Tifo violento e ‘trattative’ con i capi ultras, il Coisp:
“Guardiamo fuori casa e vediamo che c’è chi
non lascia alcuno spazio ai delinquenti. Certi segnali,
se si vuole darli davvero, devono essere inequivocabili”
“Insistere nel sostenere che in Italia non si ‘tratta con le curve’ è offensivo dell’intelligenza dei cittadini. ‘Trattare’ può essere inteso in vari modi, non ultimo quello di ‘non prendere i dovuti e conseguenti provvedimenti’ di fronte a fenomeni che assumono proporzioni inaccettabili e non più arginabili, se non a costo di sacrificare irresponsabilmente e ingiustamente la salute degli uomini delle Forze dell’Ordine. Noi rappresentiamo migliaia di Appartenenti alla Polizia di Stato, e dobbiamo solitamente pietire l’attenzione e l’ascolto dei Vertici del Comparto e dell’intero Sistema Istituzionale nonostante la nostra volontà costruttiva di dare un contributo nelle questioni che ci riguardano da vicino, essendo profondi conoscitori della realtà che vivono i colleghi in tutto il Paese. I capi ultras vengono invitati ad incontri ufficiali come è accaduto lo scorso 11 aprile a Roma, a Palazzo Santa Chiara, dove una delegazione di M5s, Pd, Fratelli d’Italia e Radicali ha incontrato i rappresentanti della frangia più dura del tifo italiano, come ha ricordato un quotidiano, per “valutare la possibilità di creare un fronte comune tra tifosi e parlamentari per introdurre possibili correzioni e miglioramenti alle leggi che vietano l’ingresso alle manifestazioni sportive. La domanda inevitabile è: davvero
la soluzione a questa vergogna del tifo violento può essere la ‘trattativa’, la mediazione, o comunque la si voglia chiamare? Mentre ne discutiamo non vorremmo che fosse sfuggita ai più una notizia riportata dalle agenzie di stampa un mesetto fa, ma prepotentemente attuale nella sua semplicità e concretezza. In Uruguay si sono stufati di mandare i Poliziotti a farsi massacrare allo stadio e, una cosa tira l’altra, il Campionato è stato interrotto! Allora è così… senza quei quattro cretini che si prendono sprangate e molto di più in occasione delle partite tutto quel bel carrozzone plurimiliardario non può girare! Se non c’è qualcuno da dare in pasto ai delinquenti vestiti da ultras, senza che gli venga torto un capello, per carità, ma solo perché possano sfogare la sana energia che gli deriva dalla passione per la palla rotolante, non può esserci gioco! Di certo c’è qualcuno a cui non interessa se sia così oppure no. Qualcuno che ci tiene ai propri Poliziotti e che rifiuta di abbassare la testa di fronte alla prepotenza al punto da fregarsene di intralciare gli interessi di team danarosi e boss delle curve. Qualcuno che ha la coerenza di impedire la commissione di reati ignobili e gravissimi con l’unico rimedio che si rende indispensabile”.
Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, interviene nell’acceso dibattito relativo ai puntuali e numerosi incidenti che funestano il mondo del calcio, e riprendendo fra l’altro la notizia diffusa all’inizio di aprile dai media a proposito della decisione del presidente dell’Uruguay, José Mujica, di non fornire Agenti di Polizia per la sicurezza negli stadi, che ha provocato prima le dimissioni del Consiglio della Federcalcio locale, poi il blocco dell’attività e quindi lo stop del campionato di Chiusura. Mujica, ha ben sottolineato la stampa, “ha preso la sua decisione per dare un segnale forte contro la violenza e il razzismo che imperversano negli stadi”. “Una sconfitta dello Stato? La rinuncia a qualcosa cui le famiglie hanno diritto? Un’ingiusta limitazione degli affari altrui – chiede Maccari -? Niente affatto. E’ esattamente tutto il contrario. Non c’è diritto allo svago che possa superare il diritto dei Poliziotti a non farsi ammazzare per una partita di calcio. Non c’è spasso o divertimento alcuno che possa giustificare gli enormi costi, in termini di soldi e di salute del Personale in divisa, che lo Stato si accolla per consentire alle società di moltiplicare i profitti. Non c’è spirito di tolleranza al mondo che possa giustificare la mancata
certezza delle regole e delle precise e concrete conseguenze che comportamenti illegali devono avere”.
“E’ completamente falso e subdolamente strumentale – insiste Maccari – l’argomento che la severità nei meccanismi di sicurezza in occasione delle manifestazioni sportive tenga lontana la gente dagli stadi. Non c’è persona seria e corretta che si ponga alcun problema di fronte alle regole. Questa panzana che sia la sicurezza eccessiva a svuotare gli stadi, e non i violenti che fanno
delle curve il proprio feudo spadroneggiando e dettando legge spudoratamente, non regge dinnanzi ad una qualsiasi partita giocata negli stadi di altri Paesi con normative assai più rigide, che sono pieni, anche di famiglie”.
“In Italia il vero punto è un altro – conclude il Segretario del Sindacato Indipendente di Polizia -. Sono le solite chiacchiere per ‘allungare il brodo’ e nascondere la verità mentre, al di la delle dichiarazioni di circostanza, fra meno di un mese il calcio se ne va in vacanza, ed a settembre si ricomincerà e non sarà cambiato nulla. Ci sono troppi soldi in gioco e noi Poliziotti,
come ben sappiamo, siamo dei ‘cretini’ da mandare al macello a disposizione del tritacarne mediatico e non solo. Il Coisp, ad ogni inizio di campionato, scrive ai presidenti delle società di calcio ed ai vertici della FIGC, ricordando che devono essere loro a pagare i nostri servizi di ordine pubblico, i nostri feriti, i nostri equipaggiamenti. Ma da quest’orecchio non ci sente nessuno… Troppo comodo far finta di nulla, far diventare un problema di sicurezza pubblica le curve e le trasferte, nascondendosi dietro alle frasi di circostanza se proprio accade qualcosa di grave che costringa a parlare, mentre ovviamente il delinquente di turno arrestato, sia esso dentro o fuori dallo stadio, se ne torna a casa libero e beato in 36 ore…”.