Giornata della libertà di stampa, 20 giornali e tv si schierano per un’informazione sulla crisi climatica libera da condizionamenti: l’editoriale congiunto della colazione promossa da Greenpeace

Nella giornata mondiale della libertà di stampa, venti giornali e tv pubblicano un editoriale congiunto per accendere i riflettori sulla necessità di garantire un’informazione libera e corretta sulla crisi climatica in Italia: l’iniziativa coinvolge le testate che hanno già aderito alla coalizione “Stampa libera per il clima” promossa da Greenpeace Italia.
Sebbene il riscaldamento globale sia considerato dalla comunità scientifica la più grave emergenza ambientale della nostra epoca, si legge nel testo, il clima fatica a trovare spazio adeguato sui principali media italiani. A dimostrarlo sono anche gli ultimi dati del monitoraggio periodico effettuato dall’Osservatorio di Pavia, che vede cause e responsabili sempre più assenti nel racconto mediatico della crisi climatica e, di contro, l’aumento delle pubblicità di aziende inquinanti sui principali quotidiani nazionali.
Per garantire un giornalismo realmente indipendente sul riscaldamento del pianeta, le testate firmatarie dell’editoriale hanno scelto di rifiutare o ridurre i finanziamenti provenienti dall’industria dei combustibili fossili, principale responsabile della crisi climatica in atto, e di rinnovare in questa importante giornata il loro impegno con lettori e ascoltatori: l’obiettivo comune è continuare a offrire un’informazione sul clima completa, veritiera e indipendente dall’influenza delle aziende inquinanti, per diffondere le soluzioni necessarie a realizzare una transizione energetica sempre più urgente.
«Ringraziamo le testate di “Stampa libera per il clima” che hanno aderito all’appello, dimostrando che anche in Italia esiste un giornalismo indipendente dai finanziamenti dell’industria fossile», dichiara Giancarlo Sturloni, responsabile della comunicazione di Greenpeace Italia. «Auspichiamo che altri giornali possano presto liberarsi da ogni forma di condizionamento economico esercitato dalle aziende inquinanti, per garantire il diritto democratico a un’informazione ambientale corretta e veritiera».