Concorso internazionale “città di Bitetto”, Bari, primo premio a “Mio figlio. L’amore che non ho fatto in tempo a dirgli” di Marco Termenanana
Va a “Mio figlio. L’amore che non ho fatto in tempo a dirgli”, il libro del milanese Marco Termenana, edizioni CSA, giugno 2021, il primo posto per la narrativa edita ed inedita del Premio Internazionale “Città di Bitetto”.
La cerimonia di premiazione è prevista per domenica 14 aprile, h. 17, presso la Sala della Cultura ex
Convento dei Domenicani, in piazza Umberto Primo, a Bitetto.
Il premio viene ritirato da una delegazione dell’IISS Laporta Falcone Borsellino di Galatina (Lecce), dove
l’autore ha incontrato gli studenti da remoto a maggio scorso, in occasione della Giornata Internazionale
contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia. I ragazzi sono accompagnati dal Dirigente Scolastico Andrea
Valerini e dalla Professoressa Maria Assunta Specchiarello.
La competizione, organizzata dall’Associazione “Amici del Teatro” e giunta ormai alla 27sima edizione, ben seguita e partecipata, ha ospitato quattro sezioni: poesia inedita; poesia dialettale; silloge poetica edita ed inedita; racconti, fiabe e romanzi editi o inediti. Presidente e deus ex machina del Premio Michele
Lucatuorto, Presidente Onorario Anna Gramegna e Presidente di Giuria Dina Ferorelli.
Concorso letterario storico ed importante non solo per la Puglia ma proprio per tutto lo Stivale dunque.
L’autore invece. Con lo pseudonimo di El Grinta, sullo stesso argomento, ha già pubblicato “Giuseppe”.
I romanzi sono ispirati al suicidio di Giuseppe, il primo dei tre figli, quando in una notte di marzo 2014 apre la finestra della sua camera, all’ottavo piano di un palazzo a Milano, e si lancia nel vuoto.
Con lucidità impressionante e senza mai cadere nella retorica, la storia racconta il (mal) vivere di chi si è
sentito sin dall’adolescenza intrappolato nel proprio corpo: la storia di Giuseppe è infatti anche la storia di
Noemi, alter ego femminile, che assume contorni definiti nella vita dei genitori solo nel momento in cui si
toglie la vita.
Tragedia non solo di mancata transessualità ma anche di mortale isolamento, al secolo hikikomori.
Ricordiamo che hikikomori è un termine giapponese e letteralmente significa “stare in disparte”: in
sostanza, si tratta di una malattia mentale consistente nella scelta di rifuggire dalla vita sociale e familiare e colpisce soprattutto i ragazzi giovani.
“Mio figlio”, da luglio 2021 ad aprile 2024, ha ricevuto cinquantadue riconoscimenti letterari in tutta Italia.
La Giuria di questo Premio non ha rilasciato dichiarazioni (le motivazioni del piazzamento in classifica
vengono consegnate in busta chiusa ai vincitori il giorno della premiazione) e perciò abbiamo sentito
l’autore.
Questo il pensiero di Marco Termenana:
“Innanzitutto, vivo a Milano da circa 42 anni, ma appartengono ad una famiglia meridionale. Sono di
Salerno. Ho scritto solo per ritrovare Giuseppe perché il dolore era (ed è) atroce e non si sopravvive senza
un adeguato meccanismo compensativo, che ho trovato appunto nella scrittura. Certo, se con la mia
testimonianza posso portare valore aggiunto anche per una sola persona, sono contento e così avrò, di
fatto, dato anche senso alla stupida ed inutile morte di mio figlio. Non sono uno scrittore, né professionista ma neanche della domenica, non amo i premi letterari e vi partecipo e – ovviamente – mi fa piacere vincerli, perché non si può pensare di distribuire un libro privo di quella spinta che comunque la critica letteraria dà”.
“Perché quello che ho scritto piace? La mia disperazione viene sempre scambiata per coraggio o per
incoscienza, ma, sta di fatto, che il mio raccontare le cose in modo schietto e verace, da quello che ho
capito, aiuta a riflettere e a sviluppare un’azione di autodiagnosi. Figli, genitori, docenti, dirigenti scolastici, psicologi, educatori in senso lato. Anche i nonni, visti i rapporti tra Giuseppe e la nonna materna teneramente narrati. Ed è questo quello di cui forse abbiamo bisogno, indipendentemente dal transessualismo e dall’hikikomori.
L’autore è contattabile attraverso la sua pagina Facebook “Marco Termenana”