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Mozambico: 103 morti e più di 350 feriti a seguito delle violenze post-elettorali

Dal 21 ottobre, la violenza post-elettorale in Mozambico ha provocato almeno 103 morti e più di 350 feriti, in seguito all’assassinio di due esponenti dell’opposizione in un’imboscata a Maputo, nonché ai controversi risultati delle elezioni presidenziali.
Wilker Dias, direttore esecutivo della Piattaforma della Società civile per l’osservazione elettorale (DECIDE), ha affermato a Maputo che la maggior parte delle vittime si trova nelle province di Gaza, Nampula e Cabo Delgado, dove violenti scontri tra polizia e manifestanti hanno causato numerose vittime. “La situazione è molto triste e inquietante”, ha sottolineato Dias.
Il 9 ottobre circa 17 milioni di mozambicani hanno votato per eleggere i governatori provinciali, il presidente e i deputati. Le proteste sono scoppiate il 24 ottobre dopo l’annuncio dei risultati delle elezioni presidenziali, che hanno visto vincitore il candidato del partito al potere, il Fronte di Liberazione del Mozambico (Frelimo), Daniel Chapo, con il 70% dei voti. Eduardo Mondlane, secondo con il 20%, ha contestato il risultato e ha invitato a proteste.
La settimana scorsa, Mondlane ha lanciato un appello per una nuova ondata di proteste per “chiudere Maputo e altre regioni”. Dopo la proclamazione dell’esito delle elezioni, da lui contestato con accuse di frode, Mondlane si è rifugiato in Sudafrica denunciando rischi per la propria vita, prima di recarsi in un luogo sconosciuto. Dal suo rifugio, tuttavia, l’oppositore ha lanciato diversi appelli a manifestare, fra cui l’ultimo per una settimana di proteste dal 4 all’11 dicembre bloccando strade, ferrovie, porti ed aeroporti. Lo scopo dichiarato, ha affermato il candidato che si è autoproclamato vincitore del voto, è “ripristinare la verità sulle elezioni”.
Secondo Wilker Dias, 27 persone sono state uccise di recente, portando il bilancio totale delle vittime a 103 morti dal 21 ottobre, tra cui circa 10 bambini, secondo Human Rights Watch. Le organizzazioni per i diritti umani descrivono questa repressione come la “peggiore” degli ultimi anni. Adriano Nuvunga, direttore esecutivo del Centro per la democrazia e lo sviluppo (CDD), ha denunciato l’uso eccessivo della forza da parte delle autorità dall’inizio delle proteste, che ha portato all’arresto di centinaia di cittadini in tutto il Paese.

Yassine Belkassem

Yassine Belkassem, marocchino italiano, già pubblicista con www.stranieriinitalia.it, e Almaghrebiya, attualmente collabora con NotizieGeoplotiche.nete Ajialpress.com testata marocchina. Per Mediterranews cura aggiornamenti dal Marocco e non solo

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