Comunicati Stampa

Comitato contro la speculazione energetica della Nurra

Il Comitato contro la speculazione energetica della Nurra, che si è costituito a Sassari a fine gennaio 2024 in rappresentanza delle comunità locali e della tutela ambientale, intende sollevare l’attenzione contro quello che, in maniera sempre più delineata, appare come un vero e proprio piano di colonizzazione energetica del territorio sardo.
Il comitato, che agisce in sinergia con gli altri comitati nati in Sardegna, e in particolare con Mejlogu, Anglona e Gallura, lavora d’intesa con il coordinamento sardo per la tutela dell’ambiente e contro l’assalto energetico che sta tentando di colonizzare e sfruttare i nostri territori a discapito delle persone e della natura.
All’interno del comitato si è formato un gruppo tecnico con l’incarico di raccogliere i dati e analizzarli in funzione di azioni a tutela delle aree interessate. I dati a nostra disposizione rivelano una realtà allarmante: 756 richieste di nuovi allacci a TERNA, totalizzano 55,05GW di potenza, dieci volte superiore alla richiesta di produzione rinnovabile imposta entro il 2030 dal governo centrale. Questo riteniamo sia un segnale evidente del fine speculativo delle aziende energetiche, le quali dichiarano richieste di allacci sproporzionate rispetto ai progetti effettivamente presentati, con l’obiettivo di influenzare le decisioni degli organi competenti sulle autorizzazioni.
La provincia di Sassari, con 68 progetti presentati solo nel territorio della Nurra, si trova al centro delle mire speculative delle multinazionali dell’energia, con una produzione prevista di 6,03GW, (che già supera di 1GW la richiesta fatta a tutta la Sardegna dal governo centrale). È fondamentale notare che gran parte di questi progetti ricadono nel comune di Sassari, con altri sparsi nei comuni circostanti di Porto Torres, Ittiri, Stintino, Alghero, Olmedo, Putifigari, Ossi, Codrongianos, Villanova e Uri.
Le aziende che presentano i progetti sono principalmente società create ad hoc con sedi fuori dalla Sardegna, in Italia e spesso all’estero, dal capitale sociale irrisorio e nessun dipendente all’attivo. Ciò dovrebbe bastare a sollevare sospetti e preoccupazioni sulla loro affidabilità e responsabilità. Da parte nostra c’è la consapevolezza che, una volta sfruttate le risorse, queste aziende avranno la possibilità di dissolversi nel nulla senza assumersi alcun impegno siglato nei contratti, trascurando la manutenzione o rimozione degli impianti obsoleti, lasciando il territorio e le comunità locali a fronteggiare i costi e i danni ambientali.
Ci troviamo di fronte all’ennesimo assalto coloniale nella nostra isola da parte di istituzioni ed aziende d’oltremare che mascherate da salvatrici dell’ambiente daranno il colpo di grazia alla già fragile economia e società sarda. Già oggi oltre 40.000 ettari del territorio sardo saranno sacrificati per ospitare campi agri e fotovoltaici (molti dei quali nella Nurra), 2700 aerogeneratori on-shore e 1200 off-shore sull’altare di interessi che non sono i nostri.
Di fronte alle imposizioni delle grandi aziende e degli speculatori, attuate con la complicità di una classe politica subalterna e incapace e davanti al silenzio complice di tutto l’arco politico regionale, il nostro comitato intende opporsi. Pretendiamo una transizione ecologica equa, coinvolgendo attivamente le comunità locali nei processi decisionali e rispettando le nostre peculiarità economiche, culturali e paesaggistiche.
Le alternative non mancano e si contrappongono al modello di sviluppo basato sull’arroganza e sul profitto di pochi.
Crediamo in un nuovo approccio energetico basato sulle Comunità Energetiche Rinnovabili e sull’Autoconsumo Collettivo. In un modello che veda i cittadini, insieme a pubbliche amministrazioni, piccole e medie imprese, e altre entità, unirsi per formare soggetti giuridici dedicati alla produzione e all’autoconsumo collettivo di energia rinnovabile.
Tale approccio mira a superare il modello basato sul profitto individuale, garantendo benefici economici, ambientali e sociali distribuiti equamente tra i membri della comunità, realizzando così una forma di democrazia energetica concreta.
Invitiamo pertanto i cittadini, i lavoratori e le lavoratrici, le associazioni, i comitati e i movimenti a unirsi al nostro impegno a difesa dell’ambiente e del futuro della Sardegna, a vigilare assieme a noi affinché la politica non dia il colpo di grazia a quest’isola e al suo popolo per soddisfare gli appetiti coloniali di chi ci considera unicamente una terra di sfruttamento. È giunto il momento di alzare la voce e di unirci in un fronte comune contro chi vuole depredare la nostra terra e le nostre risorse.

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