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Cagliari: la favela di via dell’Agricoltura

Potrebbe sembrare una favela o una periferia degradata di una città del Terzo Mondo, ma è solo via dell’Artigianato angolo via dell’Agricoltura, il confine tra Cagliari ed Elmas. Da qui il centro del Capoluogo dista solo 10 minuti di macchina, neanche 5 chilometri, ma il mondo civile sembra essere lontano anni luce. Una fetta di territorio, dove regnano degrado, sporcizia, prostituzione, discariche a cielo aperto e incuria, dimenticata da anni da parte di chi, Enti e Amministrazioni, dovrebbe garantire ordine, sicurezza, pulizia e manutenzioni. Una sorta di terra di nessuno, al confine tra legalità e presidio, senza alcuna telecamera a sorvegliare i vari traffici, garantita dalle oltre 50 attività commerciali che operano da decenni, e illegalità, visibile a occhio nudo e tangibile in ogni suo aspetto. Ogni giorno le due strade, da tempo regno incontrastato di prostitute e protettori, sono
percorse da centinaia di mezzi, che accedono alle attività artigianali e commerciali, come quelle dell’impiantistica, del noleggio mezzi e strumenti professionali, dell’autoriparazione e dell’autoricambio frequentate da migliaia di persone che, per lavoro o come clienti, si recano nelle attività presenti nell’area, dove opera anche un servizio di ristorazione self service.
Da settimane, senza che nessuno intervenga, una tubatura rotta ha  genere di rifiuto e sporcizia, creando un habitat ideale per insetti e topi che regnano indisturbati. Inoltre, un canale di scolo, essenziale per il deflusso
delle acque piovane verso la laguna di Santa Gilla, è completamente ostruito da un canneto e da una crescente quantità di rifiuti. Nel caso di un pesante nubifragio, come già accaduto più volte, l’area andrebbe
sott’acqua senza rimedio, mettendo in serio pericolo persone, mezzi e attività produttive.
I commercianti e gli artigiani questa mattina hanno inoltrato al Comune l’ennesima pec di segnalazione per la grave situazione e chiesto alle proprie Associazioni di Categoria di intervenire.

“Non sappiamo più cosa fare e a chi rivolgerci per avere pulizia, controllo e una riqualificazione dell’area. Abbiamo anche paura per la nostra incolumità fisica perché, più volte, siamo stati minacciati da personaggi non
raccomandabili: sta diventando un problema di ordine pubblico. Paghiamo migliaia di euro in tasse e contributi, come se operassimo in centro città, ma questa zona è trattata come una zona di serie Z. Essendo periferia della
periferia, le Amministrazioni non si accorgono di chi opera qui e non intervengono, in maniera energica, nel risolvere i disagi perché non siamo il salotto buono da mostrare a turisti e visitatori. Da anni, noi imprenditori e
lavoratori, segnaliamo i disagi nell’operare in queste condizioni; anche i clienti si lamentano e hanno sempre più difficoltà nel venire presso le nostre aziende; infatti molti hanno già optato nell’andare a fornirsi da
aziende che offrono gli stessi servizi ma in zone dove non regna il degrado.
Il timore è che tale situazione possa influire negativamente sulle nostre attività e, quindi, sui bilanci delle aziende. Più volte abbiamo segnalato i problemi che, anche quando vengono risolti, nel giro di pochi giorni, a volte addirittura poche ore, i problemi si ripresentano puntualmente.
Servirebbero le telecamere di sorveglianza soprattutto per chi usa quegli spazi come discarica e, soprattutto la notte, la utilizza come area dove la legge non esiste”.

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