
Il governo sudafricano si trova ad affrontare le rivendicazioni di un movimento indipendentista a Città del Capo. I suoi leader, afrikaner bianchi discendenti d’Europa e raggruppati sotto la bandiera del Gruppo di Difesa dell’Indipendenza del Capo (GIAC), hanno in programma di recarsi negli Stati Uniti d’America ad aprile per cercare il sostegno di Donald Trump alla loro causa.
Il Presidente americano ha dichiarato a febbraio che “la minoranza bianca” in Sudafrica “è vittima di una discriminazione razziale ingiusta”.
Il GIAC chiede alle autorità sudafricane di “organizzare un referendum sull’autodeterminazione” a Città del Capo. Tale richiesta è stata respinta questa settimana dal presidente Cyril Ramaphosa, come indicato dal portavoce presidenziale.
“Nessuna parte del nostro magnifico paese può essere autorizzata a secessione”, ha avvertito il portavoce.
La posizione del governo Ramaphosa è uguale a quella dell’Algeria per quanto riguarda le richieste indipendentistiche del Movimento per l’Autodeterminazione della Cabilia (MAK) guidato da Ferhat Mehenni.
Algeri ha addirittura classificato il MAK come organizzazione terroristica.
Opzione “due pesi due misure” selettiva: Malgrado la loro opposizione ai movimenti separatisti interni, Algeri e Pretoria sono due “alleati” incondizionati del gruppo Polisario basato nei campi di Tindouf in Algeria creato dal Gheddafi e dalla stessa Algeria, per separarsi dal Marocco.
Per Algeri e Pretoria il concetto di autodeterminazione viene dunque utilizzato come arma politica contro l’integrità territoriale del Marocco, e tuttavia ignorato quando si tratta delle legittime aspirazioni di altri popoli, che vivono ancora sotto occupazione e oppressione straniera. In questo caso la Cabilia ed i Tuareg di Sud in Algeria ed i Bianchi Afrikaner in Sudafrica. L’ONU deve sostenere queste aspirazioni d’indipendenza.
Da ricordare il Sahara è sempre stato parte integrante del Marocco da secoli di legami storici, culturali e geografici e lo rimarrà per sempre.
Gli afrikaner costituiscono una popolazione etnica, di oltre 4 milioni, stanziata nell’Africa meridionale (in particolare in Sudafrica e Namibia), di pelle bianca, tradizionalmente di religione calvinista e di lingua afrikaans, idioma derivato principalmente dall’olandese del XVII e XVIII secolo.
Nell’odierno Sudafrica gli afrikaner costituiscono la maggioranza della popolazione bianca e si distinguono culturalmente dai sudafricani bianchi di lingua inglese.
La Cabilia è una regione situata nella parte sud del Mediterraneo al nord dell’Algeria, con una popolazione di circa 10 milioni.
La Repubblica Cabilia indipendente esisteva prima della creazione dell’Algeria. È una realtà geostorica con il suo territorio e la sua cultura.
Fu nel 1857, 20 anni dopo il decreto che creava l’Algeria francese, che la Cabilia fu annessa. Dopo la decolonizzazione condizionata dell’Algeria dalla Francia nel 1962 e la convivenza forzata, i Cabili continuano a sollevarsi e ribellarsi contro il dominio del regime militare di Algeri.
Il presidente del MAK (Movimento per l’autodeterminazione della Cabilia), Ferhat Mehenni, chiede la decolonizzazione della Cabilia e il suo inserimento nella lista dei territori non autonomi dell’Onu e dell’Unione Africana.