o “su voete”, che è sempre un bastone ma con una treccia di cuoio legata all’estremità e “sa soca”, simile a una lunga fune ma fatta sempre di cuoio, utilizzata per legare e tenere “su Boe”. Può avere anche “sa taschedda”, una sacca di cuoio da portare sulle spalle. Durante le sfilate si possono sentire le sue grida e il suono del bastone sbattere al suolo nell’ intento di tenere a bada “su Boe”.
“Sa Filonzana”
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L’unica figura femminile che fa parte del Carnevale di Ottana è “sa Filonzana” ovvero la filatrice. Viene rappresentata come un’anziana zoppa e gobba vestita tutta di nero, con la gonna lunga (“sa veste”) e uno scialle sulle spalle, anche la maschera è nera e la sua espressione è sempre triste e seria. In una mano tiene il fuso da dove pendono i fili di lana e nell’altra la conocchia, possiede anche un paio di grosse forbici. Secondo la tradizione e alcune credenze, il filo rappresenta la vita e lei con le sue forbici può tagliarlo in qualsiasi momento portando così la morte. Durante le sfilate accompagna i “Boes e Merdules” e la si può vedere tessere continuamente la lana e minacciare di tagliare il filo dinnanzi a chi non le offrisse da bere.
Sono presenti anche altre maschere secondarie come “su Molente” (l’asino), “su Porcu” (il maiale) e “su Crapolu” (il cervo).
In origine ciò che viene rappresentato sino ad oggi doveva essere un rito propriziatorio per un raccolto fertile, che veniva svolto durante il solstizio d’inverno.
Fabio Lai