Comunicati Stampa

Sassari, «Sa Sarda Rivolutzione» raccontata agli studenti

A scuola sono temi che difficilmente vengono trattati, vuoi per il tempo, vuoi per uno certo modo di
pensare il risultato è che gli studenti sardi raramente approfondiscono la storia dell’isola. Oggi,
nell’ambito del progetto Sa Sarda rivoluzione raccontata agli studenti”, un tabù è stato rotto e
davanti a 400 studenti dei licei D.A. Azuni, F. Figari e M. Castelvì, si sono alternati studiosi,
rappresentanti della società civile e della cultura sassarese e attivisti da sempre impegnati a
valorizzare Sa Sarda Rivolutzione.
Le due anime del progetto, il Teatro S’Arza e Sa Domo de Totus, hanno incrociato le strade l’anno
scorso e quest’edizione si è ulteriormente allargata a diverse altre associazioni, al mondo della
scuola e alla realtà dei Gremi. Proprio il coinvolgimento dei Gremi è stata una delle novità rilevanti
e su questo si sono concentrati gli interventi degli storici Federico Francioni e Piero Atzori e la
rappresentazione teatrale di S’Arza intitolata “I gremi nella sarda rivolutzione”. Non è un caso che
ad aprire l’incontro con le scuole sia stato proprio il presidente dell’Intergremio Fabio Madau:
«sono molto fiero di essere qui oggi» – ha detto ai ragazzi Madau «perché quest’iniziativa
testimonia un’anima poco nota ma fondamentale di Sassari e delle sue storiche corporazioni:
l’apertura alla novità, alle idee di giustizia ed eguaglianza e sottolinea il ruolo dei Gremi nella Sarda
Rivolutzione».
Ai ragazzi gli storici Francioni e Atzori, hanno raccontato l’incredibile storia delle Forche del
Carmine Vecchio, situate fino alla metà dell’Ottocento, secondo la ricostruzione di Enrico Costa, in
un’area vicino al Liceo artistico “Filippo Figari”, a margine dell’attuale via Quarto. Su quelle
forche, oltre a numerosi detenuti, furono impiccati otto rivoluzionari tra il 1796 e il 1802. A tre mesi
dalla fuga di Giommaria Angioy (16 giugno 1796), ci fu infatti il tentativo di riconquistare la città
di Sassari per liberare i «patrioti» caduti prigionieri: «si trattò di un’azione generosa, quanto
improvvisata – ha spiegato ai ragazzi Atzori – andò male perché in città non scoppiò la rivolta
prevista e perché mancò l’elemento sorpresa. Quattro caddero prigionieri. Una settimana dopo
iniziarono le impiccagioni».
Tra gli otto martiri sardi anche il braccio destro di Angioy, Frantziscu Cillocco, che tentò di
rilanciare la rivoluzione sbarcando in Gallura dalla Corsica nel 1802 ma fu tradito, insieme a diversi
suoi compagni, condotto a Sassari in catene e qui infine torturato e ucciso. A questi rivoluzionari
dimenticati verrà dedicato un monumento ideato da Sa Domo de Totus, patrocinato dal Comune di
Sassari e progettato dal docente dell’artistico Vittore Loriga: «questo totem è il primo omaggio
fisico alla Sarda Rivolutzioe – spiega con orgoglio Cristiano Sabino, docente dell’artistico – gli
eventi che raccontiamo oggi non furono semplicemente “moti antifeudali”, ma una vera e propria
rivoluzione nazionale, antifeudale, antimonarchica e finalizzata alla costruzione di una Repubblica
indipendente. Non lo dico io, lo dicono le fonti, basta leggere il Memoriale di Angioy, gli opuscoli
che incendiarono la rivolta e lo stesso inno di Ignazio Mannu che incita i popoli alla ribellione
usando la lingua sarda come strumento di lotta politica ». Il monumento verrà inaugurato domenica
28 aprile alle 10:30 in via Quarto e sarà «un grande ombelico di acciaio attorno a cui, – conclude

Sabino -– nei prossimi anni, sempre coinvolgendo i ragazzi, restituiremo memoria e dignità ad una
storia cancellata e nascosta”.
Oltre ai relatori e alla rappresentazione teatrale sul palco anche il protagonismo dei ragazzi con la
reinterpretazione dell’opera teatrale Pedru Zara di Leonardo Sole.

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