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Caso Claps: non ci sono altri colpevoli. Danilo Restivo ha ucciso Elisa al di là di ogni ragionevole dubbio

La morte di Elisa Claps ha un solo colpevole e questo pare proprio risponda al nome di Danilo Restivo “al di là di ogni ragionevole dubbio”. E’ quanto si legge nella sentenza di condanna a 30 anni, depositata dal Gup del Tribunale di Salerno, Elisabetta Boccassin. Per il giudice gli indizi a carico di Restivo si sono dimostrati “gravi, precisi e concordanti”, e non c’è nessuna “ricostruzione alternativa plausibile, capace di ricondurre l’uccisione di Elisa Claps in direzione diversa da Restivo”.
Il complesso delle acquisizioni probatorie, scrive il gup Elisabetta Boccassini “depone in modo gravemente indiziario nell’individuare Restivo quale autore dell’atroce assassinio della giovane Claps Elisa: nessun altro ha incontrato la vittima, nessun altro ha avuto contatti con lei dopo l’incontro con l’imputato; nessun fattore o comportamento esterno si è inserito nella conseguenzialità logica e storica degli avvenimenti”. “Gravemente indizianti le condotte tenute da Restivo”


Ma “fortemente e gravemente indizianti”, aggiunge il giudice, risultano anche: “le condotte tenute dal Restivo, sia quando ha voluto, con forza, essere condotto in ospedale, per la cura di un semplice graffio, evidentemente al solo scopo di precostituirsi la prova di una sua “non presenza” sui luoghi nelle ore della scomparsa di Claps Elisa, la versione assolutamente inverosimile dallo stesso Restivo fornita circa quanto da lui compiuto dopo l’incontro con Claps Elisa e che è stata causa di una condanna per falsa testimonianza, il suo allontanamento continuo negli anni da Potenza e che lo ha portato a risiedere in diverse città d’Italia fino al suo definitivo inserimento nel Regno Unito, il suo tentativo di far credere alla famiglia Claps che Elisa era viva e voleva vivere lontano da loro, le condotte da lui tenute in epoca antecedente e successiva all’omicidio di altre giovani donne”.

“Restivo l’ultimo a vedere Elisa viva: l’unico che ha potuto ucciderla”- “Appare chiaro che la colpevolezza del Restivo non solo risulta suffragata da una molteplicità di indizi, tra cui la stessa prova del Dna, ma anche che la ricostruzione proposta costituisce l’unica realistica e necessitata alternativa, atteso che il Restivo è stata l’ultima persona ad incontrare la vittima e a trovarsi in sua compagnia nel luogo in cui la stessa è stata poi trovata assassinata”, considerato che Elisa Claps “non è mai più uscita dalla chiesa in cui si è incontrata con l’imputato”. In tutto il caso poi sarebbe centrale la posizione della famiglia del REstivo che negli anni gli ha dato assoluta copertura

“Restivo coperto dalla famiglia”
Per il gup c’è un ruolo, centrale, che la famiglia di Danilo Restivo ha avuto. Un ruolo di totale copertura: “condotte di inquinamento probatorio imputabili a famigliari e terzi”. Tantissimi gli esempi riportati nella sentenza. “Nella immediatezza dei fatti i genitori, e in particolare il padre, del Restivo, su consiglio del loro legale di fiducia, si rifiutavano di consegnare gli abiti indossati dal Restivo il giorno in cui era scomparsa Claps Elisa e gli stessi, peraltro, venivano immediatamente lavati dalla madre del Restivo, non appena il predetto faceva ritorno dall’ospedale”.

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