Cagliari, Joint Star. No alla cultura della guerra

Il dieci e l’undici maggio 2025 si terrà a Cagliari l’evento Joint Stars 2025, vetrina per una serie di esercitazioni militari su tutto il territorio occupato dell’Isola. Nel corso delle due giornate, a bordo della nave da guerra Trieste, saranno offerti esami medici gratuiti ai bambini. Un gesto meraviglioso come il sorriso di un bambino, recita infatti la locandina dell’evento. Sono previste visite guidate, maratone e concerti.
Come movimento indipendentista e nonviolento esprimiamo il nostro antimilitarismo opponendoci fermamente a qualsiasi manifestazione che attraverso subdoli tentativi di camuffamento del comparto bellico, tenti di far passare inosservato il costante tentativo dello Stato italiano di sfruttare il territorio nazionale sardo per attività belliche che in alcun modo possono e mai potranno contribuire alla salute e alla crescita economica e culturale del popolo sardo.
La nave da guerra Trieste, del valore di oltre un miliardo di euro, non nasce con lo scopo di intrattenere i cittadini di Cagliari, si tratta di un’unità d’assalto militare costruita sperperando una quantità sconfinata di denaro pubblico.
Crediamo che tali manovre militari e tali ambigue strategie di comunicazione, patrocinate dal governo regionale e dal Comune di Cagliari, non siano accettabili. E benché non manchino le voci dissenzienti anche all’interno della compagine di governo della città, consideriamo vile la strumentalizzazione dei minori e delle famiglie che sono costrette, al di fuori di questi eventi propagandistici, a una vita di costante precarietà sanitaria. Mentre gli ambulatori chiudono, mentre le liste d’attesa si allungano, mentre i pronto soccorso boccheggiano, mentre mancano i medici e il privato prende il posto del pubblico, la soluzione non può essere un controllo di dieci minuti su una nave militare.
Troviamo inaccettabile e inquietante che alla luce dei recenti sconvolgimenti che stanno investendo il mondo, le istituzioni europee e lo Stato italiano, con la connivenza delle istituzioni sarde, tentino in ogni modo di inoculare e di far sedimentare nella popolazione la cultura della guerra, che a poche centinaia di chilometri da noi macina vittime inermi.
Abbiamo le tasche piene della cultura bellicista che, nonostante la costituzione più bella del mondo, l’Italia continua a propinarci e a imporci.
Lavoriamo per costruire la nazione sarda di domani, libera, giusta e degna.
La guerra non sarà mai la nostra cultura.
Fintzas a sa Repùblica!