Istituto Svizzero di Roma: Peter Friedl “Touch of Joy” workshop 31 marzo – 12 aprile
L’Istituto Svizzero di Roma è lieto di presentare Touch of Joy. Esercizi di immaginazione, un workshop ideato dall’artista residente a Berlino Peter Friedl per Studio Roma – Programma Transdisciplinare sul Contemporaneo.
Un programma di due settimane che include presentazioni, conferenze, letture, dibattiti, associazione libera, proiezioni di film, così come la ricerca sul campo e le visite in situ a Roma e Sabaudia. Il denominatore comune è l’interesse per l’immaginazione; la sua storia, i suoi miti e i suoi metodi.
Per l’occasione Friedl ha ideato il sito internet Daydream Factory (a partire da un concetto sviluppato dal 2012, nel corso del suo insegnamento alla NABA di Milano) dove raccogliere sogni a occhi aperti come materiale di ricerca.
Tutti sono invitati a contribuire con il proprio racconto.
www.daydreamfactory.istitutosvizzero.it
Touch of Joy. Esercizi di immaginazione
Le crisi non sono un’invenzione del XXI secolo: il 1816, per esempio, fu l’anno senza estate in cui le temperature calarono drasticamente in molti luoghi d’Europa e del Nord America. Più tardi, i climatologi attribuirono il fenomeno alla violenta eruzione del vulcano Tambora sull’isola di Sumbawa (1815), nell’attuale Indonesia. A Bologna, un astrologo profetizzò la fine del mondo per il 18 luglio, provocando rivolte e suicidi. A causa del costante maltempo, un gruppo di giovani poeti inglesi che soggiornava nei pressi del lago di Ginevra fu costretto a rimanere in casa. Decisero di scrivere storie di fantasmi e di leggerle ad alta voce. Mary Shelley creò Frankenstein, o Il moderno Prometeo. Lord Byron, che aveva affittato Villa Diodati, scrisse le poesie “Le tenebre” e “Il sogno”, interrogandosi sulla natura dei sogni.
Conosciamo la lunga storia dell’attività onirica notturna dal Romanticismo e attraverso il Modernismo nell’arte, nella cultura e nella scienza. Uno dei primi a problematizzare la scrittura del sogno è stato Gérard de Nerval. Per la psicoanalisi, nata esattamente allo stesso momento del cinema, il sogno diventò un linguaggio che richiede di essere decodificato, e come ogni interpretazione, ridusse ciò che era interpretato. I surrealisti ignorarono ampiamente la differenza tra il sogno e la scrittura del sogno. In “Kitsch onirico” (1925), il primo commento pubblicato da Walter Benjamin sul Surrealismo, l’archeologo della modernità dichiarò lucidamente, “Il sognare partecipa della storia”. Il percorso verso il collettivo sognante fu così delineato. Prendendo esplicitamente le distanze da Sigmund Freud, il filosofo e epistemologo francese Gaston Bachelard ha opposto le fantasticherie (rêverie) al sogno. La sua gaia, poetica scienza ruotò attorno al confine dei regni della razionalità e della loro fruibilità attraverso le immagini. Il lato oscuro della storia può essere trovato in un’antologia di Charlotte Beradt degli anni Trenta, pubblicato per la prima volta molti anni dopo: ne Il Terzo Reich dei sogni, i sogni diventano documenti storici.
Il fratellino trascurato del sogno notturno è il sogno a occhi aperti. Il suo biotopo può essere trovato nei cortili e nelle nicchie poco appariscenti della modernità. I sogni a occhi aperti sono allo stesso tempo uno strumento di sovversione e di subordinazione; ricordano la nostra libertà e il confinamento nelle circostanze date. I sogni a occhi aperti appartengono a quelle forme del “far nulla” che compongono quel mondo della quotidianità privo di eventi rilevanti. Come punto di riferimento per la loro esplorazione, vale la domanda formulata dal sociologo tedesco Georg Simmel nel 1908: “Com’è possibile la società?”.
Cos’è la politica del sogno e del sognare a occhi aperti? Come possiamo parlare d’immaginazione oggi, e come imparare a usarla? E infine, quanto piacere e quanta conoscenza sono possibili al di là del capitalismo accademico e della routine dell’autoriflessione? Queste sono alcune delle domande da affrontare nei vari formati di Touch of Joy – la frase è tratta dalla poesia sul sogno di Byron – ideato dall’artista residente a Berlino Peter Friedl in collaborazione con l’Istituto Svizzero di Roma, un programma di due settimane che include presentazioni, conferenze, letture, dibattiti, associazione libera, proiezioni di film, così come la ricerca sul campo e le visite in situ a Roma e Sabaudia. Il denominatore comune è l’interesse per l’immaginazione; la sua storia, i suoi miti e i suoi metodi.
Tutti gli eventi sono gratuiti e aperti al pubblico. Traduzione simultanea in italiano.
Con la partecipazione di
Marco Avena e Eleonora Planera (psicologi), Billy Ehn (etnologo, Professore Emerito di Culture and Media Studies, Umeå University), Jean-François Chevrier (storico dell’arte, curatore, Professore di Storia dell’arte contemporanea, École nationale supérieure des beaux-arts, Parigi), Tonino De Bernardi (filmmaker), Gianluca e Massimiliano De Serio (filmmaker), Angelo Del Boca (storico), Elena Esposito (Professore associato di Sociologia della Comunicazione, Università di Modena e Reggio Emilia), Peter Friedl (artista), Mia Fuller (Professore associato di Italian Studies, University of California, Berkeley), Karen Pinkus (Professore di Italian and Comparative Literature, Cornell University, New York).
Le proiezioni includono film di Michelangelo Antonioni, Maya Deren, Haile Gerima, Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi, Jia Zhangke, Buster Keaton, Satoshi Kon, Akira Kurosawa, Richard Linklater, Edwin S. Porter, Hans Richter, tra gli altri.
Luoghi
Istituto Svizzero di Roma
Villa Maraini, via Ludovisi 48, Roma
Sala Elvetica, via Liguria 20, Roma
Teatro della Cometa
Via del Teatro Marcello 4, Roma
Film Studio
Via degli Orti d’Alibert 1, Roma
Sapienza – Università di Roma
Sala Lauree, Facoltà di Scienze Politiche
Piazzale Aldo Moro 5, Roma
Sabaudia (LT)
Luoghi vari
Biografie
Peter Friedl
Nato nel 1960, è un artista che lavora in situ. Ha partecipato a documenta X (1997), a documenta 12 (2007), alla 48a Biennale di Venezia, alla terza Biennale di arte contemporanea di Berlino (2004), a Manifesta 7, Trento (2008), alla settima Biennale di Gwangju (2008), alla 28a Bienal de São Paulo (2008), a La Triennale, Paris (2012), e, recentemente, alla Biennale di Taipei (2012) e alla 10a Biennale di Architettura di São Paulo (2013). Tra le personali sono da ricordare luttesdesclasses, Institut d’Art Contemporain, Villeurbanne (2002), OUT OF THE SHADOWS, Witte de With, Center for Contemporary Art, Rotterdam (2004), la retrospettiva itinerante Work 1964-2006, Museu d’Art Contemporani de Barcelona, Miami Art Central, Musée d’Art Contemporain, Marseille (2006-2007), Blow Job, Extra City Kunsthal Antwerpen, Antwerp (2008), Working, Kunsthalle Basel (2008), e Peter Friedl, Sala Rekalde, Bilbao (2010), King Kong, Le Lieu unique, Nantes (2013), The Dramatist, Artspace, Auckland (2014). Dal 1980 ha pubblicato svariati saggi e libri, come Four or Five Roses, Working at Copan, e Playgrounds. Una selezione dei suoi testi è stata pubblicata con il titolo Secret Modernity: Selected Writings and Interviews 1981–2009 (Sternberg Press).
Marco Avena
Psicologo, segue un orientamento olistico attraverso differenti approcci nella relazione tra psicologo e persone. Lavora con associazioni e università italiane, svizzere ed europee.
Jean-François Chevrier
Professore di Storia dell’Arte Contemporanea all’École nationale supérieure des beaux-arts di Parigi, storico dell’arte, critico e curatore. Indaga il rapporto tra arte, fotografia e architettura nel milieu urbano.
Tonino De Bernardi
Regista italiano riconosciuto a livello internazionale. La sua produzione si concentra sulla condizione umana, esistenziale e materiale, le relazioni affettive e le periferie in cui vivono.
Gianluca e Massimiliano De Serio
Registi, artisti e documentaristi. Esplorano i temi delle identità individuali e collettive, il riconoscimento dell’altro, le periferie sociali e quelle del discorso.
Angelo Del Boca
Narratore, giornalista e già professore di Storia Contemporanea all’Università di Torino. Inaugura il campo di ricerca storica sul colonialismo italiano di cui è tuttora il maggior esponente con la sua vasta produzione di studi.
Billy Ehn
Professore Emerito di Etnologia nel dipartimento di Culture and Media Studies alla Umeå University. Si interessa di ricerca etnografica e studi culturali, con particolare attenzione alla formazione e la cultura dell’accademia.
Elena Esposito
Professore di Sociologia della comunicazione all’Università di Modena e Reggio Emilia. É tra i maggiori rappresentanti italiani delle teorie dei sistemi in ambito sociologico.
Mia Fuller
Antropologa culturale e professore di Italian Studies all’Università di Berkeley. Nei suoi studi sull’architettura e la pianificazione urbana nelle colonie italiane, combina la ricerca sul campo e quella d’archivio.
Karen Pinkus
Professore di Letteratura Italiana e Comparata alla Cornell University. Si dedica all’analisi del rapporto tra classe, genere e razza nell’Italia fascista. Attualmente lavora a un progetto sul cambiamento climatico.
Eleonora Planera
Psicologa e psicoterapeuta familiare. Collabora con enti e associazioni per creare gruppi esperienziali e psicoeducativi per bambini e adulti.