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Il 22° Premio Zenìas all’antropologo Bachisio Bandinu – Domenica il 39° Ittiri Folk Festa propone la Messa dei Popoli e la Gran Parata dei gruppi stranieri e sardi

“La tradizione non è statica, ma va vissuta, sono le ragioni di una comunità nel suo camminare nella storia”: più che un ringraziamento per il Premio Zenìas ricevuto, quella dell’antropologo, scrittore e giornalista Bachisio Bandinu è stata una lectio magistralis sul significato di tradizione e identità. Un’esposizione che ha rapito l’attenzione dell’affollata sala consiliare del Comune di Ittiri per uno dei momenti clou di Ittiri Folk Festa, arrivato all’edizione numero 39.

Il festival internazionale organizzato dall’associazione Culturale e Folklorica Ittiri Cannedu, che festeggia i 50 anni di attività, ha proposto il consueto incontro tra l’amministrazione comunale e le delegazioni dei gruppi ospitati. Quest’anno il sindaco Antonio Sau ha avuto come ospiti anche i primi cittadini di Sassari e Usini, rispettivamente Giuseppe Mascia e Antonio Brundu. C’è stato anche lo scambio di doni con le delegazioni dei gruppi del Benin, del Venezuela e della Serbia.

Dopo la consegna del 22° Premio Zenìas al professor Bandinu da parte del presidente della commissione Leonardo Marras, è stato “inaugurato” il gigantesco murale sul lato destro del municipio. Il titolo è “Iter” e l’artista Mauro Patta lo ha realizzato su commissione dell’associazione Ittiri Cannedu che lo ha donato alla Città di Ittiri.

Domenica- Giornata piena: si apre alle 11 nella Chiesa di San Pietro la Messa dei Popoli alla quale partecipano alcuni gruppi stranieri. Alle 18 la Gran Parata dei sei Gruppi stranieri (Serbia, Benin, Venezuela, Bulgaria, Martinica e Brasile), dei gruppi sardi e per evidenziare il cinquantesimo dell’associazione Ittiri Cannedu 50 coppie di diversi paesi della Sardegna che sfilano con l’abbigliamento tradizionale. Alle 22 il Parco Missingiagu propone il ballo con i gruppi stranieri che si alternano a quelli di Busachi, Quartu, Osilo e Ittiri.

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                                                     LE DICHIARAZIONI

Sindaco di Ittiri Antonio Sau:“Ci riempie di orgoglio Ittiri Folk Festa, perché Ittiri diventa per una settimana un centro di crescita culturale e sociale. L’associazione Ittiri Cannedu ha portato il mondo a Ittiri ma anche Ittiri nel mondo. La presenza dei colleghi sindaci dimostra che l’evento riguarda anche il territorio. Il Premio Zenias rappresenta poi la gratitudine che Ittiri ha verso chi con la sua attività conserva, valorizza e promuove le tradizioni e il professor Bandinu questo lo ha fatto con il suo impegno”.

Sindaco di Sassari Giuseppe Mascia: “Per me è un grandissimo onore essere qui. Quello che fate voi è qualcosa di grande rilievo, sono numeri importanti, non tutte le comunità riescono ad avere questa continuità, vuol dire che ci sono capacità e passione. Ittiri diventa centro del nostro territorio e fa quello che dovrebbero fare tutti i centri della provincia e non sempre riescono. Queste sono le azioni dei quali il territorio ha bisogno e collegano le comunità. Aprire la propria tradizione alle altre è l’unica maniera per farle vivere”.

Sindaco di Usini Antonio Brundu, che venerdì si è esibito sul palco con il coro: “Ittiri Folk Festa è davvero una festa di territorio. Nel 1974 in quello che era un deserto associativo ne nascono tre coro di Usini (il primo nel Logudoro) Ittiri Cannedu e i tenores di Bitti “Remunnu ‘e locu”. Questa tradizione non è solo un fenomeno da palco ma sono le radici dell’identità che riguardano tanto altro”.

Leonardo Marras, presidente Premio Zenias: “E’ il 22° anno che viene assegnato il Premio Zenias. Quest’anno abbiamo scelto una persona che incarna proprio i requisiti e lo spirito del premio. Nutriamo profonda gratitudine verso il professor Bandinu perché attraverso le sue attività e i suoi studi ha generosamente condiviso gli aspetti culturali e sociologici, con straordinaria capacità divulgativa”.

L’antropologo, scrittore e giornalista Bachisio Bandinu: “Ogni premio è un dono e il dono chiede un controdono, una corrispondenza e la mia è quella di un ringraziamento alla giuria, alla commissione, all’amministrazione comunale e all’associazione Ittiri Cannedu. E’ un premio gradito particolarmente perché consegnato da una cittadina che ha sempre valorizzato le tradizioni popolari, che pur essendo connessa gli altri centri mantiene la sua identità con ballo e costumi, sui quali ha fatto ricerche. Bisogna distinguere fra tradizioni popolari e folklorismo che come dice Gramsci è semplice spettacolo. Ittiri interpreta tutto ciò che è tradizione, è un errore pensare che guardi solo al passato, tradizione è tradurre, anche tradire, non è mai statica ma corrisponde alle ragioni della comunità nel suo camminare nella storia, quando una tradizione è vissuta è popolare. La tradizione è modernizzazione, è attuale, è lo sguardo del presente. A Ittiri c’è contemporaneamente identità locale e identità globale, c’è un’identità aperta. L’identità va declinata nell’economia, nel commercio, nelle relazioni culturali, l’identità è fare, la tradizione è un farsi delle cose oggi. Mi ha colpito il costume di Ittiri per gli studi approfonditi fatti da professoresse di grande valore. E la ricerca sul ballu tundu. Il cerchio è la comunità di paese. Tondo è il ballo, il nuraghe, il pozzo sacro, il canestro, su pane carasau. Il ballo di Ittiri prevede che i ballerini si tengono per mano non sottobraccio: è compostezza, è festoso ma con dignità, così deve essere il ballo e invito a continuare gli studi per approfondire le origini del ballo e i suoi eventuali cambiamenti”.

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