Comunicati Stampa

TORINO GRANDE SUCCESSO PER I DIVISIONISTI DA ACCORSI-OMETTO

Visto il grande successo di pubblico ed il notevole interesse dimostrato dalla critica, la bella collettiva torinese, in via Po 55, dedicata al Divisionismo è stata prorogata fino al 24 gennaio. Incentrata sulla corrente artistica che ebbe grande diffusione fra Torino e Milano “Divisionismo tra Torino e Milano. Da Segantini a Balla” ospitata presso il Museo di Arti Decorative Accorsi – Ometto è già stata vista da decine di migliaia di visitatori entusiasti. “ Abbiamo registrato- dicono al Museo- un incremento del 20 per cento di ingressi rispetto al 2014 e l’anno si sta concludendo nel migliore dei modi. Visto il grande interesse la Fondazione ha pensato di proprorogare la mostra fino al 24 gennaio dando così l’opportunità agli appassionati d’arte di visitarla anche dopo queste feste di fine anno”.

La mostra, realizzata in collaborazione con lo Studio Berman di Giuliana Godio e a cura di Nicoletta Colombo, esplora, attraverso quarantasei opere selezionate secondo un elevato criterio qualitativo e storico, i percorsi del Divisionismo partendo dall’epicentro della pittura divisa italiana: il Piemonte e la Lombardia.

Il Divisionismo è stato un movimento fondamentale per la vita artistica e per la cultura italiana, pienamente inserito, con ruolo autonomo, nelle tendenze figurative europee della fine del secolo XIX e inizi del XX. L’importanza dello studio della luce e il ricorso ai colori puri, stesi in tessiture a puntini e filamenti, erano gli elementi che tracciavano la reazione al realismo in direzione simbolista e socio-umanitaria.

Una visita alla mostra ed al Museo- ci spiega Adalberto Guzzinati, giornalista e critico d’arte- può avere un duplice scopo: ammirare le opere dei divisionisti in mostra e visitare la dimora torinese del celebre antiquario e collezionista Pietro Accorsi. Il percorso conduce infatti il visitatore nel mondo dei divisionisti e racconta la vita di un personaggio straordinario quale fu Pietro Accorsi che ha lasciato in eredità a tutti noi un patrimonio inestimabile di gusto e bellezza”.

La mostra, ospitata presso il Museo di Arti Decorative Pietro Accorsi – Giulio Ometto, in Via Po, 55, è una occasione imperdibile soprattutto per riflettere sull’importanza che ha avuto su tutta la successiva storia dell’arte italiana la corrente divisionista. La nuova tendenza artistica prese avvio, a partire dagli anni Ottanta dell’Ottocento, ed ottenne un primo grande successo alla Prima Triennale di Brera del 1891. Il Divisionismo proseguì poi il suo percorso fino a tutti gli anni Venti del Novecento.

Il Museo Accorsi Ometto – ci ha spiegato Alberto Tosa, che cura l’ Uffico stampa della fondazione torinese-inaugurato al pubblico nel dicembre del 1999, e dal 2000 sede di importanti mostre di livello internazionale, presenta un’ esposizione che intende esplorare, attraverso quarantasei opere selezionate, secondo un elevato criterio qualitativo e storico, i percorsi del Divisionismo partendo dall’epicentro della pittura divisa italiana: il Piemonte e la Lombardia”. La mostra mette in risalto soprattutto una geografia divisionista convergente nell’asse Lombardia – Piemonte. Diventano perciò esplicativi e fondamentali per capire quel periodo storico ed artistico alcuni protagonisti emblematici della sperimentazione pittorica luminosa: Giovanni Segantini, Giuseppe Pellizza da Volpedo, Angelo Morbelli, Gaetano Previati, Vittore Grubicy de Dragon, Emilio Longoni, Matteo Olivero, Carlo Fornara, Giovanni Sottocornola, Cesare Maggi, Achille Tominetti, Andrea Tavernier, Giovanni Battista Ciolina, Giuseppe Cominetti, Angelo Barabino. “ All’ingresso del secolo nuovo- conclude il dottor Alberto Tosa- accanto ai maestri ormai storicizzati, si affiancano pittori di più giovane generazione, affascinati dalla pittura di Segantini e di Previati, e che crearono le basi per la futura poetica incentrata sulla luce e sul movimento: i futuri Futuristi, come Carlo Carrà, Umberto Boccioni, Giacomo Balla, Leonardo Dudreville, promettenti autori legati per nascita, o per formazione, alla storia artistica piemontese e lombarda del tempo”.

CLAUDIO ALMANZI

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