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Povertà educativa: Save the Children, circa 2500 doti educative per sostenere i percorsi formativi di bambine, bambini e adolescenti

Dal 2020 a oggi sono state erogate 2512 doti educative personalizzate attraverso il progetto “DOTi – Diritti ed Opportunità per Tutte e tutti”, realizzato da Save the Children con il sostegno dell’8×1000 dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, come strumento per contrastare la povertà educativa in Italia, nonché fornire a bambine, bambini e adolescenti gli strumenti necessari per acquisire una maggiore fiducia nelle proprie capacità, anche attraverso la possibilità di realizzare attività fondamentali per la crescita come quelle sportive e culturali. La quasi totalità dei beneficiari (90%) ha registrato cambiamenti positivi nella propria vita. I risultati sono stati presentati oggi in occasione del convegno “Nuovi approcci per promuovere aspirazioni e passioni di bambini, bambine e adolescenti” presso il Dipartimento di Scienze della formazione di Roma Tre.

Sono 1 milione 295 mila i minori in povertà assoluta in Italia, con un’incidenza pari al 13,8% del totale, con differenze a livello territoriale: più colpito il Mezzogiorno (15,5%) rispetto al Nord (12,9%) e il Centro (13,1%). Sono loro i più poveri tra le generazioni, a fronte del 6,2% degli anziani over 65, del 9,4% dei 35-64enni, e dell’11,8% dei 18-34enni[1].

Quasi un adolescente su dieci in Italia (9,4%) tra i 15 e i 16 anni, pari a più di centomila ragazze e ragazzi, vive in condizioni di grave deprivazione materiale. Il 30,8% non va in vacanza perché i genitori non possono permetterselo e il 16,2% rinuncia allo sport perché troppo costoso. Crescere in condizione di povertà significa non poter partecipare alle gite scolastiche (24%) o non avere tutti i materiali didattici (23,9%)[2].

La condizione di povertà economica grava pesantemente sulle aspettative di vita degli adolescenti. Il 67,4% teme che, se anche lavorerà, non riuscirà ad avere abbastanza risorse economiche, contro il 25,9% degli adolescenti che non vivono condizioni di deprivazione. Andando ad analizzare lo scarto tra le aspirazioni e le aspettative concrete, colpisce la consapevolezza dei ragazzi che vivono in condizioni di disagio economico circa gli ostacoli che dovranno affrontare nel loro accesso al mondo del lavoro. Il gap tra aspirazioni e aspettative concrete di avere un lavoro ben retribuito è infatti molto maggiore per questi ragazzi rispetto ai coetanei che vivono in condizioni economiche migliori.

La povertà materiale si intreccia fortemente con la povertà educativa e con l’abbandono scolastico, che in Italia, nonostante il trend in diminuzione, è al 10,5% (tra i più alti in Europa dopo Romania, Spagna, Germania e Ungheria). Le condizioni economiche delle famiglie hanno anche un impatto significativo su diversi aspetti della vita di bambine, bambini e adolescenti e sulle loro opportunità di crescita e formazione, tra cui la possibilità di praticare sport e partecipare ad attività culturali. In media, in Italia, un minore su 4 non pratica mai sport. Nel 2022, tra i minori che vivono in famiglie con risorse economiche buone o adeguate, il 55,6% pratica sport in modo continuativo, mentre scende di circa 15 punti percentuali tra chi proviene da contesti familiari con risorse economiche scarse o insufficienti (40,7%).

Le condizioni economiche hanno un forte impatto anche sulla fruizione di servizi culturali. I minori che vivono in famiglie con risorse economiche scarse o insufficienti vanno meno a teatro (il 13% rispetto al 17% di quelli che vivono in famiglie con risorse economiche ottime o adeguate), visitano meno musei o mostre (il 26,3% contro il 34,9%) e monumenti (il 19,7% contro il 28,4%), vanno meno al cinema (il 44,4% contro il 52,8%). Più in generale, i dati ISTAT ci dicono che, nel 2022, solo un minore su 6 (15,6%) è andato a teatro almeno una volta, solo uno su quattro (25,4%) ha visitato un monumento almeno una volta, uno su due è andato al cinema (49,9%) e circa due su sei (32%) hanno visitato un museo o una mostra.

Per contrastare gli effetti della povertà materiale sui percorsi formativi di ragazze e ragazzi, Save the Children ha promosso, grazie al sostegno dell’8×1000 dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, il progetto “DOTi – Diritti ed Opportunità per Tutte e tutti”, attraverso il quale sono state erogate, dal 2020 a oggi, 2512 doti.

Le doti educative, ideate e sviluppate all’interno del programma Illuminiamo il futuro di Save the Children, presso i Punti Luce, consistono in un intervento personalizzato di sostegno a bambine, bambini e adolescenti che vivono in situazioni di grave svantaggio socio-economico. La dote, che viene assegnata in seguito a un patto educativo sottoscritto dal beneficiario e dalla sua famiglia, fornisce beni o servizi ai minori che si trovano in condizioni certificate di fragilità e vulnerabilità socio-economica, attestate dai servizi sociali e dalla scuola.

Delle 2512 doti erogate fino a oggi, 648 sono legate al diritto allo studio (per l’acquisto di libri di testo, kit scolastici, ticket mensa) e 1651 allo sviluppo di talenti e aspirazioni (attività sportive, artistiche, corsi di lingua o di informatica, centri estivi).

In particolare, tra queste, 213 doti sono state destinate alle ragazze e ai ragazzi dai 13 ai 18 anni a rischio di dispersione scolastica attraverso un percorso che prevede la collaborazione con le scuole e l’accompagnamento nell’orientamento e il sostegno per l’acquisto di testi e kit scolastici, l’iscrizione a corsi professionalizzanti (tecnico audio-video, mentoring digitale, grafica, barman, saldatore, stampa 3D, ecc.) e percorsi per la valorizzazione di specifiche competenze (corsi di fotografia, informatica, musica, fumetto, lingua dei segni o viaggi studio in Inghilterra e altro ancora).

Le doti educative mettono al centro i bisogni e le aspirazioni di bambini, bambine e adolescenti, i loro interessi e le loro passioni per favorire un percorso di crescita che rafforzi resilienza e autostima. Ne è un esempio la storia di Matteo, che vive nel quartiere Zisa Danissinni di Palermo. Il progetto Doti gli ha consentito di inscriversi al liceo musicale e di acquistare il clarinetto e altri accessori per seguire le lezioni ed esercitarsi (un accordatore, una staffa e altri materiali) e proseguire gli studi. O la storia di Federica, di Brindisi, che proviene da un contesto economico difficile, con un rendimento scolastico discontinuo: la dote educativa le ha consentito di iscriversi a un corso di nuoto e di pallavolo, esperienze che hanno contribuito a rafforzare la sua autostima. “Le sue relazioni con gli altri sono migliorate e anche i suoi risultati scolastici. Ha acquisito una maggiore consapevolezza, riesce a organizzare meglio il suo tempo sia per lo sport che per la scuola”, racconta l’operatrice del Punto Luce di Save the Children che ha seguito il suo percorso.

“Con il programma DOTi, realizzato grazie al prezioso contributo dell’8×1000 dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, sosteniamo l’accesso a opportunità educative, di socializzazione, sportive e culturali a bambini, bambine e adolescenti nei contesti svantaggiati, dove operiamo insieme alla comunità educante, alle famiglie e ai servizi territoriali di riferimento. I minori sono i più colpiti dalla povertà: con le doti educative sosteniamo il loro percorso di crescita, garantendo loro la possibilità di sperimentare le proprie capacità e attitudini nel campo della cultura, della musica, dello sport e in ambito formativo. L’esperienza ci ha dimostrato che dare a bambini, bambine e adolescenti la possibilità di immaginare il proprio futuro liberamente, senza preclusioni dettate dal contesto di provenienza, potenziando le risorse per prevenire la dispersione scolastica e la povertà educativa e sperimentando modelli di intervento integrato, genera un cambiamento positivo sia nei protagonisti che nel territorio. Lo strumento della dote educativa, grazie all’intervento di Save the Children, è stato anche adottato da alcuni enti istituzionali che lo hanno fatto proprio, inserendolo negli interventi pubblici a favore dei minori” ha dichiarato Daniele Timarco, Direttore Programmi Nazionali Save the Children Italia.

“Fin dall’inizio della nostra collaborazione nel 2020, in piena crisi pandemica, abbiamo riconosciuto la necessità di un intervento urgente per contrastare gli effetti devastanti che la povertà educativa ha prodotto tra i minori in Italia. Di fronte a questa emergenza, la Soka Gakkai italiana ha deciso di sostenere Save the Children con i fondi dell’8×1000 per il progetto ‘DOTi: Diritti e Opportunità per Tutte e tutti’, che racchiude in sé dei cardini fondamentali che animano il nostro movimento. Infatti, proprio come la Soka Gakkai promuove da anni l’educazione in quanto pilastro della crescita personale e collettiva, anche questo progetto mira a far fiorire il potenziale unico dei bambini e delle bambine, indipendentemente dal loro contesto di provenienza. Siamo quindi particolarmente orgogliosi dei risultati ottenuti attraverso le ‘Doti’, che non solo hanno sostenuto giovani e bambini nel loro percorso educativo, ma hanno anche rafforzato i legami tra scuole, enti locali e famiglie, dando vita a una comunità educante basata su rispetto, fiducia e sostegno reciproco” ha dichiarato Anna Conti, Vicepresidente dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai.

Le doti educative sono diventate negli anni una “buona pratica” che, grazie all’intervento di Save the Children, è stata in alcuni casi adottata dagli enti istituzionali che hanno inserito lo strumento negli interventi pubblici a favore dei minori. È il caso del Comune di Potenza, dove le doti educative sono state inserite nel Piano di Zona 2023-2024 come strumento di contrasto alla povertà educativa, ma anche il caso de L’Aquila dove le doti sono state adottate dall’Ufficio di Servizio Sociale per Minorenni, che ha sostenuto direttamente alcuni interventi. A Udine, invece, sì è creata una forte sinergia con gli Assistenti Sociali del Friuli Centrale che ha permesso di estendere la metodologia delle doti educative oltre il territorio cittadino e di promuovere un percorso di empowerment dei servizi sociali per la gestione dei casi di minori fragili. Infine, la regione Puglia ha inserito le doti educative e di comunità nel provvedimento sul reddito di dignità finanziandole con risorse di bilancio.

In generale, su tutti i territori coinvolti oggi nel progetto DOTi (9 città – Ancona, Brindisi, Catania, L’Aquila, Milano, Palermo (quartieri Zen e Zisa), Potenza, Roma, Udine) si è registrato un cambiamento in positivo nella maggior parte dei bambini e dei ragazzi coinvolti e sulle loro famiglie (quasi il 90% dei beneficiari): per i minori, le doti educative hanno influito positivamente sul loro sviluppo e formazione, migliorando ad esempio l’autonomia e la percezione di sé, mentre le famiglie hanno apprezzato l’utilità economica e gli effetti positivi sul percorso di crescita dei figli, in particolare in relazione all’ambito scolastico e alla sfera della socializzazione. “Siamo stranieri. Quando siamo arrivati non avevamo nessuno a cui rivolgerci, poi qualcuno ci ha segnalato questo posto: ci siamo trovati benissimo, le ragazze sono contentissime. Senza di loro non so proprio come sarebbe andata a finire. Tutto questo per la nostra famiglia è indispensabile e le Doti utilissime, perché non potevamo permetterci di pagare”, hanno raccontato i genitori di due ragazze che frequentano il Punto Luce di Save the Children a Brindisi.

Con le “DOTi – Diritti ed Opportunità per Tutte e tutti”, inoltre, sono state avviate buone collaborazione tra le realtà associative partner del progetto e i servizi sociali di zona, che a diversi livelli e con interventi mirati, hanno favorito la diffusione dello strumento della dote educativa per rispondere ai bisogni emergenti di bambine, bambini e adolescenti.

Per il progetto “DOTi – Diritti ed Opportunità per Tutte e tutti”, dal 2020 a oggi nei territori coinvolti hanno collaborato 276 enti, di cui 91 scuole, 45 servizi sociali e altri enti pubblici e 140 associazioni.

A conclusione delle prime tre fasi di intervento, è stata realizzata una consultazione online tramite questionario che ha coinvolto 251 tra bambini, bambine e adolescenti che hanno concluso la dote da almeno sei mesi: l’87,3% dei partecipanti pensa che la dote ricevuta lo ha aiutato con la scuola o a realizzare una passione, di questi il 64,9% ha dato il massimo voto alla dote ricevuta e il 95,2% la consiglierebbe a un amico. “Grazie all’ acquisto dei libri scolastici ho potuto dedicarmi allo studio delle materie più difficili per me, permettendomi di migliorare nello studio”. “La dote mi ha aiutato a essere costante nelle attività facendo crescere in me un senso di maggiore responsabilità rispetto agli impegni presi. Ciò mi ha fatto sviluppare anche un senso di appartenenza alla comunità che ho frequentato”. “Mi ha permesso di partecipare al viaggio della Memoria, senza la dote non sarei riuscito economicamente a partecipare”.

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