Comunicati Stampa

 Fast food italiani fanalino di coda in Europa per il benessere dei polli, KFC tra i peggiori

L’Italia precipita all’ultimo posto della classifica europea stilata da The Pecking Order, il report che valuta come le grandi catene di ristoranti e fast food affrontano il benessere dei polli allevati nelle loro filiere rispetto alla richiesta dello European Chicken Commitment (ECC), una serie di criteri riconosciuti a livello internazionale tramite i quali garantire standard più elevati ai polli negli allevamenti, come la riduzione delle densità e la transizione a razze a più lenta crescita.

Nel 2024 sono state 75 le aziende valutate, operanti in Francia, Germania, Italia, Polonia, Romania, Spagna e Repubblica Ceca — quest’ultima inserita per la prima volta quest’anno, scelta che amplia ulteriormente il numero di Paesi europei presi in esame per fornire una panoramica ancora più dettagliata e completa.

Nel nostro Paese, dove il report è realizzato in collaborazione con Essere Animali, i marchi esaminati sono sette: Autogrill, Burger King, IKEA, KFC, McDonald’s, Starbucks, Subway.

Se già lo scorso anno gli impegni delle principali catene di ristoranti e fast food in Italia sono risultati ben al di sotto della media europea, quest’anno il nostro Paese si posiziona ufficialmente all’ultimo posto tra tutti e sette i Paesi analizzati, insieme alla Romania. Fanno meglio di noi anche Polonia e Repubblica Ceca, ma la nostra performance rimane decisamente lontanissima da quella di Francia e Germania. Come già emerso l’anno scorso infatti, anche l’edizione del 2024 di The Pecking Order conferma che le aziende operanti in Germania e Francia prendono molto più in considerazione il benessere dei polli di quanto fatto negli altri Paesi.

In particolare le aziende francesi hanno ottenuto le prestazioni migliori, confermando lo stesso punteggio medio complessivo dello scorso anno (36%). Le aziende tedesche sono state le seconde più performanti, con un punteggio medio complessivo del 33% (37% nel 2023), seguite dalla Repubblica Ceca con il 19%, dalla Spagna con il 18% (23% nel 2023), dalla Polonia con il 17% (18% nel 2023), dall’Italia con il 14% (19% nel 2023) e dalla Romania con il 14% (17% nel 2023).

E mentre a livello europeo il numero di aziende che ha pubblicato una politica sui polli aumenta, in Italia solo IKEA ha divulgato un impegno a eliminare dalle proprie filiere le problematiche principali. Subway addirittura retrocede, eliminando la data di implementazione della propria politica in linea con l’ECC e invalidando di fatto il suo impegno. Autogrill, Burger King, KFC, McDonald’s e Starbucks rimangono invece ferme al punteggio dell’anno scorso.

KFC Italia in particolare rimane ben lontana dai leader di settore e dalle sue controparti in Francia e Germania. Nonostante qualche progresso nella comunicazione, i suoi impegni rimangono ai livelli più bassi, segnalando mancanza di trasparenza e di obiettivi di miglioramento significativi per i prossimi anni.

Elisa Bianco, responsabile di Corporate Engagement a Essere Animali, commenta: «È sconcertante vedere che le grandi aziende italiane come KFC continuino a ignorare il benessere dei polli nelle loro catene di approvvigionamento e che il nostro Paese non riesca, se non a equiparare, quantomeno ad avvicinarsi ai risultati di Francia e Germania. Se già lo scorso anno lo scenario era preoccupante, vedere un ulteriore passo indietro e la discesa dell’Italia all’ultima posizione in Europa è alquanto deprimente. Questo progresso frammentato a livello europeo inoltre non solo compromette il benessere di miliardi di polli, ma evidenzia anche lacune in termini di responsabilità e trasparenza tra le multinazionali. Non è accettabile infatti che i consumatori italiani non abbiano accesso alla stessa qualità di quelli francesi e tedeschi».

Tag

Related Articles

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close
Privacy Policy Cookie Policy