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Forte dei Marmi, al museo Ugo Guidi l’opera “Alla caccia per la pace”

Il museo Ugo Guidi ospita per una settimana l’opera in mosaico: “Alla caccia per la pace”

commissionata da un collezionista e realizzata dalla mosaicista Suzanne Spahi, canadese di nascita e residente a Carrara dal 2018.

L’opera è ricca di molteplici materiali musivi e realizzata con smalti veneziani, messicani, ori, murrine, ceramiche, perline iraniane, incisioni a stampa sull’intonaco e circoscritta di rose di scaglie di marmo, recupero di scarti di scultura.

La ricerca che Suzanne opera con il mosaico (una passione tecnica incontrata nel 1993 sulla rivista Marie Claire idée) si rispecchia nella cultura “tessile” delle tradizioni del mediterraneo: quei tessuti in cui riposano, pregano, viaggiano queste popolazioni: i tappeti! Tappeti che sono come libri avvolgibili, ripiegabili, da viaggio, che raccontano iconografie e simboli intrecciati tramandati dalle millenarie tradizioni. Da questa passione “tessile”, già radicata nelle sue origini di famiglia egiziana, Suzanne rielabora, assorbe, rigenera, modifica, contamina, con l’arte del mosaico un mondo parallelo che usa le stesse terminologie del “tessere”, disponendo con tessere; armonia, trama, interstizi, affioramenti, ritmi, intrecci, segni e simboli che dal “flessibile” diventano “solidi” tappeti: (dal suolo alla parete) ove s’aggregano le esperienze della vita e del quotidiano, anche consumistico in un circolo ludico, spesso ironico, in una “Giostra” della vita.

Un grande “mànége” nel quale appendere infinite piccole storie, come tessere, mobili sospesi, souvenirs fatti di “residui” di nutrimento e pubblicità pop, confezioni ritagliate con le icone più disparate di personaggi storici, del fumetto o del cinema, come l’amato Fellini, la Gradisca di Amarcord, o della canzone: Dai baci Perugina alle immancabili confezioni di caramelle Leone, francobolli, carte Chupa Chups, dallo Spritz ai cammelli, dai formaggini alle conchiglie, dalle paillettes alle pere! Fino agli alluminii degli yogurt ai nastrini regalo alle passamanerie; micro cimeli, sottratti allo scarto! Il tutto legato da amalgame, colle colorate, brillanti e luminose, riflettive che trattengono a cornice gli smalti colorati e le murrine, provenienti dall’amata Venezia come ama e immagina, a riflesso della sua vita.. Riassunta nella nominazione del suo essere (non) ditta: MOSAIKASHOP… Nomade.

Ecco che in un suo lavoro, dai cimeli incollati a “decò”, appaiono sospesi su 3 ruote di bici

orizzontali ( strizzando l’occhio a Duchamp) innumerevoli decorazioni. O in una recente mostra, in una chiesa sconsacrata, nell’abside ove ci si aspetta l’icona bizantina del “Pantocrator” appare invece il ritratto del CHE, che in comune con il Supremo hanno solo la barba.. e forse il riscatto per l’uomo dall’oppressione, ma non azzardiamo altra dissacrazione!

Appaiono immancabili complementi testuali alle sue opere, la scrittura, la poesia, la citazione irriverente, evocativa… in inglese, francese, italiano, arabo.. a rimarcare ancora il nomadismo culturale praticato nei suoi viaggi, luoghi vissuti e visitati assumono questo denominatore: Nomadismo! Come sono gli utilizzatori dei tappeti. Suzanne ha trovato nel tappeto e nelle infinite varietà stilistiche cromatiche, asiatiche / mediterranee, la sua principale ispirazione. Oggi i suoi tappeti… musivi, viaggiano con lei e transitano “imballati”.. non con involucri o pacchi di plastica a bolle, ma in apposite sacche a ‘mo’ di “federa” che a ciascun mosaico è riservato a propria misura, calzante, fatti a “vestito” di tessuto.

Suzanne, recentemente ha pubblicato un catalogo-rivista a tiratura limitata, ispirata al modello di Marie Claire idee, in cui sono riportate le immagini dei suoi mosaici e in corrispondenza di ciascuna è scritta la storia d’ispirazione ed evoluzione del lavoro stesso…ah!! non è finita! Si aggiungono ricette di cucina!! altro grande amore e passione che conferma un nomadismo trasversale delle culture in un imprescindibile “intreccio” ( per restare nel tessile) tra arte e cucina.

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