Aise sul mercato degli schiavi in Libia
“Davanti ad un report e video scioccanti pubblicati in questi giorni dalla CNN che documentano il mercato degli schiavi in Libia, in particolare, alla pari di ciò che accade nei campi profughi saharawi a Tinfouf in sud Algeria e in Mauritania, la Federazione Africana in Toscana (FAT) e il Coordinamento delle Associazioni Senegalesi in Toscana (CASTO) si sentono fortemente scossi”. Così scrive Diop Mbaye, Presidente della Federazione Africana in Toscana e Presidente del CASTO, che oggi, a nome delle due organizzazioni esprime “”indignazione per quanto sta accadendo in Libia, nei campi saharawi di Tindouf in Algeria e in Mauritania”.
“Esprimiamo la nostra solidarietà totale alle vittime di questa atrocità esercitata ancora alle porte del 2018 e condanniamo ano con forza questa pratica di un’altra epoca nera della Storia dell’umanità: l’esclavage des noirs”, scrive il presidente di FAT e CASTO che, entrambe, “invitano i leader africani e europei ad aggiungere all’Ordine del Giorno del vertice dell’Unione Africana e dell’Unione europea, che si terrà il 29 e 30 novembre ad Abidjan, in Costa d’Avorio, la questione dei migranti venduti all’asta in Libia come schiavi e la questione della schiavitù persistente nei campi saharawi di Tindouf in Algeria e in Mauritania”.
FAT e CASTO “esortano l’Italia in qualità di membro non permanente nel Consiglio di Sicurezza dell’ONU di far promotrice della lotta contro l’esclavage des noirs” e “chiedono all’ONU di aprire un’indagine immediata e di rivedere le condizioni di detenzione dei migranti in Libia, la situazione della popolazione di colore nero considerata proprietà privata dei padroni pastori bianchi nei campi di Tindouf, e la liberazione dell’etnia KHaratina in Mauritania dalla schiavitù”.
Infine, FAT e CASTO “insistono che queste vili pratiche devono cessare e la comunità internazionale è pressantemente chiamata d’utilizzare tutti i mezzi a sua disposizione in modo che mai più una tale vergogna si ripeta” e, infine, “chiedono alle comunità africane all’estero di alzare la voce contro ogni atrocità che vivono gli immigrati africani dovunque”. (aise)