Biennale dello Stretto, seconda edizione
La connessione tra arte e architettura è un’indispensabile azione di pensiero e progetto, prezioso
contributo per rappresentare compiutamente la complessità espressiva contemporanea.
È nell’alveo della sensibilità, delle competenze e della cultura dell’artista alimentarsi e sperimentare lo
spazio architettonico o urbano, così come per l’architetto condividere le ricerche artistiche dalle quali
trarre suggestioni culturali.
Compartimentare le due forme espressive limita il dialogo che si genera dalla loro interazione,
arricchimento del rapporto con il territorio e con le persone.
La Biennale dello Stretto è un progetto nato dall’Architettura, disciplina fondamentale per lo sviluppo
territoriale e urbano, motore di un processo di amplificazione interdisciplinare.
In questo senso, la condivisione con gli artisti consente di raccogliere sentimenti, desideri e sensibilità
trasversali.
La sessione Arte è stata curata da Angela Pellicanò, artista calabrese con esperienza internazionale,
che ha indicato il tema “Casa come me” come filo conduttore per coordinare il lavoro dei 22 artisti che
espongono le loro opere nelle stanze di Forte Batteria Siacci.
“Casa come me” è il nome dell’abitazione di Curzio Malaparte, costruita nel 1938 sul promontorio di
Capo Massullo, nell’isola di Capri.
Riporta la rivista di architettura Domus, in un articolo pubblicato nel numero 1055, nel marzo 2021,
a firma di Walter Mariotti, che alla domanda rivolta dal generale nazista Rommel, se la casa non
fosse stata costruita su progetto del proprietario, Malaparte avesse risposto che no, la villa era già
così; però, subito dopo, indicando i faraglioni, Sorrento, Amalfi avesse aggiunto: “Io ho disegnato il
paesaggio”.
Si legge nell’articolo, “in questa battuta, che potrebbe benissimo essere inventata, Malaparte
nasconde e rivela al tempo stesso la vera missione di Casa Malaparte: fare la Gesamtkunstwerk,
l’opera d’arte totale che rappresenta un culmine di una vita, un pensiero e un personaggio. Oltre forse
che dell’arte, non solo architettonica, del Novecento.”
La curatrice utilizza “Casa come me” sia come metafora dell’atto fisico dell’abitare, sia dell’esperienza
profonda e totalizzante che l’abitazione di Malaparte trasferisce, per la posizione dominante sul
promontorio. La riflessione di Pellicanò lega il tempo allo spazio, “se il tempo è perpetuo divenire,
l’unico modo per fermarlo è renderlo spazio, limite. È renderlo archivio, memoria che conserva le
“cose” della nostra vita”.
Nelle opere esposte a Forte Batteria Siacci, il tempo e lo spazio non vivono solo una dimensione
astratta, ma costituiscono le materie prime dell’arte.
Alla proposta curatoriale hanno aderito 22 artisti:
Giuseppe Bonaccorso
Cicatrici del tempo, Bitume, olio e cenere su tela, cm 200×120
Naturaliena, Ciclo di opere di cm 50×35, Grafite, pastello ad olio e pastello su cartoncino
Gianni Brandolino
Ipermetropolis Installazione ambiente
Flaminia Celata & Bärbel Praun
Landscape Archive (APUA), 2-channel video and sound installation, 22’12’’ © CelataPraun 2023
video, sound and performances: Flaminia Celata & Bärbel Praun, 2020-23, sound composition in
collaboration with Luca Baioni, 2023
Luigi Citarrella
L’acquaiolo, Installazione scultorea, Dimensioni ambiente
Giacomo Costa
Atmosfera 2020, Installazione video 3 canali. Dimensione ambiente
Ninni Donato
Noise, Installazione site specific. Dimensione ambiente, 2024
Paolo Giosué Genoese
Sembra, Installazione interattiva e di intelligenza artificiale. Dimensione ambiente, 2024
Demetrio Giuffrè
Skin, Silicone, Installazione ambiente
Marco Labate, Cinzia Palumbo
La nascita di Crono. Le cinque età del genere umano, Installazione ambientale, tecnica mista, 2024
Filippo Malice
Diario di viaggio, Installazione ambiente. Dimensioni variabili, 2024
Mare Vostrum – Gocce di civiltà, Installazione Site Specific. Dimensioni variabili, 2024
Giulio Manglaviti
55, Installazione site-specific (dipinto olio su carta, luce, audio) 2023-2024
Larissa Mollace
Lacrimarium, Materiali vari. Installazione ambiente, 2024
Giuseppe Negro
Altare, Tessuto ricamato, oro e orone. Installazione dimensione ambiente
Maria Teresa Oliva
Black on Black, Alluminio, paperclay, argilla nera, lana, stoffa. cm 220 x 125 x 50 2024
Small Islands of Matter, Alluminio, argilla refrattaria, resina. cm 220 x 70 x 67 (alla base), 2024
Associazione “Le Rane”
Spinning into the fort (Filando nel forte), a cura di Grazia Bono e Aldo Zucco. Installazione di Teatro di
figura. Dimensione ambiente
Gianfranco Scafidi
Storia di un alienato (History of an estranged), Performance / installazione ambiente, 2024
TechneLab
Corajisima, Installazione Ceramica. Dimensione ambiente
Spazio Galleria Arte Toma
Nausica Barletta, Dieciallasedicesima (2021) Video a tre canali, full HD 2’ 32’’, colore
Nausica Barletta, Dieciallasedicesima (2021) Pane, resina – 12 x 7 x 3 cm
Luca Granato, Quanto di te rimase (2023) ferro, cotone, cenere
Luca Granato, Le ceneri dell’entroterra (2024) cenere e carbone su lenzuolo
Armiro Yaria, La donna dei grattacieli (1978) olio su tela, 110 x 90 cm
Angela Pellicanò: la curatrice della sessione Arte Forte Batteria Siacci
Angela Pellicanò è un’artista di Reggio Calabria. Classe 1963, ha conseguito il diploma accademico in
pittura presso l’Accademia di Belle Arti della sua città e, da allora, ha esposto le sue opere in numerosi
contesti nazionali e internazionali. Tra le personali più significative, “Shakti”, presentata a Roma
da Gabriele Salvatores, e “La Pagina dei Giochi”, presentata da Emmanuele Emanuele e Valentina
Moncada. Pellicanò ha partecipato a importanti mostre collettive, come la 54a Biennale di Venezia e
a diverse esposizioni in gallerie e fondazioni italiane, come la Galleria Nazionale di Palazzo Arnone,
La Galleria Nazionale di Palazzo dei Priori di Perugia e la Fondazione Orestiadi di Gibellina. Nel 2017
ha vinto il primo premio per le installazioni urbane all’Apulia Land Art Festival e ha partecipato a
Manifesta12 a Palermo nel 2018. Le sue opere sono state accolte in prestigiose collezioni, tra cui
quelle del Palazzo della Farnesina in Roma e del Museo delle Trame Mediterranee di Gibellina, del
Museo BoCS di Cosenza.
GLI ARTISTI INDIPENDENTI
Gli artisti indipendenti esplorano altri temi: il valore dell’esperienza che l’osservatore può vivere in
relazione all’opera, nell’installazione di Associazione Nike con Spazio Taverna e Studio Labics; il mito
di Scilla e Cariddi in una restituzione dinamica e contemporanea di Diorama; l’occhio, l’insieme degli
sguardi sul progetto Biennale e sullo Stretto di Danilo Trogu, il Mediterraneo nel lavoro di Salvatore
Greco; il progetto “La città e il mare” con le scuole coordinato da OAPPC Reggio Calabria.
Danilo Trogu
Uno sguardo sullo Stretto. Installazione site-specific, ceramica, 2024
È una composizione di sguardi che la ceramica rende vividi e mobili, l’opera che il maestro ceramista
Danilo Trogu ha realizzato per la Biennale.
Salvatore Greco
Mediterranei Invisibili, ritorni di viaggio. Quadri, basi sono temperate, fotografate e riportate in
digitale, 2024
Una raccolta di disegni che vogliono essere sguardo al futuro, progetto, senza stabilire confini, facili
incastri tra terre ed acque.
Associazione Nike – Irene Calabro con Spazio Taverna + Studio Labics
Percorsi, installazione site specific, materiali vari, 2024
Spazio Taverna rimette in scena l’esperienza di Studio Labics, labirinto multisensoriale, in uno spazio si
allarga e si contrae per effetto dei diversi spot sensoriali diffusi sul percorso.
Diorama
Fluttuo, installazione site specific, materiali vari, 2024
Si ispira ai miti di Scilla e Cariddi: attraverso suoni e proiezioni astratte, i visitatori sperimentano
l’attraversamento dello Stretto.
Ordine Architetti PPC Reggio Calabria
La città e il mare
Laboratorio di progettazione urbana realizzato con gli alunni di una scuole secondaria di primo grado,
creando racconti tematici e laboratori creativi, osservando la città e riscoprendo il suo rapporto con il
mare.
LA BIENNALE DIFFUSA: ARTE A BADOLATO
Si chiama “Respiraterra” il progetto culturale artistico ideato da Pasquale Piroso, a Badolato Marina.
Badolato è uno dei “paesi raddoppiati” della Calabria, il nucleo lungo la costa, nato dopo l’alluvione,
negli anni Cinquanta, il borgo antico arroccato tra mare e montagna.
Che questi luoghi, in Calabria e altrove in Italia, possano essere alternativa alla città è un punto di
discussione molto teorico, ma è indiscutibile che la loro sopravvivenza passi attraverso un processo
culturale rigenerativo, stimolo e responsabilità per la comunità progettuale. In questo scenario, l’arte
come attrattore e moltiplicatore di interesse è fattore determinante e il progetto “Respiraterra”, ideato
da Pasquale Piroso, ne è notevole testimonianza. Intende esplorare e valorizzare le radici culturali
e naturali di Badolato, creando uno spazio in cui arte, cultura e memoria storica si intrecciano e si
arricchiscono.
Secondo Piroso, architetto e curatore per la Biennale dello Stretto della sessione di Badolato, così come
il concetto di periferia, luogo secondario e separato dal centro, deve essere aggiornato con urgenza
all’evoluzione del contesto urbano e sociale, parallelamente, i borghi devono essere progettualmente
interpretati come parte di un tessuto interdipendente e connesso alle città. Non è più sufficiente che le
grandi città siano l’unico luogo in cui si progettano e sviluppano tutte le innovazioni, ma è importante
che queste vengano pensate e adattate anche alle necessità dei piccoli comuni e, come per le città, la
loro valorizzazione passa attraverso il recupero e lo sviluppo del territorio circostante.
Una fascinazione reciproca, quasi un senso di appartenenza atavico lega gli artisti ai luoghi,
particolarmente ai borghi stratificati e densi di esperienze architettoniche, paesaggistiche.
Un’attrazione che i piccoli paesi esercitano anche sugli “stranieri”. Non è infrequente la formazione di
comunità artistiche internazionali nei piccoli Paesi, che a loro volta diventano volano per un turismo
interessato alla conoscenza e all’osservazione più che al consumo.
“Respiraterra” è una rappresentazione paradigmatica del legame tra arte e luogo: un palcoscenico
naturale all’interno del quale le opere di artisti contemporanei generano riflessioni che tengono
insieme l’ambiente, il paesaggio e il territorio.
La tenuta di Respiraterra (può essere visitata su appuntamento) ospita in esposizione permanente:
OPERE IN GIARDINO
Alberto Timossi
Contraccolpo.
Tubo in PVC smaltato e granito, cm 520 x 240 x 140
Giugno 2024
Pino Codispoti
La fibra della ginestra.
Stampa su di bond cm 200×100 (1992)
Pino Codispoti
Volti e Personaggi.
Stampa su di bond cm 200×100 (1987)
Antonio Tropiano
Pater, scultura in acero
Cm 220×70 (2023)
Roberto Giglio
Ama Terra Murales cm 350×270 (2022)
Dino Serrao
Angelo (Dino Moment).
Stampa su di Bond cm 200×130 (2024)
Matteo Basilè
Landing
Light Box, dittici diametro cm 70 (2012)
Progetto artistico per residenza Margutta (Loft Canova)
Antonia Ciampi
Centro Abitato
Cm 150×50 Legno, tela gommapiuma, acrilico (2024)
Dico’
Gandhi
Cm 50×50, Mixed media on wood, canvas, neon and Plexiglas (2017)
Luigi Ontani
Montovolo Pinealitaltrove
Scultura ovale in bronzo
Ovale diametro cm 80 (2003)
Opera Collettiva a cura di Roberto Giglio
Laboratorio d’arte con architetti
due tele cm 250×140 (2022)
Opera Collettiva a cura di Luigi Ontani e Roberto Giglio
Artisti protagonisti: bambini
12 acquarelli su legno ovali diametro cm 80 (2016)
Roma, evento Palazzo Canova Open Day
OPERE ALL’INTERNO
Marilisa Pizzorno
Cabine di Mutazione, olio su tela, cm 130×180 (1984)
Luigi Ontani
Scarpe con mensola oro – AbbottoNato
Ceramica policroma e oro zecchino cm 30x10x18h (2012)
Luigi Ontani
Apparance
Tondo, Diametro cm 40 (2018)
Paolo De Cuartu
Tela 1400×1200 (2002)
Roberto Giglio
Tele varie
Tommaso Cascella
Tele varie
Pasquale Piroso, il curatore della sessione Arte a Badolato:
Pasquale Piroso è da sempre legato a doppio filo al tema dell’arte: laureato in Architettura con. Paolo
Portoghesi, con il quale ha collaborato a numerosi progetti di caratura nazionale, oggi “condivide le
vestigia” di Palazzo Canova con un grande artista contemporaneo, Luigi Ontani.
Qui, dirigendo l’opera di restauro architettonico della galleria dello scultore neoclassico, ha poi fondato
lo studio di architettura Loft Canova. In questo habitat che innesta l’antico al contemporaneo, l’arte
all’architettura, sono nati progetti importanti, incentrati sul sempre vivo dialogo tra arte, interior
design e lighting design, ispirati alla natura e abilitati dalla tecnologia.
Lo studio si occupa di progettazione degli interni, residenze, hotel, sedi di aziende, ristoranti e restauro
monumentale per committenza nazionale e internazionale.