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Mostra “I Tarocchi Genovesi” acquarelli di Pier Canosa

piercanosa02I Tarocchi, come li conosciamo oggi, sono composti da 78 carte; 56 sono noti come arcani minori o carte dei segreti minori, le rimanenti 22 carte sono note come Arcani Maggiori, detti anche tappe del destino dell’uomo.

L’origine dei Tarocchi è ignota, come indecifrabili sono, agli occhi dei profani, i contenuti simbolici che i 22 Arcani Maggiori esprimono nella loro pienezza.

Con i  Tarocchi Genovesi l’autore Pier Canosa, profondo conoscitore di simboli onirici ed esoterici, ripropone una fusione di immagini: un perfetto connubio tra simbolismo arcano, che è proprio dei tarocchi e l’arte e la cultura impresse nei monumenti e negli scorci che continuano a far di Genova la Superba.

L’artista è stato affiancato in questo percorso dall’esperto di occultismo e tradizioni popolari, Marco Pepè, conosciuto dal pubblico con lo pseudonimo di Alex

Pier Canosa, illustratore e pittore, nasce a Vasto nel 1940. Viaggia molto soprattutto lungo le vie degli oceani, perfeziona la sua cultura artistica frequentando importanti musei internazionali, ama definirsi autodidatta. Tra le numerose opere importanti ricordiamo l’illustrazione de I King, realizzati per la Rizzoli in una tiratura di 480.000 copie, i piatti di Cristoforo Colombo o ancora il XLIV Premio Bancarella. Recentemente la sua città natale, Vasto, ha voluto fargli omaggio commissionandogli per i musei civici di Palazzo D’Avalos 16 opere raffiguranti gli antichi costumi abruzzesi.

Pier Canosa ha esposto nelle più importanti gallerie nazionali ed internazionali.

I Tarocchi, Contrariamente a quanto comunemente si pensa, non servono soltanto a divinare il futuro, anzi, questa è l’ultima delle loro applicazioni più semplici.

Infatti gli Arcani Maggiori debbono essere considerati come le chiavi d’accesso per un universo ricco di simbolismo esoterico, di saggezza ancestrale: un mezzo con cui scandagliare i misteri che da sempre accompagnano l’evolversi delle civiltà.

Mistici, filosofi, maghi concordano nell’affermare che, le immagini delle quali sono composti gli arcani, sono strettamente legate alla mitologia classica, alla cabala, alla numerologia e a molte altre discipline iniziatiche, costituendo così un grosso bagaglio storico e culturale.

Le popolazioni gitane consideravano i Tarocchi come un libro o come la Bibbia del destino, mentre gli ecclesiastici lo paragonavano ingiustamente alla Bibbia del Diavolo, intuendo il pericolo di destabilizzazione che poteva portare al potere temporale della chiesa, soprattutto in un’epoca di confusione storica, nel corso del quale gli individui venivano privati dei valori essenziali.

Il linguaggio simbolico contenuto negli arcani fu uno stratagemma degli antichi sapienti per preservare la conoscenza, soprattutto in quei periodi storici in cui era severamente proibito credere in qualcosa di diverso dal dogma costituito.

 

 

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