Lecce: chiuso il Terra Rossa
La chiusura del centro sociale occupato Terra Rossa di via Casavola a Lecce, pone ancora una volta al centro dell’attenzione delle dinamiche cittadine un aspetto emblematico che dimostra la chiusura mentale e l’assenza di visione di una Comunità degli amministratori del capoluogo che si sono succeduti negli ultimi vent’anni: la carenza pressoché totale di spazi sociali.E qui, non si tratta solo di una questione di appartenenze politiche e di culture che si scontrano, giacché siamo nel 2016 e da tempo ci dovremmo muovere nel post ideologismo e quindi ad un’epoca successiva a quella in cui destra e sinistra si scontravano anche dietro gli ideali di Ordine da una parte e Libertà dall’altra, ma nella fine, durata paradossalmente un ventennio – che ci auguriamo volga a conclusione nella prossima primavera 2017 – di una politica volta all’integrazione e alla condivisione nei concetti più ampi possibile che si riverbera in una società decadente e che vive, purtroppo, solo dei frutti di un passato glorioso che ha reso Lecce, e le sue pietre, un patrimonio d’inestimabile e brillante valore visivo, ma da un retroterra socio culturale sempre più arido e opaco.
Ragion per cui, la mancata coltivazione da parte degli amministratori di un briciolo di manifestazioni di natura culturale e addirittura la volontà di spegnere qualche timido fermento che si affacciava sul triste scenario cittadino sono per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti, fenomeni da condannare e da biasimare ben più della coraggiosa scelta di occupare uno spazio abbandonato per sottrarlo a spacciatori e malintenzionati ed infine donarlo alla comunità.
Lecce, 6 maggio 2016
Giovanni D’AGATA