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Ucraina, Greenpeace apre una nuova sede a Kiev per sostenere una ricostruzione verde e indagare sui crimini ambientali della guerra

 Greenpeace inaugura oggi un nuovo ufficio a Kiev, in Ucraina, con l’obiettivo di sostenere i progetti di ricostruzione sostenibile nel Paese e indagare sui crimini ambientali causati dall’invasione russa. L’associazione ambientalista continuerà inoltre a monitorare attentamente la sicurezza e i livelli di radiazione nelle centrali nucleari ucraine.

«In questi mesi terribili, Greenpeace ha intensificato le sue attività umanitarie a sostegno del Paese. Con i primi progetti realizzati, come quello di un ospedale che è stato dotato di un impianto solare, una pompa di calore geotermica e batterie, si è indicata la strada per una ricostruzione verde basata su fonti rinnovabili e decentralizzate. L’apertura del nuovo ufficio di Greenpeace a Kiev, grazie a persone motivate e coraggiose, potrà aiutare i cittadini ucraini a costruire un futuro migliore, più verde e di pace», dichiara Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo di Greenpeace Italia.

Fin dall’inizio della guerra, gli uffici dei Paesi più vicini all’Ucraina e facenti parte di Greenpeace Europa Centrale e Orientale (CEE) – Slovacchia, Polonia, Ungheria, Romania, Bulgaria – hanno fornito assistenza umanitaria ai cittadini e ai rifugiati ucraini. In collaborazione con organizzazioni ambientaliste locali, Greenpeace ha inoltre documentato la devastazione ambientale causata dalla guerra, tra cui la distruzione della diga di Kakhovka, ha monitorato le crisi a Cernobyl e nella centrale nucleare di Zaporizhzhia, e realizzato i primi progetti pilota di ricostruzione verde.

«Il popolo ucraino merita una presenza forte di Greenpeace, per sostenere il valore dell’attivismo e della democrazia anche in tempi di guerra», dichiara Natalia Gozak, direttrice dell’ufficio di Greenpeace Ucraina. «Per la sicurezza del Paese, l’Ucraina deve promuovere la transizione energetica dai combustibili fossili. La nostra missione è aiutare l’Ucraina a ricostruire le infrastrutture sociali in modo sostenibile, sfruttando l’energia pulita dei pannelli solari e delle turbine eoliche. Queste soluzioni rappresentano il percorso verso un futuro resiliente e sostenibile».

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