A VADO LIGURE PENDOLARI CONTRO I NUOVI ORARI DEI TRENI
Protestano prima ancora che venga inaugurato il nuovo orario ferroviario. Sono in particolare studenti e pendolari che quotidianamente partono o arrivano a Vado Ligure. Sono soprattutto impiegati, magazzinieri, operai e tecnici.
Dopo avere consultato il nuovo orario (che partirà il 13 dicembre) ed essersi scambiati opinioni, numeri e recapiti, molti studenti e pendolari si sono coalizzati ed hanno già cominciato ad organizzarsi per opporsi alle innovazioni che, a loro avviso, porteranno ad un peggiormaneto del servizio al mattino e soprattutto alla sera. L’ orario infatti sembra privilegiare corse più veloci, sopprimendo delle fermate, in particolare per quanto riguarderà il ritorno di coloro che da Vado devono tornare verso Ventimiglia . “La situazione sarà particolarmente critica – ci ha spiegato Anna Scavuzzo, pendolare- per il ritorno sia degli studenti che dei pendolari. Infatti risulta soppresso il regionale 6210 che parte attualmente da Savona e ferma tutte le stazioni. A Vado Ligure arriva attualmente alle 13. 47 e, come se non bastasse, risulta soppresso il regionale che parte sempre da Savona alle 17.40 ed arriva a Vado Ligure alle 17.47 e ferma in tutte le stazioni, riportando a casa tantissimi studenti e lavoratori”.
Risultano predisposti invece, dal 13 dicembre in poi, un regionale veloce (il 10118) che fermerebbe anche a Vado Ligure alle 16.56, orario che si annuncia incongruo rispetto alla fine dei turni di lavoro sia di operai che di uffici (solitamente tutti finiscono intorno alle 17). “Dopo questo treno – prosegue la Svauzzo- per tornare a casa bisognerà aspettare fino alle 18.56 con il regionale 6188 che arriverebbe ad Albenga quasi alle 20. Ci domandiamo se i signori di Trenitalia che hanno progettato tale orario hanno mai fatto i pendolari. Probabilmente no. Altrimenti saprebbero cosa vuol dire stare più di 2 ore ad aspettare un treno, in estate sotto il sole cocente e in inverno al freddo, senza nemmeno un riparo decente o un servizio igienico. Li invitiamo a provare per rendersi conto”.
Si lamenta anche Anna Mansueti: “Senza un adeguato servizio ferroviario e di bus– spiega la pendolare che lavora alla Motorizzazione di Vado- l’ alternativa che ci rimane è quella di recarci alla stazione di Savona con l’auto, visto che i bus passano quasi esclusivamente sull’ Aurelia, distante circa due chilometri dalla stazione. Senza contare le spese ulteriori di benzina e anche di abbonamento del treno e del bus”. Lamentele che provengono anche da tanti studenti e pendolari che lavorano nelle aziende presenti nel territorio di Vado Ligure. “ Abbiamo appena rinnovato l’abbonamento per dicembre – aggiunge Francesca Bianco- e scopriamo che non lo potremo utilizzare perchè con i nuovi orari noi pendolari dovremo scendere a Savona o a Spotorno perchè i treni utili non fermeranno a Vado. Ci sembra una beffa”.
A parte la Tirreno Power, ormai in via di dismissione, esiste a Vado uno dei depositi più grandi del Nord Europa della Conad che conta centinaia di lavoratori provenienti da ogni parte. C’è la Bombardier, azienda leader in Europa per la produzione e l’assemblaggio delle locomotive. Ci sono anche l’Infinium (ex Esso chimica), la Sanac, il centro commerciale del Molo ’84, gli uffici della Motorizzazione Civile (che dovrebbero essere raggiungibili dai servizi “pubblici”), senza contare gli studenti ed i ragazzi che si allenano tutti i giorni nello stadio, gli impiegati o i turisti che ritornano dalle crociere al terminal di Vado. Insomma un gran numero di utenti che, malgrado la buona volontà e le innovazioni proposte dall’ assessore regionale ai Trasporti Giovanni Berrino e dai Tecnici di Trenitalia, sono decisi a farsi sentire e si stanno già organizzando per una raccolta firme.
CLAUDIO ALMANZI