Comunicati Stampa

Codice della strada. Annalisa Corrado: “Salvini uso spregiudicato dei dati per fini propagandistici: bene interpellanza parlamentare, non si gioca con i numeri dei morti sulla strada”

A seguito del botta e risposta che sabato scorso ha coinvolto il Ministro Salvini e più di 30 associazioni dei familiari delle vittime sulla strada, insieme con le associazioni per la mobilità attiva, i deputati del PD hanno presentato un’interpellanza parlamentare per chiedere chiarimenti sui dati presentati dal Ministro e relativi al nuovo Codice della Strada.

Le associazioni in questione hanno infatti contestato al Ministro le dichiarazioni, fuorvianti e incomplete, che riferivano di una presunta riduzione del 25% della mortalità stradale a due sole settimane dall’entrata in vigore del nuovo Codice della Strada. Una mistificazione presto smentita dall’ottimo lavoro di fact checking condotto da ASAPS Associazione Sostenitori e Amici della Polizia Stradale e da Associazione Lorenzo Guarnieri Onlus.

“È inaccettabile che un Ministro della Repubblica utilizzi dati sommari e incompleti per sostenere la propria propaganda politica, a scapito delle cittadine e dei cittadini che hanno vissuto sulla propria pelle il dramma delle morti sulla strada”, dichiara Annalisa Corrado, nella Segreteria Nazionale del PD ed Eurodeputata del gruppo S&D.
“Ed è ancora più grave invocare la lesa maestà, arrivando a minacciare azioni legali contro persone impegnate con generosità per la tutela della vita umana sulla strada, quando queste autorevolissime associazioni intervengono per mostrare la verità”, aggiunge.

Annalisa Corrado plaude quindi all’iniziativa di Andrea Casu, deputato del PD, che ha subito presentato un’interpellanza parlamentare sulla questione, firmata con i colleghi di partito Anthony Barbagallo, Ouidad Bakkali, Valentina Ghio e Roberto Morassut.

“Le associazioni dei familiari delle vittime, che tanto spesso Salvini si fregia di aver coinvolto nella stesura del Codice, sono le stesse che lo hanno ribattezzato ‘Codice della Strage’”, aggiunge. “Sentite ma mai ascoltate dal Ministro, visto che nessuna delle loro richieste è stata accolta nella riforma, chiedono oggi a gran voce, tra le altre cose, un nuovo modello di mobilità sostenibile e sicurezza stradale per le nostre città: un modello come quello delle Città 30, i cui numeri a Bologna parlano chiaro, e che il Codice di Salvini ostacola in ogni modo”.

Bologna Città 30 ha migliorato in maniera decisa la sicurezza stradale della città: con quasi l’11% di incidenti registrati in meno, e con più del 33% in meno di persone decedute negli stessi, ha impattato positivamente anche sul contesto ambientale cittadino, favorendo la mobilità collettiva e quella sostenibile, incidendo anche sul livello delle emissioni, con -23% di inquinamento da traffico locale.

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