Come trattare e come prevenire un ascesso dentale
Un ascesso consiste in un deposito di pus, di detriti cellulari, di globuli bianchi e di batteri in corrispondenza della gengiva o di un dente. Noto anche con il nome di ascesso periapicale, l’ascesso dentale si distingue da quello parodontale, o gengivale. Di solito esso dipende da una carie, a causa della quale la corona è stata distrutta. Così, è stato coinvolto anche il nervo, che in un primo momento si infiamma, dando origine alla cosiddetta pulpite. Nel caso in cui il nervo non venga trattato nei tempi adeguati, esso finisce per morire: è così che si innesca l’infezione.
Quanto dura un ascesso
La durata di un ascesso dentale può essere di alcuni giorni, ma non si può definire un numero ben preciso. Ovviamente, attendere che l’ascesso passi da solo è un errore; al contrario, non appena ci si rende conto del problema è necessario andare dal dentista nel più breve tempo possibile. In alcuni casi, un ascesso non curato può dare origine a conseguenze pessime non solo per la salute del cavo orale, ma per tutto l’organismo. La devitalizzazione è sicuramente il rimedio più utilizzato per curare l’ascesso.
Il trattamento
Prima che la terapia odontoiatrica cominci, in presenza di un gonfiore notevole è auspicabile la somministrazione di antibiotici. Lo scopo di una devitalizzazione è quello di eliminare il nervo dentro i canali del dente in cui è presente la polpa dentaria. Per prima cosa si effettua una pre-anestesia, seguita da una specifica anestesia locale. Una volta eseguita una radiografia, si usa la diga di gomma per isolare il dente ed eliminare la carie. Tramite un foro, si accede al nervo per raggiungere la polpa dentaria.
Come si svolge una devitalizzazione
Una volta che la polpa dentaria è stata rimossa, i canali che prima la contenevano vengono sagomati e disinfettati. A questo punto con la guttaperca si chiudono i canali mentre con materiale biocompatibile si ottura il dente. Infine si procede a una radiografia di controllo. Questa, ovviamente, è la procedura prevista per un ascesso dentale; nel caso di un ascesso gengivale, infatti, è necessario ricorrere a una terapia parodontale, che prevede di eliminare il tartaro sotto e sopra le gengive per poi rimuovere o ridurre le tasche gengivali.
Gli antibiotici
Per la cura di un ascesso dentale può essere previsto il ricorso agli antibiotici, che in ogni caso deve essere prescritto dal medico odontoiatra o dal medico di famiglia. Il più comune antibiotico adoperato in tali situazioni è l’amoxicillina, come per esempio l’Augumentin, con un dosaggio di 2 o 3 grammi al giorno per 5 o 6 giorni: in pratica una compressa ogni 8 o 12 ore. Anche se i sintomi si alleviano o spariscono prima dei 5 giorni, la cura va proseguita secondo le indicazioni del medico. Qualora insorga uno stato febbrile, la Tachipirina è una buona fonte di paracetamolo. Questo farmaco, comunque, non serve a curare l’ascesso, ma permette unicamente di intervenire sulla temperatura corporea.
La prevenzione
Chiaramente, gli ascessi dentali possono essere evitati e combattuti con una prevenzione adeguata. Ciò vuol dire che almeno una volta all’anno si dovrebbe andare dal dentista, sia per sottoporsi a una visita di controllo che per effettuare una pulizia dei denti. Dopodiché bisogna sempre rispettare le consuete norme di igiene orale, che richiedono di lavarsi i denti al termine dei pasti senza dimenticare di usare il filo interdentale. La prevenzione passa anche da una corretta alimentazione: non bisogna esagerare con le bevande e i cibi zuccherati, mentre vanno preferiti gli ortaggi e la frutta fresca.