Una piazza a Cucchi? Interviene il Coisp
Cucchi, il Coisp sulla decisione di intitolargli una strada a Roma: “Non si riesce proprio a capirne la motivazione, per quali meriti esattamente dovremmo indicarlo come un fulgido esempio da seguire?”
“Sappiamo bene quale portata possa assumere un caso mediatico che, alimentato dai venti dell’emotività, finisce sempre per scatenare quel solito tifone che tutto travolge, compreso il senso dell’opportunità e dell’equilibrio… Ed ecco perché non ci coglie completamente alla sprovvista questa a dir poco incomprensibile faccenda dell’annunciata intenzione di intitolare una strada o una piazza di Roma a Stefano Cucchi. Ciò però non limita il senso di costernazione per una decisione della quale non si comprende minimamente il fondamento. Guardando ai fatti: in Campidoglio ritengono di dover celebrare il ricordo di una persona deceduta dopo essere stata arrestata per droga? E perché? Qual’è il senso? Qual’è il messaggio? Forse l’idea è un’altra: si vuol celebrare un’asserita inefficienza del sistema Giustizia? E perché? Qual’è il senso? Qual’è il messaggio? Ma qualcuno se lo è chiesto veramente o l’unica preoccupazione è dire e fare quel qualcosa che garantisca un ritorno mediatico oltre tutto di dubbio valore? Ma come… noi abbiamo perso il conto di quanti leali e valorosi Appartenenti alle Forze dell’Ordine, il cui sangue è stato versato barbaramente mentre erano in servizio, sono stati lasciati assieme alle loro famiglie nell’oblio più assoluto e senza alcun serio supporto economico…”.
Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, torna così ancora una volta sugli strascichi seguiti alla sentenza d’appello che ha visto assolti tutti gli imputati finiti sotto processo a seguito della morte di Stefano Cucchi, arrestato il 15 ottobre 2009 per droga e deceduto una settimana dopo nell’ospedale “Sandro Pertini” della Capitale. E in particolare, in questo caso, sulla proposta avanzata da Sel ed approvata all’unanimità giovedì scorso dall’assemblea capitolina di dedicare una strada o una piazza di Roma a Cucchi.
“Ma tutto questo – conclude Maccari – cosa ha a che fare con la volontà di condividere il dolore di una famiglia per la perdita di una persona amata? Si ha un’idea oppure no di quante persone muoiono in Italia senza che le famiglie ritengano sufficientemente spiegato o ‘ristorato’ in sede giudiziaria quel decesso? C’è una sola cosa che continuiamo a chiederci, avendo fisso nella mente ogni giorno in cui facciamo questo difficile e spesso ingrato lavoro di Servitori dello Stato, l’esempio fulgido ed inarrivabile di tutte quelle persone che semplicemente hanno dato tutto, vita compresa, per l’adempimento del Dovere e per la difesa di valori indiscutibilmente e ‘graniticamente’ positivi: ogni volta che passeremo per quella strada o per quella piazza tenendo per mano un bambino gli spiegheremo ‘vedi, questa via porta il nome di una persona che tutti abbiamo voluto celebrare perché…’… Ma continuiamo a non saper trovare per questa frase una fine che sentiamo di voler inculcare ai nostri figli”.