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Successo per le visite archeologiche ad Andora ed Albenga

Centinaia i visitatori ai due siti archeologici

Andora. Sono state un vero successo le due visite proposte nel fine settimana agli appassionati di archeologia ad Andora ed Albenga. Ad Andora gli archeologi dell’Università dí Genova e della Soprintendenza, guidati dalla dottoressa Marta Conventi hanno raccontato quanto rivelano i resti presenti nel Borgo Castello: “Borgo Castello rinasce ogni volta che, come avvenuto in occasione di queste visite, centinaia di persone scelgono di conoscerne la storia” – così  si è espresso il sindaco Mauro Demichelis accogliendo le centinaia di visitatori che hanno colto l’opportunità di visitare il cantiere degli scavi archeologici aperti in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio. Due visite guidate, organizzate con la Soprintendenza e l’Università di Genova che hanno permesso ai partecipanti di vedere e conoscere la storia dei ruderi antichi riemersi grazie a un accurato lavoro operato dagli archeologi. Edifici da cui ripartirà la rigenerazione di Borgo Castello e che oggi raccontano la storia di chi vi abitava. L’opera di scavo ha portato alla luce edifici già censiti nel catasto Napoleonico. Un esempio sono l’ospedale, la dogana, il grande edificio del Corbaro, di cui sono stati scoperti ben undici vani, il pozzo, un gumbo e le cisterne di piccole abitazioni residenziali immerse negli uliveti così come descritti dal catasto napoleonico. Era tutto nascosto dai materiali accumulati nel tempo.                     “Non ci aspettavamo così tanto interesse e il successo di questa giornata ci ripaga degli sforzi che stiamo facendo in una operazione di indagine che è fondamentale per rigenerare l’Intero Borgo Castello. L’archeologia dà le conoscenze necessarie per la progettazione e il futuro riutilizzo di questi edifici oggi in rovina – ha dichiarato la dottoressa Marta Conventi – “Le Giornate Europee del Patrimonio sono organizzate proprio per aprire al pubblico siti che normalmente sono chiusi al pubblico. Quello di Castello è un vero e proprio cantiere e ciò che abbiamo visto oggi è stato celato per centinaia di anni ed è stato oggetto delle sole trasformazioni operate dai suoi abitanti”.  Molto soddisfatto anche il sindaco di Andora: “Grazie alla competenza e alla generosità della Soprintendenza e dell’Università di Genova- ci spiega Mauro de Michelis- il pubblico ha potuto visitare gli antichi ruderi riportati alla luce dal lavoro degli archeologi. Un passato che è essenziale indagare per poter costruire un futuro solido e che già oggi mette Andora al centro di grande interesse. Ringrazio i visitatori, davvero numerosi, tutti coloro che hanno reso possibile l’apertura del cantiere in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio, un evento a cui tenevamo particolarmente: il soprintendente Federico Barello, la dottoressa Marta Conventi, guida straordinaria insieme agli archeologi coinvolti, gli studiosi e le ditte operanti nel cantiere, ANCI Liguria con il direttore Pierluigi Vinai, gli uffici tecnici comunali, l’architetto Paolo Ghione e l’architetto Roberta Possanzini, l’ufficio stampa del Comune e il comando della Polizia Locale. Siamo orgogliosi del successo delle visite, che hanno affascinato i partecipanti e permesso loro di comprendere il valore del patrimonio custodito da Borgo Castello, al quale intendiamo dare un futuro, attraverso un progetto da 20 milioni di euro, finanziato dal Ministero della Cultura con fondi europei PNRR, che ne farà un polo di attrattiva turistica e culturale”.                                                                         Grande affluenza e notevole successo anche ad Albenga per le visite al sito archeologico in Viale Pontelungo. Tre i turni di visita allo scavo archeologico  che si trova proprio lungo l’asse viario dell’antica Via Julia Augusta. Ad organizzarle  sono stati i giovani del FAI Delegazione di Albenga Alassio in collaborazione con il FAI nazionale ed il Comune di Albenga. Il sito è di grande importanza in quanto è proprio qui che venne rinvenuto durante gli scavi il famoso Piatto Blu, in assoluto uno dei più importanti reperti vitrei di epoca romana mai dissotterrati. Il sito si trova ad Albenga in Viale Pontelungo 59/A: qui i giovani volontari del FAI hanno fatto da ciceroni ai visitatori che si sono detti entusiasti della visita. L’evento organizzato dal FAI per sostenere le attività di ricerca e divulgazione era a contributo minimo di cinque euro. La necropoli di Albingaunum si sviluppava all’esterno della città, nella pianura alluvionale del Centa, lungo la via Iulia Augusta. L’edificio è dell’inizio del II sec. d.C. e fa parte di quello che in età imperiale doveva essere un unico grande cimitero cittadino.  Soddisfazione per la riuscita dell’evento è stata espressa dal sindaco di Albenga: “Albenga è una città d’arte- commenta Riccardo Tomatis- ed è sempre un piacere vedere quanto interesse suscitino le visite archeologiche nella nostra città che continua a crescere in termini di presenze turistiche, confermando il trend che ormai registriamo da diversi anni e facendoci entrare nel novero delle città che registrano la maggiore variazione tra i comuni rappresentativi presi in considerazione dall’Osservatorio della Regione. Albenga ora viene scelta per la sua arte, la cultura, l’enogastronomia, gli eventi e le attività legate all’outdoor che possono essere svolte 365 giorni l’anno, oltre che naturalmente per il suo mare e le sue spiagge con la splendida vista sulla Gallinara. Pur essendo una città a spiccata vocazione agricola, sta attirando persone da tutta Italia e anche molti stranieri proprio per le offerte culturali ed archeologiche come questa. Ringrazio e faccio i complimenti ai giovani del FAI che si sono proposti in questa occasione come dei validi ambasciatori delle bellezze del nostro territorio”.

Claudio ALmanzi

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