Luigi Pirandello, Il treno ha fischiato. Riassunto ed analisi della novella.
Il treno ha fischiato, riassunto
Bellucca è un ragioniere che conduce un’esistenza faticosa e monotona. Il suo essere mite lo fa diventare oggetto di scherno dei suoi colleghi di lavoro. Bellucca, oltre al suo impiego come contabile, svolge un secondo lavoro per mandare avanti la famiglia. Deve farsi carico non soltanto della moglie ma anche della suocere e della sorella di quest’ultima. Tutte e tre sono non vedenti. Inoltre, con loro vivevano le due figli e i loro sette bambini. Bellucca è esasperato e, inaspettatamente, si ribella al suo capo ufficio. La notte prima aveva sentito il fischio di un treno che gli aveva fatto pensare ad un’esistenza più umana e con meno privazioni.
La reazione del ragioniere è così spropositata che viene ricoverato per pazzia. La storia si conclude con il protagonista che torna a lavoro senza però dimenticare il fischio del treno.
Il treno ha fischiato, analisi
La novella è pubblicata nel 1914 sul Corriere della Sera. Il racconto evidenzia quanto possa essere alienante la vita umana. E’ sufficiente un piccolo accadimento, come il fischio di un treno, per travolgere un’esistenza, soprattutto se misera e ripetitiva. A salvare il protagonista dalla follia è quindi l’immaginazione. Concedersi del tempo per entrare in una dimensione onirica è un modo per non farsi sommergere dalle situazioni angustianti e tediose.
Pirandello, attraverso questo racconto evidenzia che la vita di Bellucca è stravolta da un particolare insignificante che però rappresenta anche un’ancora di salvezza. Lo scrittore riflette sulla condizione alienante della vita che può condurre ad episodi di follia e ribellione.
Per quanto riguarda lo stile narrativo, lo scrittore inizia il racconto dal finale della storia. I primi episodi narrati riguardano i momenti in cui il ragioniere è ricoverato per la sua insubordinazione. A spiegare i motivi che lo hanno portato a tale atteggiamento è un suo vicino di casa.
