Per la prima volta in Italia un parco nazionale ospita un carnaio aziendale realizzato nell’ambito di un progetto di conservazione dell’avifauna selvatica. Avviene all’Asinara, dove nei giorni scorsi è stata realizzata la struttura che consentirà agli operatori del parco di smaltire le carcasse degli animali presenti sull’isola e morti per cause naturali. A realizzare il carnaio aziendali sono stati i tecnici del Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università di Sassari, capofila del progetto LIFE Safe for Vultures, di cui sono partner anche l’Agenzia Forestas, il Corpo Foretale e di Vigilanza Ambientale della Regione Sardegna, e-distribuzione e la Vulture Conservation Foundation.
Il primato stabilito con la realizzazione del carnaio per l’approvvigionamento alimentare dei grifoni e delle altre specie selvatiche rappresenta un importante traguardo per il partenariato che da anni opera per garantire il benessere e la permanenza a lungo termine del grifone in Sardegna. Quello appena costruito è infatti il cinquantesimo carnaio aziendale presente in Sardegna grazie a LIFE Under Griffonn Wings e a LIFE Safe for Vultures, che ha raccolto l’eredità del precedente progetto con l’obiettivo di estendere a tutta la Sardegna i risultati conseguiti tra il 2015 e il 2020 nel quadrante nordoccidentale dell’isola.
La rete dei carnai aziendali è fondamentale per il successo del progetto perché è lo strumento attraverso cui si garantisce, in sinergia con i tre carnai centralizzati realizzati dall’Agenzia Forestas nel nord e sud Sardegna, il fabbisogno alimentare della crescente popolazione sarda di grifoni. Ma si tratta di un’azione importante almeno per altri due motivi. Anzitutto la realizzazione del carnaio aziendale consente a ciascun allevatore un notevole risparmio nello smaltimento delle carcasse animali, ma per il sistema zootecnico operante all’interno delle zone Natura 2000 rappresenta anche una formidabile occasione di sviluppare nuova economia attraverso la creazione di un circuito turistico dedicato a chi ama le
attività all’aria aperta, dal birdwatching all’escursionismo sino alla fotografia naturalistica, che favorisca le aziende nella promozione delle proprie eccellenze produttive.
«È un risultato davvero straordinario, la realizzazione del carnaio aziendale all’Asinara è un obiettivo al quale abbiamo lavorato a lungo, trovando nel Parco e nei servizi veterinari dell’assessorato regionale della Sanità due interlocutori sensibili e collaborativi», commenta la professoressa Fiammetta Berlinguer dell’Università di Sassari, responsabile scientifica di LIFE Safe for Vultures. «Al di là del primato appena realizzato, siamo molto soddisfatti del coinvolgimento di sempre più soggetti pubblici e privati all’interno della grande comunità del grifone in Sardegna», prosegue. «Il contributo di tutti è fondamentale per il radicamento di un processo che può avere successo solo se è percepito e accolto nel modo
corretto da parte delle comunità interessate», conclude Berlinguer.
«È un progetto al quale abbiamo creduto molto e siamo contenti che finalmente siamo riusciti a realizzarlo nell’isola dell’Asinara dove vive un’importante popolazione di capre, cavalli e asini allo stato selvatico e che presentano una mortalità naturale», commentano dal canto loro il commissario e il direttore del Parco nazionale dell’Asinara, Giovanni Cubeddu e Vittorio Gazale. «Sino a oggi lo smaltimento degli animali morti ha determinato un dispendio di energie considerevole, a iniziare dalla necessità di conservare le carcasse in apposite celle frigo prima del loro allontanamento dall’isola», rimarcano. «La realizzazione del carnaio consente un importante risparmio economico e n’ottimizzazione
dell’energia alimentare, con la chiusura del ciclo biologico attraverso l’alimentazione di uccelli necrofagi come i grifoni», chiosano.
«Si tratta di un processo al quale come servizi veterinari regionali contribuiamo volentieri», spiega Daniela Mulas, dirigente dei Serivzi veterinari regionali, ai quali spetta autorizzare e vigilare sul corretto utilizzo dei carnai in deroga alle norme europee. «La presenza di un carnaio rappresenta una risorsa, assicura il rispetto dell’ambiente e della salute pubblica – aggiunge – e favorisce il ripristino di quell’economia circolare di cui il grifone ha storicamente rappresentato un tassello fondamentale».