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Alghero, 16 luglio “Mediterranea” 2024 chiude al Nuraghe Palmavera

Si chiude domani 16 luglio al Nuraghe Palmavera, con una serata tutta dedicata al País Valenciá e al legame tra Alghero e la Catalogna, il festival letterario “Mediterranea. Culture, scambi, passaggi”.  Dalle 19,30 saranno Veronica Cantó, presidente dell’Acadèmia Valenciana de la Llengua, e l’accademica Carmen Manuel a presentare l’istituzione creata nel 1998 per elaborare e armonizzare le norme linguistiche della lingua. Dalle 20 è in programma “Cent d’Estellés (1924-2024)”: a cent’anni dalla morte di Vicent Andrés Estellés, giornalista e poeta, uno dei principali esponenti e innovatori della poesia valenzana, la sua figura sarà ricordata in un incontro con la presidente di AEPV, l’Associazione degli editori valenzani, Africa Ramirez Olmos insieme ai poeti Susanna Liberós, Francesc Rodrigo, Antoni Coronzu e Joan-Elies Adell, con le letture di Franca Masu. Sarà questa la conclusione ideale, nel segno della poesia in lingua catalana, del percorso avviato il primo giorno del festival, quando era stata onorata la memoria dell’autore algherese Francesc Manunta. L’arrivederci alla prossima edizione del festival sarà dato dal concerto di Pau Alabajos “La paraula viva i amarga”, che include temi musicati da Estellés e raccolti in diverse opere discografiche dal cantautore. Pau Alabajos Ferrer ha iniziato la sua carriera artistica recitando nelle strade di Valencia. Ha pubblicato più di dieci dischi ricevendo diversi premi. 

Il suggestivo scenario della Villa romana di Sant’Imbenia ha invece ospitato domenica scorsa il concerto di Alessia Tondo, “Sita”, un percorso tra le tradizioni salentine di grande impatto e suggestione. La giovane cantautrice lanciata dai Sud Sound System ha alternato la chitarra a diversi tamburi a cornice, giocando con la propria voce grazie alla loop station e riuscendo a instaurare uno straordinario feeling con il pubblico. Il concerto è stato preceduto dall’incontro della presidente AES Simonetta Castia, accompagnata da Roberta Morosini, docente di Letteratura italiana all’UCLA di Los Angeles, con i docenti di Storia Medievale Eugenio Ivetic e Antonio Musarra, autori dei volumi Studiare la storia del Mediterraneo e L’isola che non c’è. Geografie immaginarie fra Mediterraneo e Atlantico, editi da Il Mulino nei mesi scorsi. Due libri apparentemente differenti ma che hanno in comune l’intento di definire uno studio ragionato del Mediterraneo, seppure da angolazioni distinte. Il mare nostrum, ha spiegato Ivetic, docente all’Università di Padova, è un ambito vasto in cui i confini politici non devono impedire ai popoli di riunirsi in una koinè comune, pur con le sfumature e peculiarità di ogni comunità. Musarra, docente alla Sapienza di Roma, ha puntato l’attenzione in particolare sulle isole del Mediterraneo e sulla loro importanza non solo come punti d’approdo nelle lunghe tratte marittime, ma anche nell’immaginario degli uomini di un tempo, che nelle isole vedevano luoghi mitici, paradisi spesso immaginari, destinati ai più fortunati e virtuosi.

“Mediterranea”, arrivata alla quarta edizione, è organizzata con il sostegno di Regione Sardegna, Fondazione di Sardegna, Camera di commercio di Sassari attraverso il programma Salude&Trigu, Comune di Alghero e Fondazione Alghero, con il patrocinio e in partenariato con l’Azienda Speciale Parco Naturale Regionale di Porto Conte e un ampio parterre di istituzioni e privati. Partita l’11 luglio scorso, la rassegna ha visto alternarsi oltre quaranta tra autori, musicisti e ospiti per discutere di tematiche legate al mare nostrum come elemento di unione e al contempo di separazione tra etnie, popoli e civiltà.

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