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Trinità d’Agultu e Vignola, gli studenti incontrano Marco Teramana autore di Mio figlio. L’amore che non ho fatto in tempo a dirgli

L’IC di Badesi, grazie al patrocinio del Comune di Trinità d’Agultu e Vignola, giovedì 13 marzo 2025 tiene una lezione davvero singolare: gli studenti della scuola secondaria di primo grado incontrano e dibattono con Marco Termenana (pseudonimo), autore del libro Mio figlio. L’amore che non ho fatto in tempo a dirgli
L’evento è organizzato dal Comune di Trinità di Agultu e Vignola nell’ambito dell’iniziativa “Primavera In-Formativa”, promossa dall’Assessorato ai Servizi Sociali e Pubblica Istruzione, in collaborazione con l’Istituto Comprensivo di Badesi (di cui fanno parte anche i plessi di Valledoria e Santa Maria Coghinas).
Introduce la Dirigente Scolastica Professoressa Alessandra Pinna. Interviene l’Assessore ai Servizi Sociali, Pubblica Istruzione e Cultura Dottoressa Antonella Prunas.
Modera la Professoressa Pierina Oggiano, referente per la prevenzione e il contrasto al Bullismo e al Cyberbullismo e docente di lettere nell’Istituto comprensivo Badesi.  Grazie alle lavagne interattive multimediali, presenti in ogni aula, gli studenti potranno connettersi dai loro banchi con l’autore che sarà collegato in video conferenza da Milano, città in cui vive.
Ma perché questa iniziativa?
Ce lo dice il Sindaco di Trinità di Agultu e Vignola, Giampiero Carta:
“L’Amministrazione Comunale è da sempre attenta ai bisogni educativi dei ragazzi, per i quali propone diversi progetti formativi, sia in orari scolastici che extrascolastici. Per tale motivo si è deciso di acquistare delle copie del libro “Mio figlio. L’amore che non ho fatto in tempo a dirgli” da donare alla nostra scuola, in modo da preparare gli studenti ad affrontare la delicata tematica trattata dall’autore. Il disagio giovanile non può essere ignorato, ma va prevenuto offrendo ai ragazzi momenti come questo in cui si racconta la vera storia di un giovane, poco più grande di loro, che non ha visto per sé un futuro.”
Aggiunge l’Assessore Antonella Prunas:
“Da molti anni ci occupiamo di promuovere numerosi incontri educativi rivolti a ragazzi e insegnanti
nell’ambito della “Primavera In-Formativa”. Per il 2025 abbiamo deciso, in accordo con la Dirigente Scolastica e gli insegnanti che ringraziamo per la collaborazione, di affrontare, in uno dei tanti incontri, anche la dolorosa e tragica esperienza di Giuseppe, raccontata direttamente dal padre. In una società in continua evoluzione, nella quale tante sono le emergenze sociali, è fondamentale la riflessione sul disagio giovanile e soprattutto l’ascolto e il dialogo con i ragazzi: ecco perché confidiamo che i nostri studenti interagiscano con l’autore, concependo l’incontro come costruttivo e formativo”.
E chi è invece Marco Termenana?
Con lo pseudonimo di El Grinta, sullo stesso argomento, ha già pubblicato Giuseppe. La storia,
che racconta del vero suicidio di Giuseppe, il primo dei tre figli quando, in una notte di marzo 2014, apre la finestra della sua camera, all’ottavo piano di un palazzo a Milano e si lancia nel vuoto, è una lucida testimonianza di un papà che scrive delle difficoltà della famiglia alle prese con il mal vivere di chi si è sentito sin dall’adolescenza intrappolato nel proprio corpo: la storia di Giuseppe è infatti anche la storia di Noemi, alter ego femminile.
Tragedia non solo di mancata transessualità ma anche di mortale isolamento, al secolo hikikomori
(termine giapponese che letteralmente significa “stare in disparte”).
Questo il suo pensiero di per l’evento del 13:
“Da quando Zoorama, società di produzione di Roma, ha opzionato i diritti cinematografici del libro e lavora alla definizione del budget per farne un film per le sale coinvolgendomi in tutte le fasi progettuali, ho quasi smesso di presentare per l’Italia. È perciò con grande piacere che giovedì, nel giorno in cui Giuseppe “compie” 32 anni, incontro gli studenti della Sardegna: i ragazzi sono sempre interessati alla storia di mio figlio; sono degli ascoltatori spietati ma attenti. Il dolore è sempre atroce, soprattutto in giorni come questo. Ho scritto solo per ritrovare Giuseppe, però se attraverso la riflessione e il mio racconto, posso migliorare anche di poco la vita di uno studente, genitore o docente che sia, sono contento. Così avrò dato anche senso alla stupida e inutile morte
di mio figlio”.

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