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“Veglia” di Giuseppe Ungaretti, la parafrasi

“Veglia” di Giuseppe Ungaretti, la parafrasi. La lirica rientra nella raccolta “L’Allegria” ed è composta durante la prima guerra mondiale.

“Veglia” di Giuseppe Ungaretti, la parafrasi

“Veglia” racconta la tragica esperienza della prima guerra mondiale, alla quale il poeta ha partecipato attivamente.

Ho trascorso una nottata intera per terra, vicino ad un compagno ormai morto con la bocca dischiusa rivolta verso la luna piena.  Ho scritto lettere d’amore mentre le sue mani si congestionavano diventando fredde e penetravano nel mio silenzio. Non mi sono mai sentito così attaccato alla vita.

Analisi della poesia

“Veglia” rientra nella raccolta “L’Allegria”, pubblicata in versione definitiva nel 1931.

La lirica è scritta  il 23 dicembre del 1915 presso Cima Quattro, sul Monte San Michele. Il San Michele, nel comune di Sagrado in provincia di Gorizia, è uno dei principali luoghi dove si è svolta la grande guerra. Proprio qui, per la prima volta, l’esercito austriaco usa un’arma micidiale: il gas in grado di portare in breve alla morte.
 In onore ai tanti soldati che in quelle cime hanno perso la vita, nel 1922, diventa zona monumentale e poi museo all’aperto.

La poesia è in versi liberi ed è ambientata durante la notte, mentre splende la luna. L’astro sembra non accorgersi della sofferenza umana, concetto più volte  espresso anche da Giacomo Leopardi.

Lo scrittore si ritrova vicino ad un compagno ormai morto e si interroga sul perché della vita e della guerra. La presenza del povero defunto gli ispira dei sentimenti d’amore che fissa in alcune lettere. Proprio il confrontarsi con la morte e con il dolore risveglia il desiderio di continuare a vivere.
Nelle prime strofe il lessico è violento e diretto perché riferito alla sofferenza e alla guerra.

Invece, in chiusura le parole si fanno più positive, grazie all’influsso dell’amore e della voglia di vivere. Inoltre, la poesia è completamente priva della punteggiatura, caratteristica che la differenzia dalla produzione letteraria classica. Tale scelta rientra fra le particolarità dell’ermetismo, corrente della quale Ungaretti è il capostipite.

L’ermetismo, nato negli anni 1920 in Italia, tratta soprattutto temi autobiografici e legati al senso di alienazione e allontanamento dalla realtà.

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