Interventi su soggetti alterati. Ferrara protocolli speciali. Interviene il COISP
Interventi su soggetti alterati, il Coisp chiede da anni nuovi protocolli: “Ma mentre a noi nulla è dato sapere, a Ferrara vige una convenzione speciale. Per i colleghi in servizio là regole esclusive riservate ad una Polizia di nicchia?”
“Non vorremmo proprio dire che in Italia nelle diverse province si possono creare regole speciali riservate alla ‘propria’ Polizia ma, vista l’evasività e la mancanza di risposte da parte del Ministero sulla Convenzione che fissa un apposito protocollo per i colleghi in servizio nella provincia di Ferrara, dobbiamo cominciare seriamente a temere che sia così.
Ma come?
Noi stiamo da anni a supplicare per avere nuovi protocolli operativi che tutelino cittadini ed Appartenenti alle Forze dell’Ordine rendendo chiare ed omogenee le regole da seguire in caso di interventi del genere, e mettendo oltre tutto i Poliziotti al riparo dalle continue sciagure in cui incorrono durante il servizio e, mentre sul lavoro dell’apposita commissione nazionale nulla è dato sapere, a Ferrara entrano in vigore regole esclusive con il beneplacito del Ministro dell’Interno… Ma che valore giuridico hanno? Che portata hanno? Quali conseguenze e ripercussioni avranno sull’operato dei colleghi, quelli che normalmente operano a Ferrara e quelli che non lo fanno?”.
Questi sono solo alcuni degli interrogativi rivolti, ancora una volta, dal Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, all’indirizzo del Ministero dell’Interno a proposito della “Convenzione per la gestione di interventi d’urgenza su soggetti con alterazioni che pur non richiedendo l’attivazione delle procedure per il TSO, sono tali da potere costituire pericolo immediato”, elaborata da un locale “Gruppo Lavoro Sicurezza” e sottoscritta a Ferrara il 25 luglio scorso da Prefetto, Questore, Sindaco, Comandante provinciale dell’Arma dei Carabinieri, Comandante provinciale della Guardia di finanza, Direttore dell’Azienda Unità Sanitaria Locale, e dal Direttore dell’Azienda Ospedaliera Universitaria. Una Convenzione rispetto alla quale, l’8 gennaio scorso, il Gabinetto del Ministro dell’Interno aveva comunicato che non erano stati ravvisati motivi ostativi in ordine alla stipula e che, dopo essere stata sottoposta alla valutazione del Procuratore della Repubblica di Ferrara, è stato concordato che divenisse operativa dal primo ottobre 2014, dopo la formazione del personale coinvolto. Uno dei punti maggiormente qualificanti delle linee guida in questione prevede l’attribuzione, nella fase di immobilizzazione del soggetto alterato, della gestione di taluni distretti corporei (arti) agli Operatori di Polizia e di altri (testa e torace) agli operatori sanitari.
Una previsione a dir poco “rivoluzionaria” rispetto alle procedure seguite dagli Appartenenti alle Forze dell’Ordine, anche perchè che comporta il coinvolgimento in operazioni di servizio di personale civile, in merito alla quale il Coisp, per il tramite del suo Segretario Generale Franco Maccari, chiede di conoscere “i risultati valutativi dell’addestramento e delle simulazioni in corso a Ferrara, ma soprattutto degli interventi reali in cui vengono applicate le teorie scritte nella Convenzione”.
“Ma prima di tutto e ancor di più – aggiunge Maccari –, è appena il caso di ricordare che proprio da Ferrara abbiamo a suo tempo lanciato uno dei più difficili, accorati e delicati (oltre che strumentalizzati!) appelli perché si giungesse finalmente all’adozione di protocolli operativi nuovi e adeguati. Un appello che ci è costato attacchi violenti e critiche ingiustificate e strumentali, ma che a stretto giro trovò positivo riscontro nel neo Capo della Polizia il quale, proprio incontrandoci personalmente, ci informò che la questione era fra le sue priorità. Di lì a poco, e precisamente lo scorso 29 ottobre, è stato infatti creato a livello nazionale un Gruppo di lavoro sui protocolli operativi che però, a quanto pare, nulla ha avuto a che fare con l’ideazione di questa Convenzione sottoscritta a Ferrara – altrimenti è fin troppo ovvio che le previsioni sarebbero state estese a tutto il Personale della Polizia -. Di qui gli ovvi interrogativi: è la Commissione istituita dal Dipartimento quella deputata ad intervenire in materia oppure no? Ferrara fa eccezione per qualche motivo sconosciuto? Il Gruppo che opera a livello nazionale ha condiviso la Convenzione di Ferrara? Per quale motivo le Rappresentanze Sindacali non sono state in alcun modo coinvolte nei lavori di Ferrara e questo a fronte del coinvolgimento, invece, nei lavori del Gruppo istituito dal Ministero? Ma, soprattutto, la vera e principale domanda è: i Poliziotti in servizio nella provincia di Ferrara dovranno operare come stabilito nella Convenzione ‘per pochi intimi’, o continuare a seguire le tecniche tuttora adottate ed insegnate durante i corsi di formazione degli Appartenenti alla Polizia di Stato (oltre tutto oggetto di specifico aggiornamento professionale) e valide per tutti i Poliziotti d’Italia? Una domanda non da poco perché, come l’esperienza ci ha insegnato, mentre ancora non è affatto chiaro quali siano le regole, loro e solo loro risponderanno in prima persona di ciò che potrà capitare e che comunque capiterà per quel che hanno fatto o che non hanno fatto”.